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Verdura

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Frittata di patate senza uova


Quando si hanno figli “piccoli”, le patate sono spesso la salvezza di noi mamme perché piacciono a tutti i bambini, si possono cucinare in mille modi e saziano. La ricetta che vi propongo oggi è  una ricetta che mia nonna faceva sempre e che ho imparato perciò a mangiare sin da piccola. Quando ancora vivevo a Roma (vi parlo di più di 10 anni fa) andavo spesso a mangiare a Trastevere nella famosa trattoria Da Checco Er Carrettiere e ho scoperto con estremo piacere che la frittata di patate di mia nonna la facevano anche lì, soltanto che ne proponevano una versione fredda invece di quella tiepida a cui io ero abituata. Tutto questo per dirvi che si tratta di una ricetta rispolverata, piuttosto “vecchiotta” e soprattutto senza uova!
Inoltre sempre per i bambini, visto che si utilizza del concentrato di pomodoro (che è anche un concentrato di licopene cioè un ottimo antiossidante) non sentono sotto il palato i semi o la pelle del pomodoro …….


Ingredienti800 gr di patate2 cucchiai di concentrato di pomodorocipolla, sedano e carota per soffrittoolio evobasilicosale e pepe q.b.
Lessate le patate e schiacciatele bene. In una padella fate questo sugo “finto” con il soffritto di verdurine ed aggiungendo poi il concentrato di pomodoro. Aggiungete le patate schiacciate, aggiustate di sale e pepe e mescolate il tutto cercando di dare la forma di una frittata: giratela più volte affinché si formi una bella crosticina sia sopra che sotto. Guarnite con basilico: io aggiungo spesso il basilico anche all’impasto.
Potete fare la frittata anche in forno: in questo caso la rivestirete di pangrattato e verserete un goccio di olio.
Servitela tiepida ma è buonissima anche servita fredda.
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Fiori di zucca fritti






Ah i fiori di zucca che passione! Specie quelli dell’orto appena raccolti, ancora aperti e pieni di formiche!E si perché quelli dell’orto non essendo trattati in alcun modo, sono pieni di formiche attirate dall’odore e dal sapore dolce del grosso pistillo contenuto all’interno del fiore……fortuna che qui al Nord i fiori di zucca non sono molto utilizzati e quindi quelli dell’orto finiscono, spesso e volentieri, sulla nostra tavola e sono sempre graditissimi. Oggi è sabato e vi propongo una ricetta, anzi due, semplice semplice che potete fare anche in giornata di ritorno dal mercato: fiori di zucca fritti (l’abbinamento perfetto) e per quanti hanno già cominciato a fare attenzione al peso in vista dell’ormai imminente prova bikini, in versione light ovvero al forno, che per carità, sono buoni lo stesso ma rispetto a quelli fritti il n’y a pas photo (ndr non c’è storia).

Versione heavy
Non indico il numero di fiori di zucca a persona perché questo è mooolto soggettivo. Io ne mangio minimo 5/6……Pulite i fiori di zucca delicatamente, togliete il pistillo interno ed asciugateli. Per la pastella le dosi sono “ad occhio” e variano in funzione della quantità di fiori che avete deciso di preparare. Comunque sia, la pastella io la preparo così: farina, acqua super frizzante freddissima, sale. Mescolate il tutto in un terrina. Nel frattempo tagliate le acciughe a pezzetti. Io non utilizzo la mozzarella, ma metto il parmigiano tagliato a dadini.  Inserite l’acciuga ed il pezzetto di parmigiano nel fiore, poi immergete il fiore  nella pastella e gettatelo nell’olio bollente. In 3-4 minuti il fiore sarà cotto.


Versione lightPer la pulizia ed il ripieno vedi sopra. In questo caso i fiori  li passo nella farina, poi nell’uovo ed infine nel pangrattato. Li depongo su di una teglia rivestita di carta forno, li metto in forno a 180° per 20 minuti circa…. Buon appetito e buon weekend!
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Tortino orzo, asparagi e groviera


Proseguono le mie sperimentazioni a base di prodotti rigorosamente locali e di stagione: questa ricetta fa parte di quelle testate di recente e che riescono al primo colpo (evento più unico che raro). E’ una ricetta di un piatto unico perché tra l’orzo, gli asparagi, il formaggio e le uova, insomma non vi resta che passare poi alla frutta.
Mi è piaciuta molto e malgrado il tortino sia per 6 persone, in realtà io e mio marito ce lo siamo finito in due volte e devo confessare che il giorno dopo era ancora più buono!
Personalmente amo molto tutto quello che è quiche, torte rustiche, cake salati, terrine perché racchiudono in sé tutti gli ingredienti, si accompagnano bene ad una semplice insalata e costituiscono un’alternativa veloce, gustosa ed equilibrata al 1°, 2° e contorno che è tipico della nostra cucina. 


Ingredienti per 6 persone100 gr di orzo perlato lessato
400 gr di asparagi già puliti
200 gr di groviera
3 uova
½ cucchiaino da caffè di lievito in polvere per salati
80 gr di farina
80 gr di burro
1 dl di panna
1 dl di latte (al bisogno)
sale e pepe q.b.


Mettete in ammollo l’orzo perlato, poi scolatelo e lessatelo in una pentola con acqua e sale: il tempo di cottura si aggira sui 35-40 minuti.
Pulite gli asparagi eliminando le parti legnose, metteteli nell’acqua fredda e portate ad ebollizione: dovranno cuocere 7-8 minuti non di più perché devono restare ancora un po’ duretti.
Scolateli, tagliatele le punte e mettetele da una parte, vi serviranno alla fine per la decorazione, mentre la restante parte degli asparagi dovrà essere tagliata in tronchetti di 2-3 cm di grandezza.
Tagliate la groviera a dadini.
In un’insalatiera lavorate i tuorli delle uova, il burro a temperatura ambiente e la panna; aggiungete poi la farina, la spolverata di lievito, la groviera, l’orzo e gli asparagi: mescolate bene affinché tutti gli ingredienti si amalgamino. Se vedete che il composto così ottenuto rimane troppo duro, modello “malta cementizia” allora aggiungete un goccio di latte. Montate le chiare a neve ed unitele al composto girando dal basso verso l’alto.
Prendete uno stampo per torta, foderate con carta forno, riempite con il composto, decorate secondo l’ispirazione del momento con le punte di asparagi che avrete messo da parte, mettete il tortino in forno pre-riscaldato a 180° per 45 minuti circa: dovrà formarsi un’invitante crosticina dorata…..Togliete dal forno e lasciate raffreddare, il tortino va servito tiepido, anzi se ve ne rimane per il giorno dopo, è ancora più buono: garantisco io!
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Un classico della cucina romana: carciofi alla giudia


Vi avevo promesso qualche ricetta provata a Roma ed eccomi qui con un classicissimo della cucina romana: i carciofi alla giudia…..ad onor del vero, i carciofi alla giudia sono un classico della cucina ebraica ma sono oramai un “must eat” di tutte le famiglie romane.
Quando sono scesa a Roma, oramai la stagione dei carciofi volgeva al termine, ed allora per evitare di comperare dei carciofi che poi alla fine presentano quell’antipaticissimo fieno, ho preferito piuttosto comperare dei carciofi piccoli, dei romaneschi, ma in miniatura e prepararli alla giudia.
Se li volete fare a casa dovete utilizzare dei carciofi violetta oppure i romaneschi, insomma quelli tondeggianti e non quelli appuntiti e con le spine.
Dimenticavo: la Nanetta se li è divorati ad una velocità impressionante, e dire che non era a digiuno perché prima aveva mangiato la pasta! :-)))))


Pulite bene i carciofi, passandoci sopra del limone e immergendoli in un’insalatiera con aqua e limone perché non diventino neri. Asciugateli bene e poi apriteli: come si fa ad aprirli leggermente a fiore? Mia mamma li “sbatte” sullo spigolo del tavolo in modo che si aprano.
In una casseruola mettete un discreto quantitativo di olio vegetale (arachidi o  girasole), portatelo ad alta temperatura ed immergeteci i carciofi, che dovranno essere quasi coperti dall’olio.
Per ottenere l’effetto croccante-bruciacchiato, a cottura quasi ultimata schizzate un pò di acqua……
Tirate fuori i carciofi dall’olio, disponeteli su della carta assorbente, salateli e portateli in tavola……buon appetito di cuore perché i carciofi alla giudia sono veramente una delle cose più buone del mondo!
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Insalata di spinaci con emmental, pinoli e balsamico


Sono un ragazzo fortunato perchè m’hanno regalato un sogno sono fortunato perchè non c’è niente che ho bisogno e quando viene sera e tornerò da te…..è questo l’incipit di una famosissima canzone di Jovanotti…..ora che c’entra con Quaderni Golosi e con la sottoscritta? C’entra, c’entra perché anch’io, nel mio piccolo, mi considero fortunata, non solo per la mia bella famiglia ma anche perché ho la fortuna di avere un suocero che riempie il mio frigorifero di prelibatezze dell’orto: altro che cibi a km 0 o bio, io ho di meglio…….un orto a due passi da casa, curato con amore da mio suocero, che, per non sentirmi brontolare, l’anno scorso mi ha pure piantato le zucchine romanesche, difficili da trovare al supermercato sotto casa a Milano.
E visto che è stagione, tra le tante cose, di spinaci, l’altro giorno mi sono vista recapitare a domicilio un cesto di spinaci appena colti e non potevo non preparare questa semplice ma gustosissima insalata.Ho scelto gli spinaci più piccoli, quelli più teneri, li ho lavati bene, li ho messi nell’insalatiera.Nel frattempo ho tagliato a dadini l’emmental dolce, ho tostato in una padella senz’olio i pinoli. Ho messo emmental e pinoli nell’insalatiera, condito con olio  extra extra extra vergine di mio papà, quindi delle campagne laziali, agggiunto un filo di glassa di aceto balsamico.Che buona questa insalata semplice ma gustosa e completa.Vi riassumo di seguito gli ingredienti nel caso in cui vi veniste la voglia irrefrenabile di farla a casa….mi raccomando, solo con spinaci piccoli piccoli.
Ingredienti per due persone:200 gr di spinacini100 gr di emmental dolcedue cucchiai di pinoliolio EVOglassa di aceto balsamicosale q.b.
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Tofu strapazzato con verdurine primaverili


Eccomi di ritorno dal giro al FuoriSalone: ad essere sinceri, il mio giro è stato molto all’insegna del food e poco all’insegna del design e del mobile, ma che ci volete fare, è deformazione professionale.
Ero ieri all’incontro promosso da BioAppetì con la globetrotter Claudia Biondini (andate a vedere il suo blog Il palato del cuore troverete tante ricette sfiziose anche per i bambini) che, oltre a viaggiare, è anche una chef vegana e che ieri ci ha preparato un delizioso tofu strapazzato con verdurine di stagione.

Ora non cominciate ad arricciare il naso dicendo “ma che è ’sta robba”, non si deve per forza essere vegani o vegetariani per apprezzare il tofu. Io lo mangio, certo mai da solo, sempre in abbinamento con altri ingredienti e devo confessare che è un alimento gradevole e gustoso da provare in molte preparazioni.

Claudia ci ha proposto una ricetta primaverile, fresca, veloce e di semplice esecuzione ma a livello nutritivo ben equilibrata. Il tofu fornisce le proteine vegetali; il topinambur, oltre a svolgere una funzione depurativa, ha zuccheri facilmente assimilabili ed è  adatto a chi soffre di diabete; le mandorle apportano gli Omega3, insomma abbiamo convenuto insieme che questo piatto costituiva un valido sostituto alle tradizionali uova strapazzate.


Ingredienti per 3 persone
1 panetto di tofu da 250 gr
3 topinambur
2 carote
un mazzetto di agretti/barba del frate
un mazzetto di rucola
1 cipolla
2 cucchiai di uvetta
1 cucchiaio di mandorle sfilettate
il succo di mezzo limone
olio EVO
sale q.b.


Preparare tutti gli ingredienti:
– lavorare il tofu con le mani per ottenere l’effetto strapazzato
– grattugiare a julienne il topinambur e le carote
– tagliare la cipolla
– pulire gli agretti e la rucola
– mettere nell’acqua tiepida l’uvetta in ammollo per 20 minuti circa
– sminuzzare le mandorle se non le avete comperate già sfilettate

A questo punto direi che il grosso è fatto.
In una padella piuttosto grande fate appassire nell’olio caldo la cipolla: dovrete farla cuocere 10 minuti abbondanti a fuoco bassissimo. Aggiungete il succo di limone, non esagerate con il succo di limone: iniziate con poco, in seguito potrete sempre metterne dell’altro.
Aggiungete il topinambur e la carota: lasciate cuocere per altri 5 minuti. Poi mettete gli agretti, le mandorle e l’uvetta, lasciate cuocere ancora un paio di minuti ed alla fine aggiungete il tofu, continuando la cottura per altri 5 minuti circa avendo cura di girare bene perché tutti gli ingredienti si mescolino insieme.
Aggiustare di sale. In una pirofila, disponete un letto di rucola: versate il tofu strapazzato insieme alle verdure ancora calde, girate il tutto e servite in tavola. 
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Fagottini golosi di verza


Lo so che con le temperature di questi ultimi giorni avrei dovuto proporvi solo gelati e granite, però anche con questo inaspettato caldo bisogna pur mangiare e, soprattutto, far mangiare i nostri figli e la ricetta di oggi è una di quelle che riescono a riunire insieme diversi ingredienti e a farne un piatto completo: carne, verdure, derivati del latte…..inoltre c’è da considerare l’aspetto estetico e psicologico: un fagottino invoglia sempre chi se lo trova davanti ad andare a vedere cosa c’è dentro e questo vale per i grandi così come per i bambini….quindi beccatevi questa ricetta che vi farà riappacificare con la verza se l’avevate scoperta da piccoli e non vi era piaciuta oppure ve la farà amare se, al contrario, non avevate mai osato avvicinarvi a questo ortaggio “raggrinzito”.


Ingredienti per 4 persone
12 foglie di verza grandi
400 gr di carne di manzo macinata
1 cipolla media
4/5 cucchiai di besciamella
4 cucchiai di pangrattato
passata di pomodoro q.b.
olio EVO
sale e pepe q.b.

Se avete comperato una verza grande, staccate solo le foglie più larghe, lavatele delicatamente e sbollentatele: dovete farle cuocere 2/3 minuti non di più. Adagiatele su di uno strofinaccio ed asciugatele tamponandole.

Affettate la cipolla, fatela soffriggere in una padella, quando comincerà a diventare dorata, versate la carne e lasciate cuocere per 5/6 minuti. A cottura quasi ultimata, aggiungete la besciamella ed il pangrattato, aggiustate di sale e pepe e lasciate cuocere ancora un paio di minuti affinché tutti gli ingredienti si mescolino insieme. Lasciate raffreddare.

In un’altra padella preparate un sugo leggero leggero con la passata. Ora la quantità del sugo è molto soggettiva, a me gli involtini di solito piacciono con poco sugo, poi vedete voi….c’è chi li preferisce galleggianti nel sugo…..insomma de gustibus…..

Riempite ogni foglia di verza con il composto a base di carne (attenzione non gonfiate troppo il fagottino perché poi la foglia di verza rischia di lacerarsi e di lasciar fuoriuscire il contenuto), richiudete il fagottino e ponetelo nella padella dove starà cuocendo il sughetto. Lasciate insaporire per una decina di minuti a fuoco bassissimo. Spegnete e servite caldi in tavola.
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Cavolo bianco in salsa tiepida di acciughe


La settimana scorsa vi ho proposto una ricetta di zuppa con farro, cannellini e cavolo bianco. Ora il cavolo che avevo comperato ed utilizzato solo a metà, giaceva triste e sconsolato in frigorifero in trepida attesa di una futura utilizzazione. Devo confessare che il cavolo, sia esso rosso piuttosto che bianco, non fa parte del mio patrimonio alimentare-genetico: è più un ortaggio che si usa nei paesi del Nord, a Roma certo è scarsamente utilizzato nelle preparazioni, a vantaggio di zucchine, carciofi, cicoria ed altre prelibatezze verdi……allora mi sono messa a fare il topo di biblioteca ed ho scovato sul mitico Talismano della Felicità questa ricetta semplice ma sorprendentemente gustosa e dal sapore inaspettatamente delicato. Benedetto Talismano della Felicità! Per quanti non lo conoscano, il Talismano è un “must have” di tutte le brave massaie e casalinghe ed anch’io l’ho ricevuto in regalo quando sono andata a vivere da sola, insomma una sorta di vademecum “culinario” per non perdersi in cucina e, soprattutto, pour ne pas rater ses recettes…….Anche perché le ricette del Talismano sono molto semplici: certo alcune andrebbero un pò riviste e messe al passo con i tempi, però alla base rimane un grande classico delle nostre nonne che hanno tramandato alle nostre mamme e che a loro volta hanno tramandato a noi. E poi con l’immagine in copertina dell’uomo che gusta la sua pasta e fagioli sembra un libro uscito direttamente da un quadro di Giovanni Fattori, pittore italiano dell’800 appartenente alla corrente dei Macchiaioli…..tutto ’sto sproloquio (ehm….scusate le divagazioni sul tema) per introdurvi la ricetta di oggi: un “umilissimo” cavolo bianco in salsa di acciughe.


Ingredienti per 4 persone
1/2 cavolo
6/8 acciughe sott’olio
4 cucchiai di aceto bianco
mezzo bicchiere di olio EVO
sale e pepe q.b.


Pulite il cavolo, eliminando le foglie esterne più dure e tagliatelo sottilmente, fatelo bollire per venti minuti circa in una pentola dove avrete messo anche un pezzo di mollica di pane imbevuta nell’aceto. Nel frattempo in una padella mettete l’aceto e le acciughe fatte a pezzi lasciate cuocere e lasciate, soprattutto, che le acciughe comincino a sfaldarsi, aggiungete poi l’olio, sempre continuando a cuocere, il sale (attenzione con il sale: andateci piano perché le acciughe sono già belle salate di per sé) ed il pepe. Dovrete ottenere una salsina densa dal gusto però delicato perché l’aceto stempera il lato salato delle acciughe e l’olio contribuisce ad amalgamare il tutto. Prendete questa salsina e versatela sul cavolo che avrete scolato e posto una terrina al caldo.
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Carciofi alla romana come li fa la mia mamma…….



Vi avevo già proposto una ricetta, la parmigiana di carciofi, in cui questo ortaggio la faceva da padrone; nei carciofi alla romana diventano il protagonista assoluto della ricetta. Questa è una di quelle ricette che mia mamma fa da che io mi ricordo, cioè da sempre e sempre nello stesso modo, utilizzando però una modalità di cottura un pò particolare: innanzitutto non li cuoce con la pentola a pressione ma in un tegame, e poi è solita coprire i carciofi con dello scottex. Anni fa, quando ancora esisteva il panificio sotto casa che vi metteva il pane nella carta marrone scuro (che era veramente una carta multiuso perché poi si trovava sempre il modo di riutilizzarla in cucina!) li copriva con quella carta, ora impiega lo scottex perché sostiene che in questo modo i carciofi si cucinino come se fossero al vapore: vedete la foto di seguito e capirete!

Ingredienti per due persone:

calcolate “almeno” 2 carciofi a testa tipo Violetto o Romanesco, se poi siete come me, allora dovete raddoppiare il numero2 spicchi di aglio
1 cucchiaio di mentuccia romana olio EVO
sale, pepe q.b.


Pulite i carciofi togliendo le foglie esterne, le più dure, e strofinateli con il limone per non farli annerire. Sbattete sullo spigolo del tavolo oppure del mobile della cucina il carciofo intero per far in modo che il cuore si apra leggermente. Preparate un composto con aglio finemente tritato, mentuccia romana (attenzione la mentuccia romana NON è menta, è un’altra cosa……), sale e pepe. Mettete un piccolo quantitativo di questo composto all’interno di ogni carciofo, nel cuore insomma. Una volta preparati, mettete i carciofi in una pentola con l’olio appoggiandoli dritti ed aggiungete sopra un altro pizzico di sale e pepe. Lasciate cuocere per 5 minuti circa, poi versate 1/2 bicchiere scarso di acqua. Coprite con lo scottex e lasciate cuocere a fuoco lento per 30 minuti circa. Una volta che li preparate, ne potete cuocere molti di più di quelli che poi consumerete e surgelarvi nelle pratiche vaschette di alluminio.
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