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Viste le precipitazioni degli ultimi giorni, non si direbbe che siamo nel mese di aprile…….ed io sono già entrata in modalità ricette di primavera…..Lo scorso weekend, approfittando di due raggi di sole, ho preparato per me e la Nanetta questo semplice carpaccio che ho condito, però, con la salsa “ravigote” cioè una salsa classica della cucina francese, leggermente acida. Gli ingredienti base sono cipollotto o scalogno, prezzemolo, cerfoglio, maggiorana, rossi d’uovo sodo da personalizzare con ingredienti a piacere tipo senape, pepe, vino bianco o aceto balsamico….
La Nanetta adora il brodo di carne e la minestrina; si mangia in media due scodelle di minestrina con dentro 70 gr di pastina…..non so se avete presente quanto siano 70 gr di pastina….Le nonne assecondano volentieri questo suo amore per il brodo preparando spesso il bollito. Ora l’unico inconveniente è che mi resta sempre della carne da bollito, in genere manzo e pollo, da smaltire e non so mai come farla fuori. Ho provato recentemente a riutilizzare la carne del bollito facendo delle polpette a cui ho aggiunto una patata schiacciata e della paprika dolce: la patata bollita e schiacciata conferisce morbidezza al composto, mentre la paprika dolce da un po’ di verve al tutto. Ho poi abbinato queste polpette a della mostarda fatta in casa: il risultato mi ha davvero soddisfatto, i due sapori si sposano e legano alla meraviglia.
Sono stata invitata tempo fa dal Consorzio Tutela Provolone Valpadana a un tour guidato alla scoperta della lavorazione di questo formaggio che è sicuramente tra i miei preferiti. Il Consorzio Tutela Provolone Valpadana è un organismo, senza fini di lucro, che raggruppa i soci produttori di formaggio Provolone Valpadana Dop; si tratta di caseifici situati in una zona di produzione ben definita (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e provincia di Trento) che trasformano in Provolone Valpadana D.O.P esclusivamente il latte raccolto nella stessa zona.
Ultimamente stiamo comprando la carne da un piccolo produttore piemontese, la ordiniamo per mail e ci viene consegnata direttamente a casa. Sul file in excel che ci manda per l’inserimento del nostro ordine sono indicati tanti tagli di carne che io non ho mai sentito e che personalmente non conosco: l’arrosto della vena, ad esempio, meglio conosciuto come cappello del prete; il filetto degli ebrei o falso filetto con cui io ho realizzato questa ricetta, o ancora la gallinella adattissima per gli arrosti….insomma mi sto avventurando in un terreno poco conosciuto, quello della cottura della carne, ma che mi consente, al tempo stesso, di imparare cose nuove.
Ho assaggiato questa ricetta in un ristorante in provincia di Brescia lo scorso inverno. A me, che non sono amante della carne, era piaciuta per la sua semplicità e per il suo gusto: la carne infatti, dopo una cottura lenta di oltre due ore, era tenerissima e quel sughetto che la accompagnava era adattissimo per fare la scarpetta. Avevo in freezer un tocco di carne da circa 1 kg che ho comperato dal ns rivenditore piemontese di fiducia, non sapevo bene come utilizzare questo pezzo di carne (di solito con il cappello del prete ci faccio lo spezzatino) ed ho voluto provare questa ricetta. Dopo una breve ricerca in rete, ho identificato la ricetta che più si avvicinava a quella da me assaggiata.
Visto che non siamo dei grandi consumatori di carne, abbiamo deciso che, le due volte a settimana in cui la consumiamo, cerchiamo di mangiare della carne di qualità. E’ per questo motivo che, da circa un anno, abbiamo modificato anche la nostra fonte di approvvigionamento. Prima comperavamo la carne al supermercato o al mercato, adesso andiamo a prenderla in una cascina non lontana da casa oppure la ordiniamo presso un piccolo produttore piemontese che ce la consegna direttamente a casa. Devo riconoscere che, pur non amando particolarmente la carne, la differenza di gusto si percepisce nettamente. Anche se nella grande distribuzione acquistavamo sempre carne italiana, controllata, il gusto della carne acquistata presso questa cascina o fatta venire dal Piemonte è diverso, non c’è dubbio.
Il 2016 è stato un anno disastroso per gli amanti dei funghi, le piogge completamente assenti nel mese di settembre ed il clima anormalmente caldo hanno impedito a queste delizie dell’autunno di far capolino nei boschi….per fortuna che quest’anno la situazione è differente. Si è vero abbiamo avuto una delle estati più calde dell’ultimo decennio ma il mese di settembre ha portato con se il fresco e la pioggia e…..i funghi….