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dicembre 2012

Dolci

Pandoro farcito con mascarpone allo zabaione


 Scusate scusate scusate ma quest’anno, sul mio blog, non si è respirata l’aria natalizia: sarà perché siamo ritornati dal nostro viaggio di nozze il giorno dell’Immacolata quando oramai il mese di dicembre era già iniziato; sarà che, al mio rientro al lavoro, sono stata letteralmente travolta da tutte le cose che si erano accumulate sulla mia scrivania e che dovevano essere fatte prima della chiusura aziendale; sarà che le lavatrici fatte dopo il viaggio aspettavano tutte pazientemente il turno di stiratura…..insomma per farvela breve sul mio blog sono state completamente assenti le ricette legate al Natale. A casa abbiamo fatto, appena tornati, l’albero di Natale ed il presepe, oltre ad aver appeso le decorazioni ma, confesso di non avere avuto il tempo per preparare i papassini ed altri dolcetti che transitano solitamente nella nostra cucina….oggi cerco di rimediare con questa ricetta di pandoro farcito di mascarpone allo zabaione à tomber…..io ho già prenotato il mascarpone presso la mia solita cascina che mi rifornisce……ho già l’acquolina in bocca!
E se non dovessi trovare il tempo in tutta questa frenesia pre-natalizia, di postare un’altra ricetta, vi auguro di trascorrere un Natale sereno circondati dall’affetto dei vostri cari!
 
1 pandoro da 750 gr300 gr di mascarpone6 tuorli180 gr di zucchero16 cucchiai di MarsalaIn una terrina lavorate bene il mascarpone. In una casseruola, sbattete i tuorli con lo zucchero sino a quando sono diventati chiari, poi versate il Marsala continuando a mescolare. Fate cuocere questo composto a bagnomaria per 10 minuti continuando a mescolare sino a quando non comincerà a montare. Togliete la casseruola dal fuoco ed aggiungete il mascarpone mescolando bene. Tagliate la base del pandoro, farcitelo e richiudetelo, lasciate raffreddare un paio di ore e poi mettete il pandoro in freezer per 12-18 ore almeno. Tirare fuori una decina di minuti prima di consumarlo. Se proprio volete esagerare, potete ricoprire il vostro pandoro ipocalorico con della cioccolata fusa……
 
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Mousse di tonno, cipolle al balsamico ed olive nere


 A Roma la tradizione vuole che la vigilia di Natale si mangi solo pesce. A casa dei miei, il 24 dicembre all’ora di pranzo ci limitiamo a consumare un brodino, accompagnato al massimo da un’insalata, per preparare lo stomaco ai bagordi che ci attendono la sera, bagordi che iniziano sempre e rigorosamente con il fritto vegetale da urlo.Nel menù della vigilia figurano dei piatti “imprescindibili” tra cui il mitico spaghetto con il tonno di cui mia mamma proprio non può fare a meno ;-))))) Ogni anno, però, gli antipasti cambiano e ci impegniamo a trovare sempre delle nuove idee di stuzzichini a base di pesce. L’anno scorso vi avevo proposto una crema di tonno e patate, quest’anno eccomi con un’altra mousse di tonno ma dal sapore decisamente inedito: un pesto di tonno con cipolle rosse di Tropea ed olive nere.Prima di prepararla per i miei il giorno della vigilia, l’ho voluta proporre ad una coppia di amici che ieri erano a pranzo da noi per capire se poteva piacere …..ebbene il verdetto è stato più che positivo visto che hanno finito tutta la crema preparata.  
60 gr di tonno sott’olio1 cipolla rossa di Tropea di media grandezza1 pugnetto di olive taggiasche o di olive di Gaeta1 cuore di sedano biancoOlio evo q.b.2 cucchiai di aceto o di glassa balsamicaSale q.b.Tagliate a rondelle sottili la cipolla e mettetela a cuocere in una padella con un goccio di olio a fuoco bassissimo per 20 minuti almeno. La cipolla si deve sciogliere, non bruciare. Aggiungete poi due cucchiai di aceto o di glassa balsamica e continuate la cottura per altri 10 minuti. Recuperate la parte centrale del sedano e fatela a tocchetti, snocciolate le olive. Nel frullatore mettete il tonno sgocciolato, la cipolla caramellata, le olive ed il cuore di sedano: frullate bene il tutto, aggiungete un filo di olio ed aggiustate di sale. Riponete in frigo per 6-8 ore almeno: prima di consumarla toglietela dal frigorifero mezz’ora prima.
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L’Amatriciana “invertita”


 Dopo 3 settimane di steamed rice, sentivamo tutti il bisogno di ritornare alle “origini”, di mettere sotto i denti qualcosa di più sostanzioso….la Nanetta non ha fatto altro che sognare per 3 settimane la pasta con il burro ed il parmigiano mentre l’Uomo Goloso, nonostante l’overdose di riso, bramava un risotto con le quaglie; la sottoscritta, invece, non ha mai tradito le sue origini romane e desiderava ardentemente un piatto di rigatoni all’amatriciana…..quindi non appena messo piede sull’italico suolo, mi sono subito attivata per soddisfare i desideri di tutti. Questa volta, però, ho voluto fare un’amatriciana un po’ insolita, all’inverso. Ho fatto sempre il classico sugo con il guanciale, ma con la manciata di pecorino ho preparato dei saporiti gnocchetti di ricotta: devo dire che il risultato è andato ben al di là delle mie aspettative ed ha soddisfatto i palati della famiglia! 
Per gli gnocchetti250 gr di ricotta50 gr di pecorino romano1 tuorloNoce moscata q.b.100 gr di farina 
Per il sugo1/3 di cipolla50 gr di guanciale180 gr di polpa di pomodoroOlio evoSale e pepe q.b. 
Setacciate la ricotta e mettetela in una terrina insieme al pecorino, alla farina, al tuorlo, alla noce moscata: lavorate bene il tutto. Dall’impasto prelevate un pezzo di pasta che dovrete trasformare in un filoncino, dopo averlo passato nella farina, tagliatelo a cubetti; ripetete questa operazione sino a quando non avrete esaurito la pasta.
Preparate il sugo: in una padella scaldate l’olio, unite la cipolla, lasciatela imbiondire e poi il guanciale, lasciate insaporire il tutto 4-5 minuti, poi versate la polpa di pomodoro e cuocete a fuoco basso per almeno  20 minuti, il sugo si dovrà consumare, senza bruciarsi. Cuocete gli gnocchetti, scolateli, poi saltateli in padella; volendo potete aggiungere dell’altro pecorino ma i 50 gr di pecorino aggiunti nell’impasto, sono, a mio avviso, più che sufficienti.  
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I’m back!


 Buongiorno a tutti! Eccomi di ritorno dopo 3 settimane di viaggio in Cambogia e Thailandia. Sicuramente la Cambogia è il paese che ci è rimasto nel cuore grazie all’adorabile guida locale che ci ha fatto scoprire aspetti di questo piccolo stato incredibili e sconosciuti ai turisti frettolosi. Certo però che passare dai 34° della Thailandia ai -1 di Milano dello scorso weekend è stato uno choc termico:  portiamo tuttavia dentro di noi il calore di tutte le persone in cui ci siamo imbattuti. Se dovessi riassumere la Cambogia in una sola parola, il termine più appropriato sarebbe “sorriso”: un sorriso nelle labbra, negli occhi, nei volti dei cambogiani, nel 90% dei casi poverissimi, un sorriso contagioso, che non li abbandona mai e che disorienta noi Occidentali….com’è possibile che questa gente che ha conosciuto l’orrore di un genocidio solo vent’anni fa, possa agire e comportarsi come se il passato si sia cancellato? E’ strano ma è così, è il carattere dei cambogiani, forse dipende anche dalla religione, il buddismo, che tutti praticano con devozione, soprattutto le persone più anziane. Ed il sorriso della gente ha colpito molto anche la Nanetta che, dall’alto dei suoi tre anni, un giorno ci ha chiesto come mai in Cambogia tutte le persone le sorridessero e la salutassero mentre nel paesiello dove viviamo le altre mamme dell’asilo fanno fatica a salutarci……….
Il nostro viaggio in Cambogia è stato anche un viaggio nella cucina cambogiana, un viaggio tra le spezie, nei mercati locali dove si trova veramente di tutto da mangiare. Diciamo subito che la cucina khmer si basa essenzialmente sul riso e sul pesce, soprattutto quello di acqua dolce. Diversamente dalla cucina vietnamita che subisce molto l’influenza della cucina cinese o da quella thai, sicuramente deliziosa, ma speziata e non adatta agli stomaci più deboli, la cucina khmer è più semplice, meno elaborata ma non per questo meno buona. Sfogliando le pagine del libro di Luu Meng, chef cambogiano che è un po’ la versione khmer del nostro Gualtiero Marchesi (oddio speriamo che Gualtiero Marchesi non se ne abbia a male), Meng definisce la cucina khmer una cucina basata sostanzialmente sull’impiego delle spezie o delle erbe aromatiche fresche: si usa lo zenzero fresco, non essiccato; si usano diversi tipi di basilico, la citronella, ma tutte queste erbe vengono lavorate da fresche.
Abbiamo percorso il paese da nord verso sud ed abbiamo visto risaie a perdita d’occhio. Pensate che un contadino cambogiano può mangiare addirittura sino ad un kilo di riso al giorno! Il riso viene semplicemente bollito e non è profumato come quello thai. Il piatto tradizionale khmer, il corrispettivo delle nostrane lasagne, è l’amok di pesce (pesce cotto insieme alla citronella ed ad un melange di spezie in una foglia di banano): ogni brava massaia cambogiana ha la sua personale versione dell’amok di pesce insomma proprio come qui da noi in ogni casa troviamo una versione diversa della lasagna…..
Ma la Cambogia è anche il paese in cui si cerca di mangiare sostanzialmente tutto quello che la natura ci offre…..ed allora perché non soddisfare il palato con del serpente fritto che l’Uomo Goloso ha coraggiosamente mangiato?

Oppure che ne dite di deliziosi spiedini di topo…di risaia naturalmente?
 
Cosa mangiano i cambogiani all’ora dell’aperitivo? L’abbiamo provato per voi, ma attenzione è un aperitivo ad alto contenuto di proteine animali……
 
E poi c’è tanta frutta e verdura ovunque, come questi giganteschi jack fruit o frutti dell’albero del pane che arrivano a pesare sino a 20 kg……
Moltissimo pesce e cucinato nelle forme più disparate: io, da brava pescivora, ho passato due settimane a mangiare pesce a pranzo e a cena….date un’occhiata a questi succulenti granchi con pepe verde di Kampot!

E poi i mercati locali sono incredibili, anche più colorati dei nostri!
 

Concludo questo lunghissimo post con una frase di Deng Ming Dao: tutto quello che vuoi sapere della vita puoi impararlo viaggiando, tutto quello che vuoi sapere delle persone, puoi impararlo stando in mezzo a loro….e noi sicuramente abbiamo imparato moltissimo e faremo tesoro di tutto quello che abbiamo vissuto trasformando le nostre esperienze in nuove opportunità di crescita…..
Don’t worry però, ritornerò con le mie ricette in settimana…datemi il tempo di organizzarmi e di digerire il jet lag!
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