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Schiscetta

Riso

Risotto zucca, speck e squaquerone


E come ogni anno, eccomi a fare la lista dei buoni propositi per l’anno appena cominciato. Quest’anno ho deciso di condividere sul mio blog la lista dei buoni propositi, mi sono detta che magari forse, essendo pubblica, il mio impegno nel cercare di migliorami sarà maggiore.Vorrei innanzitutto perdere quei benedetti 2/3 kg che si sono confortevolmente installati sul mio punto vita e per fare questo devo necessariamente dedicare più tempo allo sport.Vorrei riuscire ad eliminare definitivamente dalla mia vita i rami secchi e non mi riferisco ai rami in senso botanico ;-)))Vorrei dedicare ancora più tempo alla Nanetta e vorrei riuscire, almeno una volta al mese, a ritagliare dello spazio da trascorrere en tete à tete con l’Uomo Goloso…..insomma ho tanto lavoro da fare, ma il lavoro più grande e più impegnativo è quello che ogni giorno faccio su me stessa per cercare di essere un esempio per mia figlia. La ricetta di oggi è piuttosto light, perché dopo i bagordi delle feste è necessario ritornare a qualcosa di più leggero ed anche più sano.




250 gr di riso Carnaroli
200 gr di zucca
50 gr di speck
50 gr di squacquerone
2 cucchiai di parmigiano reggiano grattugiato
1 scalogno
brodo vegetale q.b.
vino bianco q.b.
olio evo q.b.

Sbucciate la zucca, tagliatela a dadini piccoli. Scaldate l’olio in una pentola, aggiungete lo scalogno anche questo tagliato sottilmente. Dopo un paio di minuti unite la zucca, aggiungete il riso, lasciate tostare il tutto e cominciate la cottura tradizionale del risotto. Nel frattempo tagliate a listarelle sottili lo speck e scaldatelo in un padellino senza l’aggiunta di materia grassa sino a quando non diventi croccante. A fine cottura, spegnete ed unite lo speck croccante e lo squacquerone al posto del burro, terminate con una generosa manciata di parmigiano grattugiato.
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Tagliatelle con salmone e broccoli





Non so per quale strano motivo ma per me il salmone è indissolubilmente associato al periodo delle feste natalizie. E’ vero che a casa il salmone lo consumiamo tutto l’anno, specialmente quello fresco, però è vero che quello affumicato fa subito Natale, anche se in effetti io lo uso spessissimo nelle mie insalatone estive. Come ogni anno ho ricevuto in dono un salmone da 1 kg che ho provveduto subito ad utilizzare per mille ricette fra cui questa pasta ai broccoli e salmone che ho fatto una sera a cena, appena prima di Natale, di corsa perché c’erano mille cose da fare. 




250 gr di pasta (in questo caso io ho utilizzato delle fettuccine alla farina di castagne)
200 gr di broccoli cotti al vapore
50 gr di salmone affumicato
la scorza di mezzo limone
1 cucchiaio di parmigiano grattugiato
2 cucchiai di panna liquida
Cuocete i broccoli al vapore e tagliateli a fettine. Sfilettate il salmone. In una padella scaldate la panna liquida, unite gli straccetti di salmone, i broccoli e, alla fine, la scorza di limone. Cuocete a fuoco svelto per un paio di minuti. Nel frattempo cuocete la pasta, scolatela e lasciate un po’ di acqua di cottura. Condite le fettuccine con l’intingolo preparato, stemperate con un filo di acqua di cottura ed unite il parmigiano reggiano. Mangiate calde.

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Cotechino in crosta



Non so a voi, ma a me capita che i giorni prima di Natale siano una vera e propria corsa contro il tempo. Il fine settimana è trascorso velocissimo tra merende di Natale, cene ed ultimi preparativi gastronomici. Mi sono seduta a tavolino ed ho finalmente definito tutti i dettagli del cenone del 24 e del pranzo di Natale. Ho fatto l’elenco di quello che mi rimane da comperare; ho visto come apparecchiare il tavolo; ho nascosto i regali per la Nanetta nel grande sacco di Babbo Natale; ho finito gli ultimi pacchetti…insomma non mi sono fermata un attimo e la settimana appena iniziata ha l’aria di non essere di tutto riposo….vabbè mi consolo con il fatto che sarà una settimana cortissima: io infatti dal 24 sono in ferie sino al 27 dicembre!




Non amo il cotechino ma sarebbe più giusto dire che non amavo il cotechino sino a quando non ho provato il cotechino della cascina a km 0 che abbiamo nel paese accanto al nostro. Non amavo il cotechino innanzitutto perché non fa parte della tradizione gastronomica della mia regione e poi perché evidentemente il cotechino assaggiato sino ad ora era di bassa qualità. Ho provato il cotechino artigianale della cascina e devo confessare di essermi ricreduta: è magro, non lascia in bocca quella sgradevolissima sensazione di grasso e, soprattutto, lo trovo un piatto versatile. L’ho cucinato con le lenticchie ed il pomodoro, l’ho provato in maniera classica con il puré e la settimana scorsa, lho preparato in crosta abbinandolo a degli spinaci ripassati con il burro. Devo dire che i miei amici, “milanesi doc”, lo hanno trovato molto gustoso e gradevole. Condivido volentieri con voi la ricetta che avevo per caso trovato non so più su quale rivista. Non vi faccio ancora gli auguri ma vi do appuntamento a dopodomani per un’altra ricetta dal sapore tipicamente invernale.
A presto e stay tuned!

1 rotolo di pasta sfoglia rettangolare
500 gr di spinaci cotti
1 cotechino da 500 gr circa
2 cucchiai di uvetta
1 cucchiaio di pinoli
2 cucchiai di parmigiano reggiano grattugiato
burro q.b.
1 tuorlo d’uovo
semi di sesamo q.b.
Bagnate il cotechino sotto l’acqua tiepida, bucherellatelo con uno stuzzicadenti e poi cuocetelo in maniera tradizionale cioè avvolgendolo in un panno, immerso nell’acqua con una cottura di 2 ore circa. Io l’ho cotto nella pentola a pressione e quindi di 40 minuti me la sono cavata.Sbollentate gli spinaci e ripassateli in padella con il burro cospargendoli di parmigiano, di uvetta e di pinoli. Srotolate la pasta sfoglia, disponete gli spinaci ed adagiate il cotechino: arrotolate il tutto.Spennellate con del tuorlo d’uovo e versate a pioggia i semi di sesamo. Infornate per 25 minuti circa a 200°.
Servite caldo ma è ottimo anche a temperatura ambiente.


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Pasta broccoli gorgonzola e noci


Ogni artista ha la sua fonte di ispirazione o la sua musa ispiratrice…anche io, che certamente non sono un’artista, ho nell’Uomo Goloso la mia fonte di ispirazione: vuoi perché ogni volta che mi metto ai fornelli, lo faccio cercando di ideare delle ricette che gli possano piacere, vuoi perché lui, per motivi legati alla sua professione, è in giro molto più spesso di me e gli capita, con una certa frequenza, di mangiare fuori. 





E’ proprio mangiando nelle trattorie e nei ristoranti italiani che ritorna a casa con degli spunti interessanti per delle nuove ricette, che io poi elaboro e reinterpreto alla mia maniera. Questa pasta è nata proprio così: l’Uomo Goloso mi ha parlato di una pasta molto buona che aveva mangiato a pranzo e così il suo resoconto di un pranzo si è trasformato in una nuova ricetta che condivido con voi! Buon Ponte a tutti! 
250 gr di pasta corta (io ho scelto dei rigatoni maxi) 50 gr di gorgonzola dolce 3 cucchiai di panna da cucina vegetale 150 gr di broccoli 30 gr di noci fresche sminuzzate Olio evo q.b. Sale q.b. 2 cucchiai di parmigiano reggiano grattato 
Sbollentate i broccoli. In una padella scaldate un cucchiaio di olio con i broccoli, aggiungete il gorgonzola fatto a cubetti e la panna liquida: lasciate scaldare per un minuto. Alla fine unite i gherigli di noce sminuzzati grossolanamente. Cuocete la pasta, lasciate da parte un po’ di acqua di cottura della pasta che potrebbe servirvi eventualmente nel caso in cui dovesse risultare troppo asciutta. Condite la pasta con l’intingolo a base di broccoli, gorgonzola e noci, aggiungete una spolverata di parmigiano grattugiato e servite subito in tavola.
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Tortino di patate, speck e verza

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Con il freddo che è finalmente arrivato, è arrivata anche la voglia di accendere il forno e cucinare piatti che scaldino il corpo, il palato e lo spirito. La settimana scorsa vi ho proposto degli involtini di verza “pizzoccherati”: più o meno con gli stessi ingredienti ho preparato questi semplici ma gustosi tortini che ho mangiato tiepidi ma che ho portato il giorno dopo anche in ufficio. A me sono piaciuti molto ed anche a casa li hanno graditi tutti, Nanetta compresa.

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Fagottini di verza pizzoccherati


Non sono scomparsa, mi sono solo presa una pausa di riflessione dopo i drammatici episodi di Parigi….sinceramente ho passato una settimana “meditativa”, una settimana dai toni grigi, spenta…..e sto lentamente ritornando alla normalità, incoraggiata anche dal fatto che tutti miei amici a Parigi stanno bene, sotto choc ma bene…..




Oggi vi voglio proporre una ricetta che rivisita, alla lontana, quella dei pizzoccheri. Dico subito che non sono una fan dei pizzoccheri; li mangio una sola volta durante l’inverno, generalmente preparati da mia suocera, ma in generale li trovo troppo pesanti e difficili da digerire. Sono quindi partita dalla ricetta dei pizzoccheri, cercando di rileggerla in chiave più light: ho realizzato dei fagottini di verza il cui interno contiene il condimento dei pizzoccheri: patate, burro e formaggio casera…….il risultato mi ha pienamente soddisfatto sia come gusto che a livello di digeribilità……provateli anche voi!
Per 2 persone
4 foglie di verza
2 patate piccole
Verza q.b.
Burro salato q.b.
Formaggio casera o bitto (utilizzate un formaggio con cui solitamente si condiscono i pizzoccheri)
2 cucchiai di panna vegetale

Sbollentate per un minuto le foglie di verza; adagiatele delicatamente su di uno strofinaccio in modo che si raffreddino ma, soprattutto, che si asciughino. Nel frattempo bollite le patate,  (io in pentola a pressione l’ho fatte bollire per 2 minuti affinché rimanessero ancora un po’ durette), lasciatele raffreddare e tagliatele a cubetti. In una padella sciogliete del burro, versate le patate, rosolate ed unite il formaggio tagliato a cubetti piccoli insieme alla panna. Fate sciogliere il tutto a fuoco lento, spegnete e lasciate intiepidire. Farcite le foglie di verza, chiudendole con degli stuzzicadenti oppure con dello spago da cucina. Rosolate in padella per un paio di minuti girandoli delicatamente. Si possono mangiare da soli oppure accompagnati da una fonduta. Io li ho provati entrambi…..la fonduta, non so perché, mi si è impazzita…..sicuramente sono buonissimi con la fonduta però, in vista dei bagordi natalizi, cerchiamo di contenerci…….
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Quello appena trascorso è stato un weekend dalle tinte grigie e non mi riferisco solo al grigio della nebbia che ha avvolto tutto intorno a Milano…..chi mi segue da un po’, conosce bene il mio attaccamento per la Francia: ho vissuto molti anni in Francia ed alcune fra le persone  alle quali sono più attaccata vivono lì, a Parigi. Sabato mattina nell’alzarmi e nell’apprendere con sgomento la notizia degli attentanti a Parigi la mia prima reazione è stata quella di scoppiare in lacrime: un pianto a dirotto, con i singhiozzi che ha lasciato però ben presto il posto all’inquietudine….staranno tutti bene? 




Ed allora è cominciato il giro di telefonate, di messaggi su whatapp e sui social network: è iniziato l’appello per capire se qualcuno dei miei amici fosse rimasto coinvolto negli attentati. Ho potuto tirare un sospiro di sollievo nell’apprendere che stavano tutti bene, sotto choc ma bene…….ma è rimasto un dolore profondo, persistente, un’enorme tristezza che mi ha accompagnato per tutto il weekend e che vi sto descrivendo in questo momento. Mi sono astenuta e mi astengo dal fare commenti pubblici su come questa drammatica situazione potrebbe essere risolta…….non lo so…. credo però fermamente nel dialogo e nella capacità di trovare soluzione anche i problemi apparentemente più difficili che gli uomini hanno dimostrato nel corso dei secoli……Oggi vi propongo una minestra comfort food che mi sono preparata nel fine settimana per riscaldarmi dalla sensazione di freddo interiore che non mi ha mollato un attimo.Buona settimana…….
Ingredienti per 4 persone150 gr di ceci secchi2 patate grosse150 gr porcini freschi tagliati a cubettiSoffritto q.b.Sale q.b.
Prezzemolo q.b.
Mettete ammollo i ceci secchi per 18-24 ore, poi cuoceteli in pentola a pressione per 15 minuti circa: i ceci dovranno risultare ancora duretti. Sbollentate appena le patate:  in una pentola con dell’olio, fate soffriggere il sedano, la cipolla e la carota. Aggiungete poi i ceci e le patate tagliate a cubetti, fatele andare per 15-20 minuti circa. Unite poi i funghi porcini freschi anche questi tagliati a cubetti. Continuate la cottura per altri 5 minuti. In ultimo versate il prezzemolo sminuzzato. Aggiustate di sale e pepe. Versate in una scodella con un filo olio e mangiate caldo.
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Piadina cime di rapa e mortadella



Vi ho già scritto del fatto che il sabato sera quando siamo in casa prepariamo sempre delle cene golose: un sabato la pizza fatta in casa, un altro sabato la piadina, un altro ancora i california maki oppure il fritto……lo scorso weekend è stato il turno della piadina e visto che oramai le cime di rapa sono ricomparse sulle bancarelle dei mercati di tutta Italia, non potevo non prepararmi una piadina con due degli alimenti che amo di più in senso assoluto: la mortadella e le cime di rapa……per i miei gusti l’abbinamento è perfetto, delizioso e paradisiaco oserei dire……che dire, provate anche voi e sappiatemi dire!!!!!! 




1 piadinaCime di rapa bollite q.b.1 spicchio di aglio1 punta di peperoncinomortadello con pistacchio q.b.squacquerone q.b.olio evo q.b.
Pulite e sbollentate le cime di rapa. In una padella scaldate una generosa dose di olio extra vergine, aggiungete lo spicchio di aglio e la punta di peperoncino. Unite le cime di rapa e ripassatale in padella per 7- minuti circa. Nel frattempo scaldate la piadina in una seconda padella, quando sarà calda procedete con la farcitura cominciando con il formaggio squacquerone, mettendo poi la mortadella e finendo con le cime di rapa….si consiglia di divorare la piadina al volo e di prepararne subito una seconda……


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Vellutata di castagne e zucca




Ho ricevuto la settimana scorsa “Chi l’ha mangiato?”, un nuovo libro illustrato edito da Editoriale Scienza che ho immediatamente condiviso con la Nanetta, anche se in realtà questo libro è destinato ai bambini dai 2 anni in su. 

Il libro illustra in modo giocoso una “lezione di ecologia” attraverso il semplice gioco del c’è e non c’è più: grazie alle numerose alette da sollevare, i bambini apprendono che si può giocare a nascondino con il cibo e scoprono che a volte agli animali piacciono gli stessi alimenti che amiamo noi proprio perché la  natura riesce a nutrire tutti.
Chi ha mangiato le uova?……sfogliando le pagine del libro, alla fine i piccoli lettori capiranno che si tratta proprio della volpe……oppure chi ha divorato l’insalata? Tutto questo con l’obiettivo di dimostrare che gli animali sono golosi quanto noi!






E se state già pensando ai regali di Natale sappiate che dal 3 ottobre al 2 novembre Editoriale Scienza ha lanciato una promozione dal titolo  “La scienza è servita” che prevede lo sconto del 20% su tutti i loro libri….un’ottima occasione per fare dei regali interessanti per i vs cuccioli!


400 gr di zucca tagliata a dadini
200 gr di castagne bollite
1 patata grande tagliata a dadini
latte di soia q.b.
soffritto q.b.
40 gr di pancetta a cubetti
olio evo q.b.
sale e pepe q.b.
2 cucchiai di parmigiano grattugiato

In una pentola versate un filo di olio, fate soffriggere le verdurine, poi aggiungete la zucca, le patate e le castagne: ricoprite di acqua le verdure e cuocete. Ora se avete una pentola a pressione con 10 minuti di cottura ve la cavate; se invece disponete di una tradizionale pentola la cottura sarà circa di 30 minuti. A fine cottura frullate il tutto, se la vellutata risulta troppo densa aggiungete un pochino di latte di soia. Aggiustate di sale e di pepe. Nel frattempo fate cuocere in una padellino i cubetti di pancetta sino a quando non saranno diventati croccanti. Versate nelle ciotole la quantità di vellutata desiderata, aggiungete le briciole di pancetta, il parmigiano a piacere e mangiate calda.
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