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Riso

Risotto radicchio e alici


Questa ricetta è nata per caso, mettendo insieme degli ingredienti che avevo nel frigorifero un giorno in cui non avevo tempo per fare altro, ma avevo una gran voglia di risotto ;-)))…..e come spesso accade con le ricette che sono frutto del caso e della necessità del momento, mi è riuscita particolarmente bene, sarà perché il connubio alici e radicchio risulta particolarmente fortunato!




250 gr di riso Carnaroli
brodo vegetale q.b.
1 basco di radicchio tardivo o, in mancanza, di radicchio lungo
6/7 alici sott’olio del Cantabrico
1 cucchiaio abbondante di stracchino
2 cucchiai di parmigiano
1 scalogno
olio evo q.b.
½ bicchiere di vino bianco secco
Tagliare finemente il radicchio e lo scalogno. In una pentola con un filo di olio versare lo scalogno ed il radicchio, cuocerli un paio di minuti e poi unire il riso che andremo a tostare. Sfumare con il vino bianco e cominciare la cottura tradizionale del risotto, aggiungendo brodo vegetale al bisogno. A metà cottura unire anche le alici sott’olio tritate. Spegnere il risotto, mantecare con lo stracchino (se volete fare una cosa golosa potete sempre utilizzare il mascarpone) e finire con i due cucchiai di parmigiano. Mangiare caldo.
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Stinco alle spezie di nonna Gianna


Se c’è un piatto che mia suocera prepara veramente bene questo è lo stinco al forno. Se mi seguite da un po’ sul mio blog, avrete capito che non amo particolarmente la carne e che la maggior parte delle volte la preparo solo per far piacere alla Nanetta ed all’Uomo Goloso, però con questo piatto faccio un’eccezione! Nella stagione invernale quando mia suocera mi invita a pranzo, le chiedo sempre di cucinarmi il suo stinco al forno aromatizzato alle spezie che apprezzo moltissimo….e poi succede sempre che ne avanzi uno e che me lo porti a casa per le mie schiscette al lavoro!





Per 3 persone3 stinchi di maiale
olio evo q.b.
1 pugnetto di chiodi di garofano
½ stecca di cannella
sale grosso
fondo di cottura
salvia q.b.
rosmarino q.b.
vino bianco secco

In un capiente tegame mettete almeno tre cucchiai di olio, un rametto di rosmarino, uno di salvia, i chiodi di garofano e la cannella e rosolate gli stinchi a fuoco vivace, aggiungendo anche il vino bianco. Quando la parte alcolica del vino sarà evaporata e gli stinchi avranno cominciato a dorarsi, mettete il tegame nel forno a 170°. Aggiungete il fondo di cottura, che avrete precedentemente preparato diluendolo con dell’acqua calda. Gli stinchi dovranno cuocere almeno un’ora al forno; ogni tanto girateli e bagnateli con il loro sughetto. Aggiustate di sale solo se necessario perché il fondo di cottura tende ad essere già molto salato. Quando il sugo si sarà consumato, servite caldi accompagnati da polenta oppure da un bel puré di patate fatto in casa.

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Insalata di pere, provolone e pancetta



Al contadino non far sapere quant’è buono il formaggio con le pere…..questo vecchio proverbio si rivela azzeccatissimo nel caso di questa semplice ma gustosa insalata, preparata in 5 minuti crono ed ottima come antipasto o come secondo leggero!
Buona settimana a tutti…….e come leggo spesso: i 5 giorni dopo il weekend sono decisamente i più difficili da affrontare ;-)))))




Per due persone
2 pere grandi
40 gr di provolone dolce
4 fettine di pancetta dolce
olio evo q.b.Per la vinaigrette
½ cucchiaio di aceto balsamico
1 cucchiaio di olio evo
1 cucchiaino di miele
1 cucchiaino di semi di chia

Tagliate a cubotti le pere, ripassate in padella con un filo di olio o di burro. Pepate. Tagliate a cubetti il provolone. Cuocete in padella la pancetta sino a quando non abbia perso tutto il grasso e sia diventata croccante. Mettete in una ciotola le pere, il provole e la pancetta. In un’altra ciotola preparate la vinaigrette mescolando l’aceto balsamico, l’olio evo ed il miele. Io non ho aggiunto sale perché sia il provolone che la pancetta apportano al piatto la giusta sapidità. Condite l’insalata con questa emulsione al balsamico e per finire, spolverate con i semi di chia. 
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Mondeghili a modo mio


Prima di venire ad abitare a Milano non ero neppure al corrente dell’esistenza dei mondeghili, le tipiche polpette milanesi fatte con la carne avanzata. Ricordo che li ho assaggiati per la prima alla trattoria La bettola di Piero, tipico ristorante con menù lombardo situato in Via Orti, a Milano, dietro a Porta Romana. Nonostante non sia una grande amante della carne, queste polpette soffici soffici e saporitissime mi sono piaciute subito. 




Nel corso degli anni, le ho poi provate in diversi ristoranti lombardi; da ultimo una cascina con ristorante in cui siamo andati a settembre dello scorso anno….mi sono sempre ripromessa di prepararli, ma poi, per una cosa o per l’altra, non si era mai presentata l’occasione di realizzarli. Ora, durante le feste, ho fatto il brodo ed ho anche preparato il cotechino con le lenticchie per l’ultimo dell’anno. Sia la carne del brodo che il cotechino sono avanzati ed ho pensato bene che fosse finalmente arrivato il momento per preparare questi benedetti mondeghili. Diversamente dai classici mondeghili, io non li ho fritti nel burro- mi perdoneranno i puristi- ed ho aggiunto tanta scorza di limone.


Sono piaciuti tantissimo alla Nanetta che ne ha mangiati addirittura 4, a conferma del fatto che il cucciolo di casa ama i sapori decisi e forti!
Per 5 persone250 gr di cotechino cotto350 gr di carne del bollito (se non avete carne del bollito, potete sempre utilizzare del macinato)La scorza grattugiata di un limone 1 uovo Prezzemolo q.b.2 cucchiai di parmigianoOlio q.b.Pangrattato o, in alternativa, della mollica di pane raffermo inzuppata nel latte

Sminuzzate per bene la carne, mescolatela insieme all’uovo, alla scorza del limone, al prezzemolo ed al parmigiano. Aggiungete il pangrattato o la mollica del pane cercando di avere un impasto non troppo duro. Formate delle piccole polpette schiacciate al centro, passatele nel pangrattato e buttatele nell’olio bollente o, in alternativa, nel burro chiarificato. Cuocetele nell’olio bollente e gustatele calde!
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Cotechino in crosta



Non so a voi, ma a me capita che i giorni prima di Natale siano una vera e propria corsa contro il tempo. Il fine settimana è trascorso velocissimo tra merende di Natale, cene ed ultimi preparativi gastronomici. Mi sono seduta a tavolino ed ho finalmente definito tutti i dettagli del cenone del 24 e del pranzo di Natale. Ho fatto l’elenco di quello che mi rimane da comperare; ho visto come apparecchiare il tavolo; ho nascosto i regali per la Nanetta nel grande sacco di Babbo Natale; ho finito gli ultimi pacchetti…insomma non mi sono fermata un attimo e la settimana appena iniziata ha l’aria di non essere di tutto riposo….vabbè mi consolo con il fatto che sarà una settimana cortissima: io infatti dal 24 sono in ferie sino al 27 dicembre!




Non amo il cotechino ma sarebbe più giusto dire che non amavo il cotechino sino a quando non ho provato il cotechino della cascina a km 0 che abbiamo nel paese accanto al nostro. Non amavo il cotechino innanzitutto perché non fa parte della tradizione gastronomica della mia regione e poi perché evidentemente il cotechino assaggiato sino ad ora era di bassa qualità. Ho provato il cotechino artigianale della cascina e devo confessare di essermi ricreduta: è magro, non lascia in bocca quella sgradevolissima sensazione di grasso e, soprattutto, lo trovo un piatto versatile. L’ho cucinato con le lenticchie ed il pomodoro, l’ho provato in maniera classica con il puré e la settimana scorsa, lho preparato in crosta abbinandolo a degli spinaci ripassati con il burro. Devo dire che i miei amici, “milanesi doc”, lo hanno trovato molto gustoso e gradevole. Condivido volentieri con voi la ricetta che avevo per caso trovato non so più su quale rivista. Non vi faccio ancora gli auguri ma vi do appuntamento a dopodomani per un’altra ricetta dal sapore tipicamente invernale.
A presto e stay tuned!

1 rotolo di pasta sfoglia rettangolare
500 gr di spinaci cotti
1 cotechino da 500 gr circa
2 cucchiai di uvetta
1 cucchiaio di pinoli
2 cucchiai di parmigiano reggiano grattugiato
burro q.b.
1 tuorlo d’uovo
semi di sesamo q.b.
Bagnate il cotechino sotto l’acqua tiepida, bucherellatelo con uno stuzzicadenti e poi cuocetelo in maniera tradizionale cioè avvolgendolo in un panno, immerso nell’acqua con una cottura di 2 ore circa. Io l’ho cotto nella pentola a pressione e quindi di 40 minuti me la sono cavata.Sbollentate gli spinaci e ripassateli in padella con il burro cospargendoli di parmigiano, di uvetta e di pinoli. Srotolate la pasta sfoglia, disponete gli spinaci ed adagiate il cotechino: arrotolate il tutto.Spennellate con del tuorlo d’uovo e versate a pioggia i semi di sesamo. Infornate per 25 minuti circa a 200°.
Servite caldo ma è ottimo anche a temperatura ambiente.


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Pizza patate speck e stracchino


Ci stiamo avvicinando a grandi passi al Natale: è tempo di aperitivi, cene e merende natalizie, di saluti, di incontri, di chiacchiere tutti all’insegna del mangiare bene e del bere tanto……ma spesso, se si decide di organizzare degli aperitivi o delle merende natalizie in casa propria il tempo per preparare degli stuzzichini gustosi è poco…..ed allora io, in occasione di una merenda-aperitivo, ho optato  per delle pizze, farcite e decorate in modi diversi e dai gusti completamente diversi. E’ il caso di questa pizza con patate, speck e tanto stracchino……ma ne ho preparata anche un’altra, che ha riscosso ancora più successo, con broccoli, salame piccante e ricotta salata e che vi posterò settimana prossima! Io scappo; questo weekend mi aspetta un altro aperitivo natalizio da imbastire…….questo però, sarà più tema…..ma non vi voglio svegliare nessun particolare! Buon fine settimana ed a presto!



La ricetta della pizza, ormai collaudatissima, la trovate quiPer la farcitura:2 patate a pasta gialla di medie dimensioni
50 gr di speck tagliato sottile e a listarella
stracchino q.b.
2 cucchiai di parmigiano reggiano grattugiato

Stendete la pasta della pizza e lasciatela riposare ancora una mezz’ora, poi spalmate lo stracchino, disponete le patate tagliate a fettine sottilissime, unite le listarelle di speck ed infine la spolverata di parmigiano reggiano: un filo di olio completerà la pizza. Infornate a 220° per 25 minuti circa. Mangiate calda ma è ottima anche a temperatura ambiente!

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Risotto mortadella, pistacchi e scorza di limone



Vi ho parlato circa un mese fa dell’aperitivo natalizio siglato Citterio a cui io e la Nanetta abbiamo partecipato ed in occasione del quale abbiamo gustato alcune ricette rivisitate in chiave Citterio ed a metà strada fra il dolce ed il salato…..Ebbene, visto il grande amore dell’Uomo Goloso per il risotto, ho rifatto, a casa e a modo mio, un risotto assaggiato proprio in quella occasione. Devo confessare che l’Uomo Goloso non era molto entusiasta dell’idea di un risotto che abbinasse la mortadella alle scorze di limone candite ma il risultato l’ha evidentemente convinto del contrario!





Ingredienti per 3 persone:240 gr di riso carnaroliLa scorza di 1 limone piccolo non trattato20 gr di zucchero 50 gr di acqua20 gr di olio brodo vegetale20 gr di burro30 gr di Grana Padano grattugiato30 gr di pistacchi tritati60 gr di Mortadella Bologna I.G.P Citterio
sale e pepe

Tagliare le scorze del limone a julienne, disporle in una piccola casseruola con lo zucchero e l’acqua e lasciare cuocere a fuoco basso fino a quando avranno assorbito tutto il liquido. Tagliare la mortadella a listarelle che arrotolerete come dei turbantini.Tostare il riso con l’olio e poi cominciare la cottura tradizionale con il brodo. Togliere dal fuoco e mantecare con il burro e il Grana Padano.
Versare il risotto nei piatti di portata, spolverizzare con i pistacchi, le scorze del limone e guarnire con la mortadella.
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Schiacciata di farro con olive



Ieri pomeriggio ho recuperato la Nanetta all’uscita da scuola, le ho fatto fare merenda e poi siamo andate a fare una lunga passeggiata in centro a Milano. Vado abbastanza spesso a Milano ma raramente porto con me la Nanetta: spesso perché sono di corsa oppure perché devo fare delle visite mediche ed allora in questi casi è preferibile che la piccola resti a casa. 



Ieri invece, complice una giornata splendida ed un sole primaverile, l’ho portata con me. La passeggiata a Milano è stata anche l’occasione per fare capolino all’aperitivo natalizio organizzato da Citterio, marchio storico di salumi. I signori della Citterio hanno proposto delle ricette che avevano come ingredienti i loro salumi ma rivisitati in chiave ludica e natalizia. Sulla tavola hanno fatto la loro apparizione dei deliziosi macaron ripieni di mousse di mortadella, dei popcorn con polvere di salame, dei lollypops di grana padano, semi di zucca e cubetti di salame….e poi ancora uno zucchero filato con ripieno salato di speck ed un risotto con scorze di limone, pistacchi di Bronte e mortadella ……insomma una girandola di sapori dolci e salati al tempo stesso che mi hanno letteralmente conquistato e che non hanno lasciato indifferente neppure la Nanetta! Grazie Citterio e bravi!!!!





Ed ora vi lascio la ricetta di una schiacciata al farro diversa dal solito: enjoy!300 gr di farina di farro
200 gr di farina bianca
25 gr di lievito di birra
100 gr di olive taggiasche
1 cucchiaio di semi di finocchio
olio evo q.b.


Sciogliere il lievito di birra in acqua tiepida con un cucchiaino di zucchero. Sulla spianatoia mettere la farina a fontana e versare al centro l’acqua con il lievito sciolto. Impastare ed aggiungere un cucchiaino di sale e due cucchiai di olio. Continuare ad impastare aggiungendo eventualmente dell’altra acqua tiepida sino ad ottenere un impasto morbido. Coprire e lasciare lievitare per 2 ore in un ambiente tiepido. Stendere la pasta sulla teglia da forno dopo aver steso la carta forno aggiungendo metà delle olive, spennellare con l’olio e lasciare riposare nuovamente per 30 minuti circa. Infornare a 220° per 20 minuti poi tirare fuori dal forno, unire l’altra metà delle olive, i semi di finocchio e spennellare nuovamente. Rimettere in forno per altri 10 minuti a 200°. 
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Ossobuco alla milanese (fatto da una romana….)


E’ dall’inizio del 2008 che vivo a pochi km da Milano ma, devo confessare che non mi era mai passato per l’anticamera del cervello di preparare l’ossobuco alla  milanese. E’ vero che per amore dell’Uomo Goloso sto cercando di introdurre nel mio repertorio culinario alcuni classici della cucina del nord e più precisamente della cucina lombarda: parlo della polenta, che ho rivisto a modo mio e che preparo con del sugo fatto con il filetto di maiale, mi riferisco anche allo stinco cucinato con le spezie, la cui ricetta sarà a breve pubblicata sul blog, ma con l’ossobuco non mi ero mai cimentata……





……Ora è successo che ho visto degli ossobuchi di vitella magrissimi e che sia stata improvvisamente ispirata dalla ricetta dell’ossobuco alla milanese. Ho preso il mio prezioso “Talismano della felicità”, sono andata a leggere la ricetta ed ho cercato di riprodurla, introducendo qualche piccola variazione nella parte finale. Per essere la prima volta, il risultato è stato veramente soddisfacente, apprezzato dall’Uomo Goloso in primis, dalla Nanetta che si è mangiata la carne dell’ossobuco, evitando accuratamente quello che restava del midollo e dalla sottoscritta che, pur non amando particolarmente la carne, ha tuttavia apprezzato questa nota finale agrumata che la scorza di limone ha conferito alla preparazione.
Ingredienti per 3 persone3 ossobuchi100 gr di burroFarina bianca q.b.½ bicchiere di vino bianco seccoOlio evo q.b.
Per la salsa finaleUn mazzetto di prezzemolo1 spicchio di aglio3 acciugheLa scorza di un limone bio
Per la purea di patatePatate bollitePrezzemoloNoce di burroOlio evo
Passare l’ossobuco nella farina bianca. Nella pentola antiaderente far sciogliere il burro in dose generosa, quando è sciolto mettete gli ossibuco e lasciateli rosolare. Aggiungete il vino bianco e proseguite la cottura facendo evaporare la parte alcolica del vino, poi abbassate il fuoco e cuocete per un’ora abbondante. Nel frattempo preparate una salsina con il frullatore mettendo insieme il prezzemolo, lo spicchio di aglio, le acciughe e la scorza di un limone bio. 5 minuti prima della fine della cottura unite la salsina, lasciate che si amalgami bene con il sugo di cottura e con la carne e lasciate insaporire per 5 minuti. Io ho adagiato l’ossobuco su questa purea di patate che avevo preparato facendo bollire le patate, schiacciandole, aggiungendo una noce di burro e dell’olio d’oliva e per ultimo il prezzemolo. Disponete sul piatto la purea di patate, poi l’ossobuco e la sua salsa: mangiate caldo…..no il risotto alla milanese proprio non me la sono sentita di farlo!

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