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Riso e risotti

Riso

Pomodori col riso


Sono andata a fare un giro sul mio blog per vedere che tipo di ricette avevo condiviso con voi quest’estate e mi sono resa conto che non ci sono molte proposte a base di pomodori: è un vero peccato perché sono buonissimi, fanno bene e sono colorati. Devo essere sincera: la Nanetta i pomodori dell’orto se li mangia crudi proprio come me li mangio io, senza sale e senza olio e poi visto che quest’anno abbiamo anche i datterini, dolcissimi, i sughetti con un pizzico di sale e due foglie di basilico sono à tomber…..però questa ricetta di pomodori con il riso non potevo non proporvela perché per me rappresenta un classico dell’estate e della cucina di mia mamma…… Perché? Semplicemente perché per i romani autentici, i pomodori con il riso rimandano subito a ricordi di estate, di scuole finite, di giochi in cortile con gli altri bambini, di nuche sudate e di corse sfrenate…..poi crescendo i pomodori con il riso hanno continuato, nel mio immaginario, ad evocare il profumo dell’origano, il riso mangiato croccante, le patate morbide morbide che sanno sorprendentemente di pomodoro.

E a Roma i pomodori con il riso sono un piatto tipico dell’estate, li trovate anche nelle rosticcerie che per i romani sono le gastronomie. Ricordo che ne facevano di buonissimi alla storica rosticceria Di Pietro, alla Piramide: ora non c’è più sostituita dall’ennesima banca. E da quando vivo a Milano ne sento la mancanza: fortuna che c’è l’orto che mi consente di approvvigionarmi di questi gustosi e colorati doni della natura.

Dovete innanzitutto munirvi della materia prima ovvero dei pomodori che dovranno essere grandi, maturi al punto giusto, non ammaccati, integri e saporiti. Considerate un pomodoro a persona. Tagliate la parte superiore del pomodoro e mettete da parte il “cappello”: svuotate il pomodoro, tagliatelo a cubetti e mettete l’interno a macerare in una terrina, per un paio di ore, con uno spicchio d’aglio tagliato finissimo, pepe, olio d’oliva, origano (molto, se vi piace) e  riso. Calcolate per ogni pomodoro un pugnetto di riso. Girate i pomodori svuotati e lasciateli sgocciolare. Nel frattempo prendete un paio di patate, sbucciatele e tagliatele a dadini piccoli: le utilizzerete come “contorno” ai pomodori. Riempite ogni pomodoro con l’intingolo della terrina (aggiungete il sale solo all’ultimo momento), richiudetelo con il suo cappello e disponetelo in una teglia da forno. Quando avrete sistemato i pomodori nella teglia, rimarranno degli spazi tra un pomodoro e l’altro che riempirete con le patate. Irrorate il tutto con olio e sale e mettete in forno caldo a 180° per almeno 45 minuti. Spesso succede che i pomodori si aprano un pochino: fate soprattutto attenzione al riso. Si cuocerà ma rimarrà comunque un po’ croccante, tipo pilaf. Le patate assolveranno perfettamente il loro compito: quello di assorbire l’acqua ed il gusto dei pomodori, diventando morbide. Lasciate raffreddare prima di consumarli.

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Risotto fiori di zucca e ricotta al forno


E’ da un po’ che non vi propongo una ricetta a base di riso e la settimana scorsa, dopo che sul tavolo della cucina mi è letteralmente piovuto un cesto di fiori di zucca enormi e dall’aspetto invitante, mi sono detta che forse potevo farci un bel risottino……Ma cosa abbinare ai fiori di zucca visto che hanno un sapore talmente delicato che un abbinamento con un alimento dal sapore troppo pronunciato rischia di cancellarne il gusto? Mi è venuto in mente che in frigo avevo un pezzo di ricotta al forno che mi hanno portato dalla Sicilia, ma che ho visto anche nei supermercati. Diversamente dalla ricotta salata, ottima nella pasta alla Norma, la ricotta al forno è molto delicata: assomiglia alla ricotta ma con un po’ di sale e con una consistenza evidentemente diversa. Ho cucinato questo risotto mescolando le verdure da crude e il risultato è stato sorprendente: un risotto delicato, leggero, con le verdure rimaste ancora croccanti, che non si sono disciolte nel risotto.


Ingredienti per due persone+ Nanetta250 gr di riso Carnaroli
1 zucchina di medie dimensioni
20 fiori di zucca
½ cipolla
1 lt di brodo vegetale
30 gr di ricotta  al forno
una manciata di parmigiano grattugiato
olio evo q.b.
sale e pepe q.b.
Tagliate la zucchina a rondelle, pulite i fiori di zucca e privateli del pistillo, poi apriteli in due.
Affettate la cipolla e mettetela in una pentola con l’olio già caldo: fatela dorare, quando è dorata, cominciate con l’aggiungere il riso, poi il brodo, poi le zucchine. Continuate con la normale cottura del risotto, aggiungendo di tanto in tanto un mestolo di brodo: a metà cottura circa, mettete i fiori di zucca pochi alla volta, in modo che appassiscano dolcemente. Ultimata la cottura- calcolate per il carnaroli almeno 18-20 minuti- spegnete ed aggiungete la ricotta al forno grattata e la manciata di parmigiano. Aggiustate di sale e di pepe, mescolate bene e servite caldo.

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Risotto con germogli di luppolo, filetto di maiale ed ortica saltata


Avrei voluto pubblicare questo post ieri ma Blogger, la piattaforma di Google per i blog, è stata in panne tutto il giorno e sono riuscita ad impossessarmi del mio spazio virtuale solo nel tardo pomeriggio……perciò oggi un post postdatato….Si sono chiusi mercoledì scorso, Tuttofood e BtoBio, due saloni dell’alimentazione che quest’anno si sono svolti in concomitanza con la Milano Food Week. Io ho fatto un giro lunedì per vedere le ultime novità in fatto di alimentazione proposte in ambito bio e non.

All’ora di pranzo sono stata invitata ad uno show cooking avente come tema il piatto unico, che gli chef invitati hanno interpretato e declinato a modo loro. Lunedì c’era Cesare Battisti del ristorante Ratanà: vi ho già parlato di lui e vi ho anche proposto una sua ricetta di risotto alla barbabietola con chips di topinambur. Questa volta Cesare ci ha fornito la sua personalissima e lombardissima interpretazione del piatto unico proponendoci un risotto con germogli di luppolo (leggi anche bruscandoli), filetto di maiale ed ortica saltata in padella.


Ingredienti per due persone:
150 gr di riso Carnaroli
100 gr di bruscandoli
30 gr di grana stagionato
100 gr di ortica cotta
4 fettine di filetto di maiale
4 fettine di pancetta
un cucchiaio di semi di zucca
olio EVO
sale e pepe q.b.
brodo vegetale q.b. per cuocere risotto
burro q.b. per mantecare il risotto
un goccio di vino bianco


In un tegame rosolare il riso con l’olio EVO, aggiungere i bruscandoli (non tutti, lasciatene una manciata da parte), il brodo vegetale e continuare la cottura tradizionale sino alla fine.
Fate appassire in una padella con l’olio l’ortica per un paio di minuti; tostate i semi di zucca in un padellino senza olio ed aggiungeteli poi all’ortica.
Prendete le fettine di filetto di maiale, rosolatele in padella a fuoco alto, poi avvolgetele nella pancetta e proseguite la cottura, sfumandoli con un goccio di vino bianco: i filetti di maiale non devono cuocere molto, dovranno rimanere rosati, non molto cotti. Quando il riso sarà cotto, spegnete e mantecatelo con il burro ed il grana: i bruscandoli rimasti li passerete nel brodo bollente rimasto in modo da intiepidirli e poi li disporrete sul risotto (come da foto).In un piatto grande mettete il risotto con i bruscandoli, disponete i filetti di maiale e l’ortica ai semi di zucca.E voilà il vostro piatto unico!
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Risotto con crema di ortiche e crescenza


Visto il tempo splendido che abbiamo avuto nel weekend, ne ho approfittato per fare un giro all’orto e vedere a che punto sono gli ortaggi piantati. Diciamo che il sole e le temperature relativamente calde dell’ultima settimana hanno fatto in modo che le piante crescessero in fretta e così abbiamo avuto la soddisfazione di cogliere la prima zucchina romanesca (rigorosamente con il fiore attaccato), di assaggiare i piselli, di mangiare le fave fresche e di vedere che i pomodori sono avantissimo nella crescita e che se continua così a metà giugno avremo già i primi pronti per realizzare dei deliziosi sughetti…D’ici là il faut bien s’occuper…. e allora per non perdere tempo, ho colto un pò di ortica tenerella tenerella che cresce intorno all’orto: il periodo è ancora buono per raccogliere l’ortica perché più andiamo avanti con la stagione e più le piante di ortica si trasformano in veri e propri arbusti e a quel punto diventano inutilizzabili ed immangiabili. Munita di guanti e forbici, ho colto solo le foglie più piccole e più tenere perchè avevo in mente di farne un risotto. Rientrata a casa poi, mi è venuto in mente che avrei piuttosto potuto fare una sorta di crema di ortiche mescolandola con dell’ottima crescenza a km0 che compro sempre nella mia solita cascina: ne è venuto fuori un risotto coloratissimo (e questo lo vedete dalla foto) e molto gustoso a tal punto che la Nanetta se n’è mangiato una scodella intera! Provare per credere!


Ingredienti per due persone+ Nanetta
250 gr di riso Carnaroli
1 lt brodo vegetale
150 gr di ortiche già cotte
80 gr di crescenza
50 gr di parmigiano
sale q.b.

Sbollentate le ortiche non più di tre minuti, scolatele bene, strizzatele e mettetele nel mixer con la crescenza, aggiustate di sale: otterrete una crema verdissima, oltre che buona, veramente bella da vedere.
Cuocete il riso come se fosse un normale risotto, aggiungendo del brodo mano a mano che il riso lo assorbe. A due-tre minuti circa dalla fine, aggiungete la crema di ortica e girate bene affinché il tutto si amalgami perfettamente. Spegnete e mantecate con il parmigiano: non c’è bisogno di usare il burro perché la crescenza rende già il risotto molto morbido e cremoso.
Portate in tavola e servite caldo.
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Risotto con barbabietola e chips croccanti di topinambur


Ancora risotto direte voi ed ancora a parlare di Identità Golose dopo oltre due mesi dall’evento! Ma dovete rassegnarvi….questo blog è amico del riso e dei risotti in tutte le loro forme e poi la ricetta di oggi è una di quelle che ho assaggiato ad Identità Golose e delle quali ho assistito alla preparazione. Vi avevo scritto che avevo seguito un workshop dal titolo Identità di Riso e che uno degli interventi era stato fatto da Cesare Battisti…..no, non il martire della Prima Guerra Mondiale e neppure il terrorista in attesa di estradizione (spero che avvenga presto….) in Brasile, in questo caso si tratta dello chef del
ristorante Ratanà, dove, secondo gli utenti di TripAdvisor, si mangia uno dei migliori risotti di Milano e una cotoletta come Dio comanda…..fatto è che Cesare Battisti e la sua équipe hanno portato ad Identità Golose due ricette a base di riso: una è questo risotto alle barbabietole e l’altra è un dolce, delle tartellette di riso, nella più pura tradizione lombarda……le tartellette ancora non le ho provate ma chissà che non mi venga lo schiribizzo di rifarle un giorno o l’altro…..

Cesare Battisti ha insistito molto, nel corso del suo show cooking, sull’importanza della materia prima: riso Carnaroli innanzitutto, da preferire ad altri tipi di riso, burro doppia panna che ancora non ho capito dove comperarlo, visto che quando ho chiesto del burro doppia panna alla mia solita cascina, il padrone mi ha risposto: “signora, il burro doppia panna penso sia quello da affioramento ma oramai, tranne in casi rari, non se ne produce più”…e poi ancora Grana Padano stagionato 14 mesi e crescione crudo per aggiungere quella nota di freschezza al piatto…..insomma tutti suggerimenti validissimi ma che poi, nella vita frenetica di tutti i giorni, io personalmente ho avuto qualche difficoltà ad attuare ed allora bisogna inevitabilmente scendere a compromessi e bisogna fare con quello che si ha e con quello che il supermercato sotto casa ci offre.

All’inizio del post vi ho messo la foto del risotto come l’ho fatto io, prima della spiegazione della ricetta troverete la foto del risotto fatto dallo chef in cui il piatto era servito anche con del crescione crudo ma che io non ho trovato e quindi ho dovuto fare senza…….in ogni caso, vi assicuro che questo risotto è delicatissimo e dal sapore che non ti aspetti. Non ho messo per questa ricetta l’etichetta “Bambini” perché mia figlia non l’ha gradito molto (giusto un paio di cucchiai), in compenso però si è fatta fuori tutte le chips di topinambur e visto che avevo ancora dei topinambur che mi erano avanzati, la sera dopo gliel’ho rifatti e se li è spazzolati tutti :-)))))) comme quoi, i bambini riescono sempre a stupirci con i loro comportamenti!




Ingredienti per 2 persone
250 gr di riso Carnaroli
200 gr di barbabietole
1 lt di brodo vegetale composto da: carota, sedano, cipolla, salvia, alloro, rosmarino ed uno spicchio di aglio, ma se non riuscite un brodo vegetale “normale” va bene
1/2 cipolla
3 topinambur
30 gr di burro
grana grattugiato q.b.
olio EVO
olio di girasole q.b. per le chips
sale, pepe q.b.

Prendete la barbabietola, cuocetela in acqua salata per un paio di ore, pelatela e sminuzzatela: ad onor del vero, io ho comperato la barbabietola già cotta al supermercato e poi l’ho messa nel minipimer ;-))))))

Per il brodo, sapete che lo faccio spesso perché tra i risotti e qualche minestra che preparo ancora la sera per mia figlia, a casa mia non manca mai. Questa volta, però l’ho voluto preparare con gli ingredienti che mi erano stati indicati dallo chef e devo dire che la differenza si vede: innanzitutto perché il colore del brodo è diverso e poi perché questo brodo è molto aromatico e dal sapore intenso in virtù di tutte le erbe che ci sono dentro. E’ un brodo che, secondo me, non è molto adatto per i bambini perché il sapore è troppo accentuato rispetto ad un normale brodo vegetale, però vale la pena prepararlo per capire le differenze.

Ripulite bene il topinambur dalla terra, io l’ho passato appena sotto l’acqua e poi l’ho asciugato subito. L’ho fatto a fettine sottili come se facessi delle patatine fritte e poi l’ho fritto nell’olio di girasole per qualche minuto.
A questo punto, in un tegame mettete l’olio e fate soffriggere la cipolla tagliata a fettine. Cesare Battisti suggeriva di mettere una cipolla intera, di farla dorare e poi di toglierla perché il sapore della cipolla non coprisse quello della barbabietola, personalmente ho fatto un semplice soffritto utilizzando soltanto poca cipolla.
Versate il riso e fatelo tostare, poi cominciate ad aggiungere i mestoli di brodo man mano che il riso si asciuga.
La barbabietola sminuzzata andrà aggiunta non subito ma a metà cottura e gradatamente.
Quando il riso è cotto, spegnete, e mantecate con burro e grana, aggiustate di sale e pepe.
Mettete nei piatti il riso e disponete al centro le chips di topinambur che avrete precedentemente salato.
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Risotto mele, lardo e rosmarino


Non avete notato che è già più di una settimana che non vi propongo nessuna ricetta a base di riso?
Forse penserete che in tutto questo tempo a casa mia il riso non si è mangiato…..e non è così, perché se sto una settimana senza portare in tavola il riso il Cinese comincia ad innervosirsi :-))). Per tutti i lettori recenti che non hanno seguito le puntate precedenti, sappiate che “Er Cinese” è mio marito il quale nutre una passione folle e morbosa per il riso.
Questa ricetta inoltre è fatta  con quello che mi rimaneva nel frigorifero: un ultimo pezzetto di lardo, un paio di mele Fuji che cominciavano a dare segni evidenti di cedimento e poi il rosmarino prostrato del mio balcone che è in piena fioritura. La ricetta l’ho testata sulla Nanetta con ottimi risultati perché l’insieme risulta molto delicato: il lardo con il calore si scioglie regalando cremosità al risotto. Le mele con la cottura si dissolvono e la parte dolce non è troppo preminente, mentre il rosmarino conferisce quel tocco aromatico che ci sta tutto.

Ingredienti per due persone+ Nanetta

250 gr di riso Carnaroli
1 e 1/2 mele Fuji
50 gr di lardo (io avevo quello di San Clemente, ma va benissimo anche un altro tipo)
2/3 rametti di rosmarino
1/2 cipolla
40 gr di parmigiano
un tocchetto di burro q.b. per mantecare
1 lt di brodo vegetale
olio EVO q.b.
sale e pepe q.b.

Affettate la cipolla, tagliate a dadini il lardo, private il rosmarino del ramo.
Fate un battuto con questi 3 ingredienti: cipolla, lardo e rosmarino.
In una pentola, mettete dell’olio e poi versate il battuto: lasciate rosolare qualche minuto, quando vedete che comincia a cambiare colore, aggiungete pure il riso e tostate un paio di minuti. Nel frattempo tagliate le mele a cubetti oppure a fettine dipende dal gusto personale: io ho tagliato alcune fettine perché mi servivano per la foto. Versate un mestolo di brodo nel riso e poi subito dopo le mele: continuate la cottura. A cottura quasi ultimata, aggiustate di sale e di pepe. Spegnete e mantecate il risotto con il burro ed il parmigiano: servite immediatamente.
Buon weekend a tutti e godetevi questo anticipo di estate!
Io conto di andare a bruscandoli :-)))) poi vi faccio sapere.
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Quando il gorgonzola che scappa incontra il riso venere…..



All’ultima edizione di Identità Golose nel gennaio scorso, la regione all’onore nel 2011 era il Piemonte. Lo spazio allestito era molto interessante, perché oltre a proporre la degustazione di specialità alimentari piemontesi, si aveva la possibilità di parlare di cibo con i produttori ed i ristoratori locali.
Io ho chiesto un pò di informazioni e di spiegazioni sul riso venere: me ne hanno regalato un sacchetto da un kilo e, oltre alla ricetta con i chiodini ed i finferli che vi ho suggerito qualche settimana fa, ero a corto di idee, non riuscivo ad abbinarlo con altri ingredienti. Parlando proprio con un produttore locale, mi si è aperto un mondo di sapori: mi ha dato infatti un paio di dritte sui modi di preparazione del riso venere a cui proprio non avevo pensato. Una di queste ricette, semplicissima per altro, consiste in un riso venere mantecato con burro e salvia accompagnato da una salsa di gorgonzola dolce. Ora l’altro giorno nel fare la spesa alla mia solita cascina, c’era un pezzo di gorgonzola “da sturbo” (come si direbbe a Roma): moelleux, fondente, corposo e grasso al punto giusto che solo a guardarlo mi si sono messi in moto i succhi gastrici (tengo a precisare che erano da poco passate le 9 di mattina…). La signora della cascina mi ha poi invitato a comperarlo dicendomi: “signora, non ce l’abbiamo sempre il gorgonzola che scappa, quindi ne approfitti questa volta!”….Il gorgonzola che scappa?- ho chiesto io! Ed ho così appreso che si utilizza questa espressione quando si ha di fronte un gorgonzola eccezionalmente morbido, cremoso, quasi che volesse scappare dalla sua forma….e allora che vi devo dire: beccatevi questa ricettina che certo non è light ma vero è che si vive una volta sola, e forse non avere mai gustato il gorgonzola che scappa è un vero peccato :-)))

Ingredienti (x 2)
200 gr di riso venere
1 lt brodo vegetale
50 gr burro
una decina di foglie di salvia
100 gr di gorgonzola dolce
1/2 bicchiere di latte
sale e pepe q.b.

Fate cuocere il riso venere nel brodo vegetale, in alternativa potete utilizzare semplicemente dell’acqua. In una padella sciogliete a fuoco lento il burro e la salvia. In un tegamino fate sciogliere, sempre a fuoco lento, il gorgonzola con il latte: non mettete tutto il latte, dosatelo, deve risultare una cremina di media corposità, non troppo liquida ma neppure troppo solida.
Il riso venere deve cuocere almeno 40 minuti: assaggiatelo prima di scolarlo perché rischiate che sia troppo duro. Scolate il riso e mantecatelo con il burro e la salvia. Mettetelo in piatto e versate la salsina di gorgonzola dolce.
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Riso venere al profumo di bosco……


Uffa, che strazio…..Ancora riso direte voi, ma a casa mia è un classico visto che mio marito, soprannominato anche “Er Cinese”, nutre una passione (dopo quella per me naturalmente!) sviscerata e cieca per il riso in tutte le sue forme. Questa ricetta, poi, l’abbiamo scoperta per caso in occasione di un viaggio gastronomico che abbiamo fatto in Quebec nel 2008. L’amica che ci ha ospitato a Quebec una sera ci ha proposto del riz sauvage con finferli che abbiamo apprezzato moltissimo. Sempre questa amica ci spiegava come il riz sauvage fosse parte integrante dell’alimentazione degli indiani del Nord America da secoli, come fosse ricco di proteine e di fibre alimentari essenziali per l’organismo…per farvela breve, ci ha talmente convinto sulle proprietà del riz sauvage che siamo ripartiti dal Canada con un bel sacchetto di riz sauvage canadien che abbiamo consumato in un battibaleno…..ora qui in Italia l’approvvigionamento del riz sauvage risulta a dir poco complicato e quindi io ho optato per la stessa ricetta utilizzando però il nostrano riso Venere.

Ingredienti sempre per due persone
200 gr di riso nero Venere
750 ml circa di brodo vegetale
300 gr di chiodini freschi
20 gr di finferli secchi
1 spicchio di aglio
1 pizzico di peperoncino tagliato
sale e pepe q.b.
olio EVO

Fate bollire il riso venere nel brodo vegetale per 40 minuti circa; dovete controllare la cottura perché se vi piace più croccante 40 minuti saranno sufficienti, mentre se lo volete più cotto allora è meglio lasciarlo bollire altri 10 minuti.
Nel frattempo pulite i funghi freschi e mettete a bagno nell’acqua calda i funghi secchi per farli rinvenire: strizzateli prima di utilizzarli. In una padella mettete dell’olio e lo spicchio d’aglio, fate riscaldare bene ed aggiungete i funghi: devono cuocere almeno 7-8 minuti. Aggiungete il peperoncino tagliato a pezzi, poi aggiustate di sale e di pepe. Scolate il riso venere e versatelo nella padella, saltatelo insieme ai funghi mescolando bene. Se vi piace potete aggiungere anche del prezzemolo tritato. Servite caldo.
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Risotto zucca e porcini con “lenzuolino” di lardo


Forse con questa ricetta a base di zucca e porcini sono un pò fuori tempo massimo perché sia la zucca che i porcini si trovano più facilmente in autunno ed all’inizio dell’inverno, mentre adesso le giornate si sono allungate, il sole è tornato a splendere e fa decisamente meno freddo, è solo che ho provato un paio di volte questo risotto che ci è piaciuto molto e mi sono detta che non potevo aspettare il prossimo inverno per proporvelo…..e poi la zucca la si trova ancora nei mercati, mentre i funghi che ho utilizzato sono congelati. Non so se capita anche a voi ma da qualche anno a questa parte non riesco più a trovare dei porcini freschi che emanino quell’odore inconfondibile e che sprigionino del sapore al momento della cottura: sarà perché la stragande maggioranza dei porcini in circolazione vengono dai paesi dell’Est e, mi spiace dirlo, non sanno di nulla, sarà che i porcini italiani stanno diventando merce rara quasi quanto i tartufi, ma sono stata costretta a comperarli surgelati e devo dire che non sono così male. Certo, cerco sempre di fare molta attenzione alla provenienza (ma quello lo faccio per qualsiasi alimento compro) prilegiando i prodotti italiani ed il risultato è decisamente passabile. Ecco quindi una ricettina easy easy da provare prima che finisca il freddo e le materie prime…..
Ingredienti (x 2 persone)
200 gr di riso Carnaroli
1 lt brodo vegetale
300 gr di zucca
200 gr di porcini
scalogno
1 spruzzata di vino bianco secco
4 fette di lardo di Colonnata/Arnad/ San Clemente tagliate abbastanza spesse
30 gr di parmigiano grattato
25 gr di burro
olio Evo
sale e pepe q.b.

Tagliate la zucca a cubetti di piccole dimensioni, fate la stessa cosa per i porcini, affettate lo scalogno. Mettete in una casseruola l’olio e poi lo scalogno, fate dorare lo scalogno, e poi aggiungete la zucca: lasciate cuocere 5-6 minuti e aggiungete i porcini continuando la cottura per altri 5 minuti circa. Versate il riso e lasciatelo tostare sfumandolo con un goccio di vino bianco secco. Quando vedete che il riso si comincia a seccare, cominciate ad aggiungere il brodo vegetale, mescolando di tanto in tanto. Mettete in una padella senza olio le fettine di lardo sino a quando non comincino a diventare croccanti. Ultimate la cottura del riso aggiungendo sempre il brodo. Quando il riso è cotto, spegnete e mantecate con il burro ed il parmigiano. Versate nel piatto e coprite il risotto con i lenzuolini di lardo, mangiate caldo caldo. Devo dire che il lardo con le sue spezie e con la sua sapidità aggiunge una nota insolita e “colorita” a questo risotto tipicamente invernale.
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