Archivio Mensile

febbraio 2011

Dolci

Mele al forno con chiodi di garofano e limoncello


Alzi la mano chi non ha esagerato con il cibo durante il weekend….è inutile che vi nascondiate dietro lo schermo, succede sempre così: uno si mette in testa di adottare un regime alimentare “controllato” e magari ci riesce pure durante la settimana perché anche quando si mangia fuori, si può sempre ordinare la classica insalata; però arriva inesorabilmente il fine settimana e con esso i buoni propositi pouffff, evaporano come gocce di pioggia al sole…..a me capita sempre così, nel weekend c’è l’aperitivo o la cena con gli amici e poi la domenica a pranzo dai suoceri, e poi ancora qualche esperimento culinario ed ecco che il lunedì mattina la bilancia ci riporta alla triste realtà (in tutti i sensi ;-))) e si ricomincia…..quindi oggi una ricetta semplice ma semplice ma semplice che sembra quasi da malati: mele al forno con chiodi di garofano e limoncello. A parte che le mele al forno sono state un grande classico della mia infanzia, esse sono un modo alternativo per proporre la frutta ai bambini nei mesi invernali: perché è vero che ci sono gli agrumi, ma è vero anche che di sera “l’arancia è piombo”-diceva mia nonna- e quindi meglio buttarsi sulla più neutra e digeribile mela.

Ingredienti per 4 persone
4 mele Fuji oppure Annurche
4 cucchiai di marmellata di pesche o di albicocche
4 chiodi di garofano
1 cucchiaio abbondante di zucchero
1 spruzzata di limoncello
zucchero a velo q.b.
1/2 bicchiere d’acqua

Lavate le mele ed eliminate il torsolo con l’apposito strumento. Deponetele in una teglia e all’interno del torsolo mettete un cucchiaio di marmellata ed un chiodo di garofano, cospargete le mele con lo zucchero e spruzzatele con il limoncello. Ricoprite con la pellicola d’alluminio se le mettete in forno, con quella trasparente per microonde se utilizzate quest’ultimo.
Se fate una cottura al forno tradizionale, il forno deve essere a 180° e le mele dovranno cuocere almeno 20 minuti; se invece optate per la cottura al microonde allora 6-7 minuti a 900 watt basteranno. Il vantaggio della cottura al forno a microonde è che la buccia delle mele non si secca.
Deponetele in un piatto e cospargetele con lo zucchero a velo. Servite tiepide.
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Riso

Riso venere al profumo di bosco……


Uffa, che strazio…..Ancora riso direte voi, ma a casa mia è un classico visto che mio marito, soprannominato anche “Er Cinese”, nutre una passione (dopo quella per me naturalmente!) sviscerata e cieca per il riso in tutte le sue forme. Questa ricetta, poi, l’abbiamo scoperta per caso in occasione di un viaggio gastronomico che abbiamo fatto in Quebec nel 2008. L’amica che ci ha ospitato a Quebec una sera ci ha proposto del riz sauvage con finferli che abbiamo apprezzato moltissimo. Sempre questa amica ci spiegava come il riz sauvage fosse parte integrante dell’alimentazione degli indiani del Nord America da secoli, come fosse ricco di proteine e di fibre alimentari essenziali per l’organismo…per farvela breve, ci ha talmente convinto sulle proprietà del riz sauvage che siamo ripartiti dal Canada con un bel sacchetto di riz sauvage canadien che abbiamo consumato in un battibaleno…..ora qui in Italia l’approvvigionamento del riz sauvage risulta a dir poco complicato e quindi io ho optato per la stessa ricetta utilizzando però il nostrano riso Venere.

Ingredienti sempre per due persone
200 gr di riso nero Venere
750 ml circa di brodo vegetale
300 gr di chiodini freschi
20 gr di finferli secchi
1 spicchio di aglio
1 pizzico di peperoncino tagliato
sale e pepe q.b.
olio EVO

Fate bollire il riso venere nel brodo vegetale per 40 minuti circa; dovete controllare la cottura perché se vi piace più croccante 40 minuti saranno sufficienti, mentre se lo volete più cotto allora è meglio lasciarlo bollire altri 10 minuti.
Nel frattempo pulite i funghi freschi e mettete a bagno nell’acqua calda i funghi secchi per farli rinvenire: strizzateli prima di utilizzarli. In una padella mettete dell’olio e lo spicchio d’aglio, fate riscaldare bene ed aggiungete i funghi: devono cuocere almeno 7-8 minuti. Aggiungete il peperoncino tagliato a pezzi, poi aggiustate di sale e di pepe. Scolate il riso venere e versatelo nella padella, saltatelo insieme ai funghi mescolando bene. Se vi piace potete aggiungere anche del prezzemolo tritato. Servite caldo.
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News

SoyJoy, ありがとう (ndr si grazie)


Prendete della farina di soia integrale, aggiungete della frutta disidratata, un pizzico di zucchero, delle uova, burro q.b. e del latte in polvere: mescolate il tutto, fate cuocere in forno a 180° ed otterrete SOYJOY….


Vi starete chiedendo che cavolo di ricetta vi propino oggi ed invece vi sto parlando di un prodotto appena sbarcato dal Giappone che viene lanciato in questi giorni in contemporanea a Parigi, Milano, Barcellona, Madrid, Anversa e Bruxelles che si chiama SoyJoy. Si tratta di una barretta-snack, proposta in sette gusti diversi, prodotta da un noto marchio giapponese, che ha il pregio di combinare la soia e la frutta in un solo prodotto a basso contenuto glicemico e privo di grassi idrogenati. Io sono stata invitata alla presentazione-lancio ed ho avuto modo di gustare la barretta in tutte le sue sfumature accanto ad un esperto di alimentazione che mi ha fatto fare anche un viaggio sensoriale. Devo essere sincera e confessare che mi è piaciuta e che come spuntino spezza-fame di metà mattina o metà pomeriggio non è male. Certo non tutti i gusti sono di mio gradimento: ho apprezzato quella all’arancia per la sua freschezza, quella alla mela per la sua fraganza e quella al mirtillo per la sua delicatezza….ma per gli amanti dell’esotismo estremo c’è anche il gusto al goji, che ho imparato essere una miracolosa bacca tibetana con un contenuto di  antiossidanti pari a 4000 volte quello dell’arancia, oppure il più tradizionale gusto alla banana o il giovanile  fragola. La cosa strana di questa barretta è che, diversamente dalle altre, è morbida, mentre in genere le barrette sono croccanti, dure; inoltre proprio perché è a base di farina di soia, è adatta anche alle persone affette da celicachia.


Se volete provarla in anteprima fate un salto al 7° piano della Rinascente in Piazza Duomo a Milano, troverete un coloratissimo corner-degustazione. Per comperarla dovrete però aspettare la primavera inoltrata, SOYJOY sarà infatti in vendita in selezionati bar di Milano. 
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Pesce

Trancio di salmone al cartoccio su letto di porri e carote



Il salmone è un altro di quegli alimenti che ho imparato ad apprezzare in età adulta. Quando ancora vivevo con papa et mamam, non che il salmone fosse bandito a casa nostra, ma il suo uso era limitato a quello affumicato, il cui gusto non ha nulla a che vedere con quello fresco…..Quando poi sono andata ad abitare per conto mio e successivamente durante la mia permanenza in Francia, ho scoperto il salmone fresco e devo confessare che ora quello affumicato mi attrae ben poco, anche perché quello fresco si presta ad essere cucinato in mille modi diversi ed ha un gusto che non prevarica gli altri, mentre il salmone affumicato tende a mettere in ombra tutti gli altri alimenti del piatto. La ricetta che vi propongo oggi è una ricetta che ho imparato in Francia e che preparo sempre molto volentieri perché è semplice, sana, appetitosa e, last but not least, piace molto a mia figlia e visto che i bambini non apprezzano moltissimo il pesce, se riesco a farglielo mangiare cucinato così è tanto di guadagnato!

Ingredienti per due persone2 bei tranci di salmone fresco2 porri grossi
1 carota grossa
bacche rosa (facoltative)
olio EVO
sale, pepe q.b.


Tagliare i porri a rondelle sottili e le carote a julienne. In una padella mettete un poco di olio, quando è caldo gettate le carote, fatele cuocere 3-4 minuti, poi mettete anche i porri e lasciate cuocere sino a quando i porri non diventano trasparenti. Prendete della carta di alluminio e preparate due cartocci. Mettete le verdurine, sopra le verdure adagiate il trancio di salmone: aggiungete sale, pepe ed olio. Se volete potete mettere anche delle bacche rosa. Richiudete il cartoccio e deponetelo in una teglia da forno. Mettete nel forno caldo a 180-200° per 25 minuti circa. Il salmone dovrà risultare dorato, mentre le verdure sul fondo saranno diventate croccanti. Servite caldo, accompagnato da un’insalata sarà un piatto unico.
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Libri

L’ultimo fratello…..


L’ultimo fratello è uno di quei libri che scorrono veloci ed hanno il pregio di affrontare temi universali come l’amicizia, l’amore, l’odio o la guerra con quella delicatezza e quella sensibilità che arrivano direttamente al cuore. Il romanzo è ambientato a Mauritius, nel 1945, in pieno conflitto mondiale e l’eco di questa terribile guerra arriva anche sull’isola sebbene sia attenuato dalla distanza: l’unica testimonianza concreta di quanto stia accadendo in Europa è la presenza di un carcere che ospita dei profughi ebrei che avrebbero dovuto essere in Palestina ed invece si ritrovano, per una tragica beffa del destino, “prigionieri” degli inglesi a Mauritius.
E’ la storia di un’amicizia, quella tra Raj, nato sull’isola in una famiglia poverissima e provata dalla morte di due figli, e David, ragazzino ebreo: l’amicizia che nasce fra loro è fatta di complicità, di  condivisione, di sguardi, di gesti e di tenerezza…..un’amicizia che unisce due bambini, entrambi profondamente soli e che terrà compagnia a Raj, la voce narrante, sino alla sua morte. E’ un’amicizia che nasce dietro le sbarre di una prigione, quella che ospita David, con le sue boungaville ed i suoi alberi di mango, una prigione che affascina il piccolo Raj, così come lo affascinano i capelli biondi e gli occhi blu di David. Entrambi cercano di fuggire: Raj da un’infanzia fatta di solitudine e di botte, e David da un destino ormai segnato dalla malattia più che dalla guerra. Fa da sfondo un’isola meravigliosa, lussureggiante, dalla natura generosa ma, al tempo stesso, terribile, una natura che accoglie nel suo grembo questi due piccoli fuggitivi.
Ho amato moltissimo questo libro, che è poi la storia di un’infanzia negata e l’ho letto d’un fiato, in un weekend, quasi fosse un bicchiere d’acqua: lo stile richiama quello di Arundhati Roy ma in questo caso, l’autrice, Nathacha Appanah, vive e lavora in Francia. E’ strano ma è il terzo libro che leggo, nel giro di poco tempo, che ha come tema centrale quello dell’infanzia….. e mi dico che da quando sono diventata mamma sono ancora più attenta, maggiormente sensibile alle problematiche legate ai bambini. Io l’ho letto in francese,  ma ho visto che è stato tradotto anche in italiano ed è disponibile su tutti i negozi di e-commerce.
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Verdure

Carciofi alla romana come li fa la mia mamma…….



Vi avevo già proposto una ricetta, la parmigiana di carciofi, in cui questo ortaggio la faceva da padrone; nei carciofi alla romana diventano il protagonista assoluto della ricetta. Questa è una di quelle ricette che mia mamma fa da che io mi ricordo, cioè da sempre e sempre nello stesso modo, utilizzando però una modalità di cottura un pò particolare: innanzitutto non li cuoce con la pentola a pressione ma in un tegame, e poi è solita coprire i carciofi con dello scottex. Anni fa, quando ancora esisteva il panificio sotto casa che vi metteva il pane nella carta marrone scuro (che era veramente una carta multiuso perché poi si trovava sempre il modo di riutilizzarla in cucina!) li copriva con quella carta, ora impiega lo scottex perché sostiene che in questo modo i carciofi si cucinino come se fossero al vapore: vedete la foto di seguito e capirete!

Ingredienti per due persone:

calcolate “almeno” 2 carciofi a testa tipo Violetto o Romanesco, se poi siete come me, allora dovete raddoppiare il numero2 spicchi di aglio
1 cucchiaio di mentuccia romana olio EVO
sale, pepe q.b.


Pulite i carciofi togliendo le foglie esterne, le più dure, e strofinateli con il limone per non farli annerire. Sbattete sullo spigolo del tavolo oppure del mobile della cucina il carciofo intero per far in modo che il cuore si apra leggermente. Preparate un composto con aglio finemente tritato, mentuccia romana (attenzione la mentuccia romana NON è menta, è un’altra cosa……), sale e pepe. Mettete un piccolo quantitativo di questo composto all’interno di ogni carciofo, nel cuore insomma. Una volta preparati, mettete i carciofi in una pentola con l’olio appoggiandoli dritti ed aggiungete sopra un altro pizzico di sale e pepe. Lasciate cuocere per 5 minuti circa, poi versate 1/2 bicchiere scarso di acqua. Coprite con lo scottex e lasciate cuocere a fuoco lento per 30 minuti circa. Una volta che li preparate, ne potete cuocere molti di più di quelli che poi consumerete e surgelarvi nelle pratiche vaschette di alluminio.
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Passatelli in brodo


Eccomi tornata all’opera…Oddio non è che sia proprio guarita e difatti la ricetta di oggi riflette ancora il mio stato fisico. In realtà visto che sono ancora ammalata, non potevo cimentarmi in una ricetta troppo complicata anche perché al solo pensiero di avere dinanzi a me un tot numero di ingredienti il mio stomaco si mette automaticamente in modalità “subbuglio”, quindi ho pensato di preparare una ricettina che è un classico in cucina, che mi piace tanto tanto perché è comunque un piatto completo e che non mi faccia male in questo momento: i passatelli in brodo.Ingredienti (per 2 persone abbondanti)
750 ml di brodo di carne (io ho usato un brodino di pollo)
2 cucchiai di farina
3 cucchiai di parmigiano grattugiato
2 uova intere
3 cucchiai di pangrattato
abbondante grattata di noce moscata
grattata di scorza di limone non trattato
sale, pepe q.b.


Rompete le uova in una terrina e sbattetele, poi aggiungete la farina, poi il pangrattato, poi il parmigiano, poi grattate la noce moscata, aggiustate di sale e pepe. Potete aggiungere anche una grattata di scorza di limone che darà ai passatelli quel certononsoche particolare. Otterrete un composto che deve risultare abbastanza consistente, non troppo molle: se vi accorgete che il vostro composto è troppo morbido aggiungete del pangrattato oppure del parmigiano sino ad ottenere la consistenza desiderata. Nel frattempo avrete portato ad ebollizione il brodo, quando vedete che bolle bene, mettete il composto in uno schiacciapatate. Potete utilizzare anche un sac à poche oppure una specie di pistola che io utilizzo per fare i biscotti della Tescoma.
Fate cadere nel brodo bollente questi vermicelli, lasciate cuocere per un paio di minuti, devono risalire in superficie. Gustate bollenti con una bella grattata di parmigiano.
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Faraona con bacche di ginepro


Due giorni di asilo ed eccomi già ammalata…..e sì perché mentre mia figlia è tutta arzilla e si diverte a giocare con gli altri bimbi, io faccio l’inserimento insieme a lei ma evidentemente mi sono beccata l’ultimo colpo di coda dell’influenza gastro-intestinale che mi ha messo ko da 48 ore. Non vi dico la voglia di cucinare: fortuna che avevo questa ricetta pronta, fatta la settimana scorsa che posso proporvi. In realtà questa è la rivisitazione di una ricetta che la mia amica Luciana, umbra di nascita, ci prepara sempre, da anni, ogni volta che andiamo a trovarla e noi non ci stufiamo mai di mangiarla. Ora la faraona come la fa Luciana secondo me è insuperabile: innanzitutto lei utilizza una faraona intera ruspante e poi riempie l’interno della faraona con questo composto di bacche di ginepro e salvia che conferisce alla carne un aroma unico, inconfondibile. Il risultato poi è di una bontà superlativa pur nella sua estrema semplicità. Io ho utilizzato invece una faraona a pezzi, per mia comodità, ma ho cercato di inserire sotto la pelle delle bacche di ginepro che, devo dire, hanno svolto egregiamente il loro compito.

Ingredienti
1 faraona a pezzi
1 cucchiaio di bacche di ginepro
3 spicchi di aglio
2 rametti di salvia
1/2 bicchiere di vino bianco
olio Evo
sale, pepe q.b.

Schiacciate grossolanamente le bacche di ginepro: io utilizzo un cucchiaio per comodità e rapidità. Schiacciate i due spicchi di aglio, spezzettate la salvia: mettete questi 3 ingredienti insieme ed otterrete un composto grossolano. Con questo composto, strofinate energicamente la faraona in modo che l’aroma del ginepro e della salvia penetrino nella carne. Se vi rimangono delle bacche infilatele sotto la pelle della faraona, lasciate riposare un’ora circa. In una padella mettete dell’olio ed aggiungete la faraona ed il composto ginepro-salvia-aglio che vi sarà avanzato. Fate andare per 10 minuti a fuoco svelto, versate 1/2 bicchiere di vino e lasciate evaporare. Abbassate leggermente il fuoco e proseguite la cottura per almeno altri 20 minuti. Quando la faraona assume un bel colore marrone, è pronta: servite calda.
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150 anni per fare la spesa…….


Nel weekend ho visto una mostra che vi segnalo volentieri dal titolo FARE LA SPESA 1861 – 2011, Carte illustrate dalla collezione Rapisarda.
La collezione Rapisarda, con le sue 12.000 carte illustrate di uso quotidiano, è una fonte inesauribile di documenti, testimonianze ed immagini interessanti ma poco noti della storia italiana. La mostra propone al visitatore oltre 120 tra cartoline, etichette, figurine, locandine, ma anche periodici e libri che raccontano un gesto quotidiano, quello del fare la spesa, comune alla vita di ogni famiglia. Si inizia  con documenti che datano del 1861 relativi alle tante, forse troppe, monete esistenti negli staterelli pre-Unità d’Italia, e si continua con tutta una serie di illustrazioni e volantini dei mercati tra fine Ottocento e primo Novecento.

La storia scorre poi illustrando l’arrivo sul mercato degli alimenti in scatola, le prime réclame, la stagione eroica delle figurine, dei concorsi e dei premi per concludere con la “donna moderna” che attraverso i nuovi elettrodomestici a disposizione (il frigorifero a marca Fiat ad esempio) si affranca dalle fatiche domestiche. Quello affrontato dalla mostra è uno spaccato di vita italiana, fatto di ricordi, di souvenir e di citazioni che tante volte abbiamo sentito evocare dai nostri nonni o dai nostri genitori. 

La mostra è ospitata negli spazi del Cinema Arcadia di Melzo ed è stata prorogata sino al 17 marzo prossimo: fateci un giro, magari coglierete anche l’occasione per andare al cinema Arcadia, la prima struttura in Italia ad introdurre il concetto di multiplex, specializzato nell’alta definizione dell’audio e del video.
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