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Gelato? Si grazie, ma bio……



E si, sono proprio io e sull’edizione di sabato scorso de Il Giorno parlo della mia avventura con Quaderni Golosi! Ora dopo un pò di pubblicità, passo al tema del giorno….

Con l’arrivo della bella stagione e del caldo, ho pensato di introdurre nella merenda della Nanetta la variante gelato. Ho cominciato, quindi, a cercare in rete ma anche nei supermercati, dei gelati, si industriali, ma che fossero prodotti con materie prime di ottima qualità, possibilmente di origine biologica e con dei gusti che potessero piacere ai bambini.
Devo dire che l’offerta di gelati bio non è ampia. Personalmente ho trovato presso la Cascina Cortenuova, a 5 km da casa, una valida risposta a quello che cercavo: un gelato bio al gusto fiordilatte o cacao (c’è anche il limone) che può rappresentare una sana ed equilibrata alternativa  alla merenda più tradizionale e più invernale a base di thé e ciambellone.
Per quanti però non dovessero abitare da queste parti, eccovi la mia selezione di gelati bio o biodinamici, alcuni dei quali testati personalmente:Credits: Naturattiva

Naturattiva di Valsoia: sono prodotti con materie prime selezionate da Agricoltura Biologica (latte fresco, zucchero di canna grezzo, uova, cacao) e si trovano in secchielli oppure nelle coppette o con lo stecco.

Rachelli: il marchio Rachelli propone gelati biodinamici al tradizionale gusto di vaniglia, cioccolato ed anche mango. Recentemente si sono aggiunti anche i sorbetti biodinamici (deliziosi, li ho provati in occasione del salone BtoBIO). Sono sorbetti che non contengono lattosio, completamente privi di glutine (quindi adatti anche ai bambini affetti da celiachia) e preparati con ingredienti biodinamici e biologici…..e poi i gusti sono sfiziosissimi: mandarino, albicocca, fragola, limone, lampone e mango. Li trovate nei punti vendita NaturaSì.
L’Esselunga purtroppo propone una sola referenza bio: il sorbetto ai limoni di Sicilia.
Ma la grande scoperta l’ho fatta con le agri-gelaterie…… A metà strada tra l’agriturismo e la gelateria, questi negozi sono gestiti da agricoltori titolari di aziende dalle quali ricavano le materie prime per un prodotto genuino e a km0. I gusti dei “gelati degli agricoltori” seguono l’andamento delle stagioni: in primavera e in estate trionfano quelli di frutta, come anguria, fragole e frutti di bosco, mentre in autunno si punta su castagne e agrumi, senza dimenticare i tradizionali fior di mucca (puro latte italiano). C’è anche chi ha osato, proponendo il gusto alla polenta, al grana padano e al vino. In Lombardia ci sono già 13 agri-gelaterie aperte nelle province di Milano, Varese, Mantova, Brescia e Como….. L’ultima, in ordine di tempo, si trova a Bollate (MI), in via Quattro Novembre 47 e si chiama Latteria, la nuova idea del gelato.
Inoltre se siete in giro ed i vostri bambini hanno voglia di gelato, a Forli, Ravenna, Morciano e Milano c’è DolceBio che realizza gelati con ingredienti certificati bio.
A Torino trovate invece la gelateria Bio Senso, mentre a Roma il gelato biologico è quello di  “Fior di Luna”, a Trastevere, che utilizza prodotti del commercio equo e solidale.
Vi segnalo in ultimo questa gelateria, con sede a Vicenza, Gelateria Gnam Gnam : si tratta di una gelateria biologica e didattica…. nel senso che si propone una giornata tra fattoria e gelateria: è un progetto nato per bambini e ragazzi per far conoscere e riconoscere i veri gusti naturali del gelato artigianale. Buon gelato a tutti!


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Le MIE tagliatelle Primavera



In rete si trovano 1000 ed 1 ricette sulla pasta primavera: c’è chi la fa con le verdurine dell’orto raccolte in primavera (vedi piselli o carote); chi invece, come la mia mamma, ci mette la panna; chi utilizza la pasta corta, insomma le interpretazioni di questa ricetta si sprecano…….e la mia è l’ennesima variazione sul tema.A onor del vero di primavera questa pasta ha solo gli asparagi perché gli altri ingredienti si trovano bene o male tutto l’anno.  Forse più che primavera avrei dovuto chiamarla mari e monti: vabbé questo è e beccatela così J
però devo dire che è piaciuta molto alla Nanetta, soprattutto gli scampi che ho dovuto pulire uno ad uno!

Ingredienti per 2 persone+ Nanetta5 nidi di tagliatelle all’uovo
100 gr di asparagi già puliti
80 gr di funghi porcini freschi/congelati, non secchi
una decina di pomodori ciliegino
15 code di scampo
5/6 foglie di basilico
1 spicchio di aglio
olio evo
sale e pepe q.b.

Pulite gli asparagi privandoli del gambo, metteteli in una casseruola con l’acqua fredda, portate ad ebollizione e lasciate cuocere per 5 minuti, gli asparagi dovranno rimanere ancora un po’ duretti.
Pulite i funghi se freschi, se sono surgelati saltate il passaggio.

In una padella mettete l’olio e lo spicchio di aglio, buttate dapprima gli asparagi, lasciate cuocere un paio  di minuti, poi i funghi porcini, stessa cosa, poi le code di scampi ed i pomodori per ultimi: a me i pomodori piacciono appena appassiti, ma sono gusti personalissimi, quindi se volete invece che si frantumino, basta farli cuocere un paio di minuti in più. Aggiustate di sale e pepe. Fate bollire le tagliatelle, scolatele (ricordatevi di tenere da parte un po’ di acqua di cottura della pasta), unitele al condimento. Servite in tavola calde.  

PS: mia mamma aggiunge la panna al composto: dopo i pomodorini mette un paio di cucchiai di panna e lascia cuocere ancora per un paio di minuti. Personalmente io la preferisco senza panna perché anche se messa in piccole dosi, la panna ammazza un po’ i sapori……J
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Poulet Yassa du Sénégal


Se un po’ masticate il francese avrete già capito di cosa si tratta….per coloro che invece nutrono una sana avversione nei confronti della lingua di Molière e prediligono, invece, quella di Shakespeare, trattasi di una ricetta di pollo tipica del Senegal….perché del Senegal vi starete chiedendo voi ?
Quella di oggi è una ricetta che dedico al mio caro amico Khalifà, che veniva da Dakar, un omone grande grande che adorava i bambini e che aveva veramente il dono della cucina: è lui che, con le sue ricette, mi ha avvicinato alla cucina senegalese, che mi ha spalancato le porte di una cucina fatta di ingredienti “poveri” ma gustosa e sana, di un mangiare che è poi soprattutto condivisione. Khalifà purtroppo non c’è più, è venuto a mancare inspiegabilmente e prematuramente più di un anno fa ma il ricordo di lui, ci accompagna ancora e ci troviamo spesso a parlare delle sue ricette, a sognare il suo divino “riz au poisson” o le sue polpette di barracuda…….
Per concludere prima di passare alla ricetta, niente paura, non ci sono ingredienti esotici, anzi si trovano tutti molto facilmente nel negozio sotto casa!

Ingredienti per 2 persone+ Nanetta:
– 3 sottocosce di pollo+ 1 petto di pollo (200 gr circa)
– 3 limoni bio
– 3 grosse cipolle
– 5 cucchiai di olio di arachidi o di olio di palma
– sale e pepe q.b.
– 1 peperoncino dolce
– 1 bicchiere di acqua
– 1 dado (io ho usato cuore di brodo)
– 200 gr riso tipo basmati


Togliete la pelle alle sotto-cosce e tagliate il petto di pollo in pezzi, mettetelo in una teglia e fatelo marinare in frigorifero per almeno 4 ore (potete anche lasciarlo tutta la notte) con: l’olio, il succo e le scorze dei limoni, le cipolle tagliate a pezzi grossi, il sale ed il pepe. Ogni tanto girate il tutto affinché il pollo si impregni bene della marinade.
Sgocciolate il pollo e cuocetelo semplicemente in una padella in modo che diventi croccante e dorato.

Prendete le cipolle presenti nella marinade, sgocciolatele appena e mettetele in un tegame a fuoco lento con un cucchiaio di olio: quando vedrete che le cipolle sono diventate trasparenti, aggiungete il pollo, il dado, ½ bicchiere di acqua, il peperoncino dolce e lasciate cuocere a fuoco lento per 45 minuti, aggiustate di sale e di pepe se necessario. Nel frattempo fate bollire il riso. Quando il pollo sarà pronto servitelo in tavola accompagnato dal riso.



E’ un piatto veramente buono: innanzitutto il gusto di cipolla dopo una cottura così prolungata, evapora e rimane forte l’aroma del limone, mentre le cipolle stesse finiscono quasi per dissolversi nel sughetto che si forma….è per questo che si mangia con il riso bollito, perché il riso svolge la funzione del pane ed evita di dover fare la scarpetta!
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J’aaaadore!

Credits: Pieter Brenner
L’ho vista su Internet ed è stato subito un coup-de-foudre che non potevo non condividere con voi…..Non si tratta dell’ultima sedia design presentata al recente Salone del Mobile di Milano, bensì di una sugar chair ovvero di una sedia-caramella, ideata e realizzata dal designer tedesco Pieter Brenner.
Credits: Pieter Brenner
Questo piccolo gioiello-goloso è costituita unicamente di zucchero, 30 kg per la precisione: Pieter Brenner assicura che la forma e le dimensioni della sedia sono personalizzabili e che il materiale utilizzato, lo zucchero per l’appunto, sarà una delle materie prime del design in un prossimo futuro. Per quanti di voi hanno in mente di fare una capatina a Colonia, sappiate che è in vendita proprio lì, al KISDshop  sino al 5 giugno prossimo alla modica cifra di 800€……Buon weekend a tutti! Io scappo a fare traduzioni!
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Mini cake allo yogurt di capra, fragole e pistacchi



Volevo fare un dolce per la mia Nanetta, un dolce completo ed equilibrato che contenesse uova, ma anche latte e  frutta e che rimanesse morbido in modo da poter essere mangiato a merenda anche senza thé: mi sono ricordata di questa ricetta che avevo letto un po’ di tempo fa su di una rivista francese e che aveva stuzzicato il mio interesse per il fatto di utilizzare nell’impasto lo yogurt di capra, dal gusto più deciso rispetto a quello di mucca. Mi sono messa alla ricerca dello yogurt di capra e mi sono resa conto che non è così semplice trovare formaggi e latticini a base di capra nei supermercati…..Fortuna che dove abito io ci sono, nelle campagne vicine, delle cascine che portano avanti delle produzioni limitate di formaggi e latticini di capra e così sono riuscita nell’intento di approvvigionarmi.
Ho aggiustato le dosi della ricetta, soprattutto quelle della frutta, ed ho messo direttamente nell’impasto le fragole fatte a dadini: è piaciuto ed anche molto come testimoniano le foto, in una delle quali compare la Nanetta che, come un falchetto sulla preda, ronza intorno al cake che poi è finito inesorabilmente nella sua bocca…..d’altro canto non poteva essere diversamente visto che l’avevo fatto per lei e non noi adulti ;-))))
Buona merenda!

Ingredienti100 gr  di burro
150 gr di zucchero
2 uova
1 yogurt di capra (125 gr)
300 gr di farina
1 bustina di lievito chimico
1 8-10 fragole
40 gr di pistacchi
Lavate le fragole e tagliatele a dadini, lasciatene un paio per la decorazione. Sminuzzate i pistacchi.
In un’insalatiera lavorate il burro a temperatura ambiente e lo zucchero. Aggiungete le uova e lo yogurt di capra, continuate a lavorare, poi mettete la farina ed il lievito, alla fine aggiungete le fragole ed i pistacchi.
Potete utilizzare dei pirottini oppure delle mini formine rettangolari (se usate queste ultime rivestitele con la carta forno), versate il composto e mettete in forno caldo a 180°, lasciate cuocere per 30 minuti circa: vale sempre la regola dello stuzzicadente…..se lo inserite nella pasta ed esce ancora umido, significa che non ci siete con la cottura. Lasciate raffreddare.

La mia ricetta è disponibile anche sul sito EasyBaby, andate a dare un’occhiata!
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Barbecue per Superpapà


L’estate è ormai alle porte (anche se a scrutare il cielo di oggi non si direbbe proprio) e con l’estate inevitabilmente i Superpapà si cimentano nella realizzazione di mitici barbecue…..per venire incontro anche alle loro esigenze, ho fatto un giro in rete ed ho scovato le ultimissime novità proposte. Anche chi, come me, non sa da che parte cominciare per fare un barbecue, è conscio del fatto che il materiale impiegato per la combustione (che sia legno o carbonella o altro) rimane uno degli elementi fondamentali per la riuscita della cottura. Se volete però aggiungere quel certononsoché al vostro barbecue, allora provate i  Jack Daniels® Wood Smoking Chips ovvero i pezzetti di legno delle botti utilizzate nelle distillerie della Jack Daniels per invecchiare il whisky. Il loro utilizzo è semplice semplice: prendete qualche pezzetto di legno, buttatelo nel BBQ e questi pezzi di legno sprigioneranno un aroma che conferirà alle vostre grigliate un sapore unico ed inconfondibile, così dicono i commenti in rete).

E poi sempre per restare in tema di botti, ecco l’ultima eccentricità:  la Whiskey Barrel BBQ Pit ovvero il  barile di whisky riproposto in chiave barbecue.  Il barile-barbecue  è all’interno in metallo, fuori di legno e, beh, non c’è molto altro da aggiungere, tranne la soddisfazione che deriva dal cuocere qualcosa in un barile di whisky. Attenzione però, questo sfizietto vi costerà caro: la bellezza di $ 950!
Per i papà super precisini, per quelli che allineano tutte le salsicce sulla griglia utilizzando il metro, ho scovato questa chicca: la Coleman BBQ Caddy ($30)……Non sia mai che una goccia di olio o di ketchup cada per terra! Il BBQ Coleman Caddy ($ 30) è stato progettato per aiutare a trasportare condimenti ed utensili, insomma tutto l’occorrente per la griglia, fuori casa senza sgocciolare ovunque. Ma c’è molto di più: è dotato anche di una radio e nel manico di una luce per aiutare durante la cottura al buio ;-)))))

E per concludere, per i papà più tecnologici che non abbandono il loro blackberry o iPad neppure davanti alla griglia, oggi c’è questa “fantastica” application: la Weber’s On the Grill for iPad…cos’è? E’ un app che per solo 5$ (esiste anche una versione per iPhone) offre un database ricercabile di oltre 250 ricette classiche, istruzioni su come effettuare marinade e salse di accompagnamento, la lista della spesa, un video esplicativo su come riuscire un barbecue,  un timer integrato alla griglia, ed inoltre la possibilità di annotare l’”ingrediente segreto” che distingue il vostro barbecue dalla massa……

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Filetto di maiale in crosta di spezie


Il filetto di maiale è un’altra di quelle “scoperte” quasi lapalissiane che ho fatto in Francia. In realtà la carne di maiale se non è cucinata più che bene rischia di risultare un po’ stoppacciosa, difficile da mandare giù: il filetto di maiale invece rimane molto morbido come carne, inoltre è molto molto versatile perché si presta a 1000 interpretazioni sul tema.
Ricordo che quando era in Francia avrò mangiato il “filet mignon” in almeno 20 modi diversi ed ogni volta lo trovavo buono ed appetitoso. La ricetta di oggi è molto orientaleggiante negli ingredienti, però semplice nella realizzazione e il risultato finale è sorprendente: vi dico solo che la Nanetta, che certo è abituata a mangiare spezie nelle ricette, ne ha divorate tre fette e con il ditino andava a cercare nel piatto i pezzettini di crosta perché evidentemente li trovava gustosi.
Ingredienti per 2 persone+ Nanetta500 gr di filetto di maiale
3 cucchiai di polvere tandoori
3 cucchiai di olio EVO ma in questo caso va bene anche un olio di semi
1 cucchiaino di cumino in polvere
1 cucchiaio di paprika
1 cucchiaio di miele
2 cucchiai di semi di coriandolo
peperoncino in polvere q.b.
sale e pepe q.b.

Prendete i semi di coriandolo e schiacciateli grossolanamente con il cucchiaio; in un recipiente mescolate la polvere di tandoori, il cumino, la paprika, il miele, i semi di coriandolo, l’olio, il peperoncino, il sale ed il pepe: otterrete una pasta rossa. Disponete il filetto di maiale su di una teglia rivestita di carta forno, rimboccatevi le maniche, prendete un po’ di pasta e spalmatela sul filetto di maiale, dovrete ricoprire il filetto il pezzo di carne in maniera uniforme, aggiungete un po’ di acqua. Richiudete la carta forno intorno al filetto di carne e mettete in forno pre-riscaldato a 200°, la carne dovrà cuocere 45 minuti circa: per evitare che si secchi troppo, aggiungete eventualmente dell’altra acqua durante la cottura, girate sull’altro lato il filetto di carne e richiudete.
Tirate fuori dal forno, aspettate che diventi tiepida prima di tagliarla a fette. Potete consumare questo filetto sia caldo che freddo: io l’ho mangiato anche “freddo” e devo dire che è ottimo anche freddo magari in questo caso tagliato a listarelle ed aggiunto all’insalata.
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Tortino orzo, asparagi e groviera


Proseguono le mie sperimentazioni a base di prodotti rigorosamente locali e di stagione: questa ricetta fa parte di quelle testate di recente e che riescono al primo colpo (evento più unico che raro). E’ una ricetta di un piatto unico perché tra l’orzo, gli asparagi, il formaggio e le uova, insomma non vi resta che passare poi alla frutta.
Mi è piaciuta molto e malgrado il tortino sia per 6 persone, in realtà io e mio marito ce lo siamo finito in due volte e devo confessare che il giorno dopo era ancora più buono!
Personalmente amo molto tutto quello che è quiche, torte rustiche, cake salati, terrine perché racchiudono in sé tutti gli ingredienti, si accompagnano bene ad una semplice insalata e costituiscono un’alternativa veloce, gustosa ed equilibrata al 1°, 2° e contorno che è tipico della nostra cucina. 


Ingredienti per 6 persone100 gr di orzo perlato lessato
400 gr di asparagi già puliti
200 gr di groviera
3 uova
½ cucchiaino da caffè di lievito in polvere per salati
80 gr di farina
80 gr di burro
1 dl di panna
1 dl di latte (al bisogno)
sale e pepe q.b.


Mettete in ammollo l’orzo perlato, poi scolatelo e lessatelo in una pentola con acqua e sale: il tempo di cottura si aggira sui 35-40 minuti.
Pulite gli asparagi eliminando le parti legnose, metteteli nell’acqua fredda e portate ad ebollizione: dovranno cuocere 7-8 minuti non di più perché devono restare ancora un po’ duretti.
Scolateli, tagliatele le punte e mettetele da una parte, vi serviranno alla fine per la decorazione, mentre la restante parte degli asparagi dovrà essere tagliata in tronchetti di 2-3 cm di grandezza.
Tagliate la groviera a dadini.
In un’insalatiera lavorate i tuorli delle uova, il burro a temperatura ambiente e la panna; aggiungete poi la farina, la spolverata di lievito, la groviera, l’orzo e gli asparagi: mescolate bene affinché tutti gli ingredienti si amalgamino. Se vedete che il composto così ottenuto rimane troppo duro, modello “malta cementizia” allora aggiungete un goccio di latte. Montate le chiare a neve ed unitele al composto girando dal basso verso l’alto.
Prendete uno stampo per torta, foderate con carta forno, riempite con il composto, decorate secondo l’ispirazione del momento con le punte di asparagi che avrete messo da parte, mettete il tortino in forno pre-riscaldato a 180° per 45 minuti circa: dovrà formarsi un’invitante crosticina dorata…..Togliete dal forno e lasciate raffreddare, il tortino va servito tiepido, anzi se ve ne rimane per il giorno dopo, è ancora più buono: garantisco io!
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Risotto con germogli di luppolo, filetto di maiale ed ortica saltata


Avrei voluto pubblicare questo post ieri ma Blogger, la piattaforma di Google per i blog, è stata in panne tutto il giorno e sono riuscita ad impossessarmi del mio spazio virtuale solo nel tardo pomeriggio……perciò oggi un post postdatato….Si sono chiusi mercoledì scorso, Tuttofood e BtoBio, due saloni dell’alimentazione che quest’anno si sono svolti in concomitanza con la Milano Food Week. Io ho fatto un giro lunedì per vedere le ultime novità in fatto di alimentazione proposte in ambito bio e non.

All’ora di pranzo sono stata invitata ad uno show cooking avente come tema il piatto unico, che gli chef invitati hanno interpretato e declinato a modo loro. Lunedì c’era Cesare Battisti del ristorante Ratanà: vi ho già parlato di lui e vi ho anche proposto una sua ricetta di risotto alla barbabietola con chips di topinambur. Questa volta Cesare ci ha fornito la sua personalissima e lombardissima interpretazione del piatto unico proponendoci un risotto con germogli di luppolo (leggi anche bruscandoli), filetto di maiale ed ortica saltata in padella.


Ingredienti per due persone:
150 gr di riso Carnaroli
100 gr di bruscandoli
30 gr di grana stagionato
100 gr di ortica cotta
4 fettine di filetto di maiale
4 fettine di pancetta
un cucchiaio di semi di zucca
olio EVO
sale e pepe q.b.
brodo vegetale q.b. per cuocere risotto
burro q.b. per mantecare il risotto
un goccio di vino bianco


In un tegame rosolare il riso con l’olio EVO, aggiungere i bruscandoli (non tutti, lasciatene una manciata da parte), il brodo vegetale e continuare la cottura tradizionale sino alla fine.
Fate appassire in una padella con l’olio l’ortica per un paio di minuti; tostate i semi di zucca in un padellino senza olio ed aggiungeteli poi all’ortica.
Prendete le fettine di filetto di maiale, rosolatele in padella a fuoco alto, poi avvolgetele nella pancetta e proseguite la cottura, sfumandoli con un goccio di vino bianco: i filetti di maiale non devono cuocere molto, dovranno rimanere rosati, non molto cotti. Quando il riso sarà cotto, spegnete e mantecatelo con il burro ed il grana: i bruscandoli rimasti li passerete nel brodo bollente rimasto in modo da intiepidirli e poi li disporrete sul risotto (come da foto).In un piatto grande mettete il risotto con i bruscandoli, disponete i filetti di maiale e l’ortica ai semi di zucca.E voilà il vostro piatto unico!
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