Dolci

Profumi dal forno- atto II: crostata di carote, mandorle e cocco




Come promesso, eccovi la seconda ricetta che Omar Busi ci ha proposto in occasione della presentazione della sua ultima fatica letteraria Profumi dal forno, a cui ho partecipato la settimana scorsa. Tengo subito a precisare che questa è veramente una di quelle ricette per bambini: Omar spiegava infatti che la fa spessissimo per suo figlio e che si tratta di un dolce buono a tutte le ore ma veramente adatto per la merenda. Inoltre, una volta cotta, divisa in porzioni e conservata negli appositi sacchetti, si conserva in frigo anche per dieci giorni, ed allora perché non farne un paio e poi tirarle fuori dal frigo al momento del bisogno?….sempre che si riesca a resistere alla tentazione di farla fuori tutta in un colpo solo! Io l’ho assaggiata ancora tiepida e secondo me è una torta che va gustata non calda ma a temperatura ambiente.
Ultimo suggerimento “vinicolo”: abbinatela ad un moscato di Noto…..farete un figurone!
Allora non mi resta che augurare buon weekend a tutti!


Ingredienti (per una crostata in stampo tondo da 26 di diametro)
Per la pasta frolla alle mandorle
250 gr di farina
170 gr di burro
120 gr di zucchero a velo
80 gr di mandorle macinate finemente
2 uova piccole/ 1 uovo grande
1 tuorlo
un pizzico di sale
un pezzetto di baccello di vaniglia

Per la farcitura
150 gr di carote grattugiate
3 uova
150 gr di mandorle sminuzzate grossolanamente
70 gr di cocco grattugiato
5 gr di lievito Pan degli Angeli
scorze grattugiate di 2 limoni bio piccoli

Per la pasta frolla alle mandorle:
Impastate il burro con le mandorle e lo zucchero. Aggiungete l’uovo, il tuorlo, la polpa ricavata dal baccello di vaniglia, il pizzico di sale e, solo alla fine, la farina. Impastate bene, stendete su un foglio di pellicola trasparente, ricoprite con dell’altra pellicola trasparente e lasciate riposare in frigo per 3 ore almeno. A questo punto avete tutto il tempo per preparare con calma il ripieno. Il ripieno è super semplice da realizzare perché è necessario mettere insieme tutti gli ingredienti nell’ordine che in cui ve li ho elencati.

Stendete la frolla alle mandorle nello stampo, mettete la farcitura ed infornate. Il forno dovrà essere a 170-180°, ventilato, per 35 minuti. Servite fredda: potete accompagnarla con una salsa di lamponi……
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Bauletti di asparagi e scamorza affumicata



È priiiiiiiiimaveraaaaaaaa… svegliatevi bambineeeeee, alle cascine, messere Aprile fa il rubacuorrrrrrr.
E a tarda seraaaaaaaa, madonne fiorentine, quante forcine si troveranno sui prati in fior………Non mi sono impazzita, questi versi sono tratti dalla canzone Mattinata fiorentina, una canzone non proprio recente, oserei dire, ma che sono sicura tutti conoscono perché, nonostante i suoi 50 e passa anni, fa parte del patrimonio musicale italiano. Tutto questo per dire che siamo in aprile, che la natura è un’esplosione di colori e che per me, l’ortaggio che incarna la primavera per definizione è l’asparago. Liberi di pensarla diversamente da me, figuriamoci, c’è chi preferisce i piselli, le fave quelle fresche però, i ravanelli, io adoro gli asparagi che sono diuretici e molto versatili in cucina. Questa ricetta, poi, è una di quelle che si potrebbero catalogare della domenica, sapete quando non vi va molto di cucinare, però avete voglia di qualcosa di stuzzicante da mettere sotto i denti e spesso vi riducete a mangiare un toast? Ecco, con questa ricetta che si realizza in 20 minuti crono, avrete uno stuzzichino sfizioso sfizioso, sano e tutto sommato anche relativamente light….ed anche la foto, presa direttamente sulla carta forno, testimonia che ero in modalità weekend.


Ingredienti per 6 bauletti

1 foglio di pasta sfoglia rettangolare
1 mazzo di asparagi da 1/2 kg
1/2 scamorza affumicata
30 gr di burro
40 gr di parmigiano
1 tuorlo
sale, pepe q.b.


Pulite gli asparagi e fateli a rondelle. In una padella riscaldate il burro ed aggiungete gli asparagi: fateli cuocere per 5 minuti circa, devono rimanere abbastanza “al dente”, quasi alla fine mettete anche il parmigiano grattato, aggiustate di sale e pepe. Tagliate la scamorza a dadini. Stendete la sfoglia e ricavate 6 fazzoletti rettangolari: all’interno di ogni fazzoletto mettete un cucchiaio abbondante di asparagi e 6/7 dadini di scamorza. Non esagerate con la scamorza, io ne ho aggiunti 5 perché non volevo rischiare di annullare il sapore delicato degli asparagi. Chiudete i bauletti. Spennellate con il tuorlo d’uovo e mettete in forno pre-riscaldato a 180° per 25 minuti: i bauletti dovranno diventare dorati. Servite in tavoli tiepidi non bollenti.
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Crostata con ripieno di crema all’ananas



La ricetta di oggi non è proprio semplice semplice, anzi direi lunga nella sua esecuzione, però la colonna sonora che ha accompagnato la realizzazione è sicuramente fast…sto parlando del bellissimo doppio cd di George Michael “Ladies and gentlemen”. Per quanti si avvicinano ai quaranta oppure li hanno superati da non tanto ;-)))))), George Michael rimane il MITO musicale degli anni ’80. Alzi la mano chi non ha almeno una volta canticchiato Last Christmas oppure Faith e chi non ha sognato ad occhi aperti sulle note di I want your sex, oppure chi non ha ballato un lento stretto stretto ma, al tempo stesso, impacciato accompagnato dal ritmo di Careless Whisper…..insomma per noi, ex adolescenti negli anni in cui George Michael scalava le classifiche di tutto il mondo, le sue canzoni sono indissolubilmente legate a determinati ricordi. Io ho avuto modo di vederlo in occasione del tour che fatto per celebrare i suoi 25 anni di carriera allo Stade de France e devo dire che alla seconda canzone intonata eravamo tutti in piedi a ballare sugli spalti, e c’erano molti signori azzimati in giacca e cravatta, evidemente appena usciti dall’ufficio, oppure genitori con figli grandi……insomma tutto questo per dirvi che spesso, almeno a me accade spesso, mi capita di risentire musica dal “passato prossimo” ed ho dei flashback pazzeschi che mi riportano indietro nel tempo istantaneamente.
Per ritornare alla ricetta di oggi, si tratta di una crostata con una crema venuta fuori per caso ma fresca e dalla texture piacevole che si adatta bene a questi primi giorni d’estate….e sì, perché nonostante, siamo solo al 6 di aprile qui a Milano l’estate è già esplosa, spero solo che con essa non arrivino le fastidiose zanzare :-(((((((

Ingredienti per 6 persone
In una ricetta di qualche tempo fa vi avevo messo le indicazioni per la frolla che però ora vi ripropongo, nel caso in cui qualcuno se ne fosse dimenticato….

Per la frolla250 gr di farina
125 gr di zucchero
125 gr di burro morbido, a temperatura ambiente2 tuorliun pizzico di sale
un’idea di lievito (3-4 gr non di più)
1 cucchiaio di fiori d’arancio
Per la crema di ananas250 gr di ananas
100 gr di zucchero
2 tuorli
25 gr di burro
40 gr di farina
1 limone bio

Lavorate il burro con lo zucchero sino ad ottenere un composto spumoso, aggiungete i due rossi di uovo e poi la farina. In ultimo mettete il lievito ed il sale. Stendete l’impasto ottenuto tra due fogli di pellicola trasparente e poi mettetelo in frigorifero a riposare per almeno un’ora. Tiratelo fuori dal frigo e stendetelo con le mani nella tortiera imburrata.
Pulite l’ananas, fatelo a pezzi e mettetelo nel minipimer in modo da sminuzzarlo ma grossolanamente.
Lavate il limone, togliete la scorza, spremetene il succo e mescolatelo alla polpa di ananas.
Fate bollire 250 cl di acqua con le scorze, quando bolle, mettete il burro e fatelo sciogliere: filtrate il tutto eliminando in questo modo la scorza del limone.
In una terrina lavorate i tuorli con lo zucchero poi aggiungete gradatamente la farina.
In una pentola mettete il composto a base di burro e quello a base di uova: fate cuocere a fuoco lento per 8 minuti circa. In questa fase dovete un pò regolarvi: se vi accorgete che il composto tende ad addensarsi, allora, solo allora, aggiungete un goccio di acqua. Lasciate raffreddare la crema e poi aggiungete la polpa di ananas sminuzzata.

A questo punto mettete la frolla in forno a 170° per 10 minuti circa. Poi toglietela dal forno e versate in maniera omogenea la crema di ananas: rimettete in forno per almeno altri 25 minuti.
Prima di mangiare, lasciate raffreddare la crostata.   

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Milano City Marathon: preparatevi al meglio con un’alimentazione sana ;-)))))

 Credits: Fondazione Theodora
Domenica 10 aprile 2011 si correrà l’undicesima edizione della Milano City Marathon:  se non ve la sentite di partecipare perchè siete fuori forma;-)))), potete sempre sostenere la Fondazione Theodora che sarà presente a questo evento con numerose squadre che correranno per sostenere il progetto “Un sorriso per i piccoli malati di cancro”, progetto che garantirà la visita dei Dottor Sogni ad oltre 8.000 piccoli pazienti che affrontano ogni giorno la difficile battaglia contro questa malattia.

E siccome per ogni maratona che si rispetti, bisogna fare molta attenzione all’alimentazione, mi permetto di segnalarvi questa bizzarra notizia scovata sul web. Il signor Joe D’Amico, alias Mister McRunner, ha partecipato alla maratona di Los Angeles che si è svolta il 20 marzo scorso e sino qui non c’è nulla di strano. L’aspetto bizzarro di questa storia emerge solo quando si legge il regime alimentare a cui Joe D’Amico si è sottoposto nei 30 giorni che hanno preceduto la maratona: 3 pasti al giorno consumati esclusivamente nei fast food McDonald’s…….a primo acchitto la sua si direbbe una mission impossible, eppure la sua curiosa avventura è spiegata sin nei minimi particolari sul suo blog McRunner.com, in cui Mister McRunner sostiene di essere contento di poter mangiare gelati al caramello, hamburger, cookies o bere CocaCola……Ad analizzare meglio però il suo menù giornaliero scrupolosamente annotato sul suo blog, si nota immediatamente che il famoso Big Mac non è mai compreso nella sua alimentazione e che le patatine fritte fanno delle fugaci apparizioni durante i pasti, ma sono limitate ad una dozzina. In realtà il nostro amico maratoneta preferisce i sandwichs con il pollo alla griglia, le insalate miste oppure i McMuffins all’uovo senza aggiunta di bacon o di formaggio…..quindi in fin dei conti si tratterebbe di un regime alimentare molto più “sano” di quanto non potrebbe sembrare inizialmente. Inoltre Mister McRunner ha fatto tutto questo per uno scopo benefico: ha devoluto 2 dollari alla fondazione Ronald McDonald per ogni fan iscritto alla sua pagina di Facebook. 

E per concludere con le iniziative benefiche, vi segnalo che sempre la Fondazione Theodora in occasione della Pasqua promuove l’iniziativa le Uova del Sorriso, uova di cioccolato, al latte oppure fondenti, che regaleranno un sorriso ad un bambino in ospedale. Se desiderate ricevere le Uova del Sorriso, scrivete a info@theodora.it o telefonate allo 02 80 11 16.
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Coda di rospo con chiodini e pomodori secchi


Avete visto che bel sole ci ha riservato questo primo weekend di aprile? Cosa avete fatto di bello, oltre al necessario cambio di stagione, perché con 25° di fuori, il piumino sarebbe stato proprio fuori luogo? Quanto a me, sapete che sono una sostenitrice del Km0 e quindi me ne sono andata all’orto a vedere come avanzano i lavori di semina e di preparazione. C’erano i ciliegi in fiore, gli alberi di albicocche pure, le piantine di melanzane erano già spuntate, come pure quelle di zucchine romanesche…e sì perché il lupo perde il pelo ma non il vizio;-))))) e quindi dall’anno scorso ho avviato una produzione casalinga di zucchine romanesche che trovo uniche ed inimitabili. Inoltre sono andata a prendere quello che la natura ha da offrirmi in questo momento: ho raccolto dell’ortica tenera tenera, del tarassaco ed i bruscandoli con cui preparerò delle ricette primaverili che vi proporrò nei prossimi giorni.
Nel frattempo beccatevi questa ricetta che ho sperimentato la settimana scorsa con grande successo perché è piaciuta sia a mio marito che a mia figlia. Io utilizzo il termine coda di rospo ma rana pescatrice è la stessa cosa….E’ un pesce che adoro perché ha un sapore delicato, non ha spine e si presta a ricette un pò più raffinate. 

Ingredienti per 2 persone
600 gr di coda di rospo
200 gr di chiodini
5/6 pomodori secchi sott’olio
olio EVO q.b.
uno  spicchio di aglio
vino bianco q.b. (due dita)
sale e pepe q.b.

Cominciate innanzitutto col pulire la coda di rospo: se c’è la spina centrale toglietela e separate i due filetti avendo cura di eliminare quella sottile pellicola che avvolge il pesce. Riuniteli utilizzando un filo da cucina affinché rimangano insieme al momento della cottura (vedete foto).
Lato funghi, i chiodini che comperate al supermercato sono praticamente quasi puliti: dovrete soltanto eliminare l’eventuale base, passarli velocemente sotto l’acqua ed asciugarli bene. Prendete i pomodori secchi, sgocciolateli e tagliateli a listarelle.
In un padella mettete l’olio e lo spicchio di aglio, fatelo rosolare ed aggiungete i filetti di coda di rospo, lasciateli cuocere per qualche minuto, poi versate il vino e lasciate che la parte alcolica evapori.
Aggiungete i chiodini ed i pomodori secchi: abbassate il fuoco e lasciate cuocere per una ventina di minuti. A metà cottura girate delicatamente il pesce, aggiustate di sale e di pepe.
Personalmente io ho l’abitudine di salare e pepare quasi a fine cottura perché mi rendo conto che gli alimenti sono sapidi di loro (in questo caso vedi i pomodori secchi) e quindi andare ad aggiungere dell’altro sale, spesso altera l’equilibrio del piatto. Mettete in un piatto e servite caldo. 
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Risotto mele, lardo e rosmarino


Non avete notato che è già più di una settimana che non vi propongo nessuna ricetta a base di riso?
Forse penserete che in tutto questo tempo a casa mia il riso non si è mangiato…..e non è così, perché se sto una settimana senza portare in tavola il riso il Cinese comincia ad innervosirsi :-))). Per tutti i lettori recenti che non hanno seguito le puntate precedenti, sappiate che “Er Cinese” è mio marito il quale nutre una passione folle e morbosa per il riso.
Questa ricetta inoltre è fatta  con quello che mi rimaneva nel frigorifero: un ultimo pezzetto di lardo, un paio di mele Fuji che cominciavano a dare segni evidenti di cedimento e poi il rosmarino prostrato del mio balcone che è in piena fioritura. La ricetta l’ho testata sulla Nanetta con ottimi risultati perché l’insieme risulta molto delicato: il lardo con il calore si scioglie regalando cremosità al risotto. Le mele con la cottura si dissolvono e la parte dolce non è troppo preminente, mentre il rosmarino conferisce quel tocco aromatico che ci sta tutto.

Ingredienti per due persone+ Nanetta

250 gr di riso Carnaroli
1 e 1/2 mele Fuji
50 gr di lardo (io avevo quello di San Clemente, ma va benissimo anche un altro tipo)
2/3 rametti di rosmarino
1/2 cipolla
40 gr di parmigiano
un tocchetto di burro q.b. per mantecare
1 lt di brodo vegetale
olio EVO q.b.
sale e pepe q.b.

Affettate la cipolla, tagliate a dadini il lardo, private il rosmarino del ramo.
Fate un battuto con questi 3 ingredienti: cipolla, lardo e rosmarino.
In una pentola, mettete dell’olio e poi versate il battuto: lasciate rosolare qualche minuto, quando vedete che comincia a cambiare colore, aggiungete pure il riso e tostate un paio di minuti. Nel frattempo tagliate le mele a cubetti oppure a fettine dipende dal gusto personale: io ho tagliato alcune fettine perché mi servivano per la foto. Versate un mestolo di brodo nel riso e poi subito dopo le mele: continuate la cottura. A cottura quasi ultimata, aggiustate di sale e di pepe. Spegnete e mantecate il risotto con il burro ed il parmigiano: servite immediatamente.
Buon weekend a tutti e godetevi questo anticipo di estate!
Io conto di andare a bruscandoli :-)))) poi vi faccio sapere.
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Profumi dal forno: giambella variegata…..


Profumi dal forno: è questo il titolo del nuovo libro di Omar Busi, pasticcere e mastro cioccolataio che ho avuto modo di conoscere nella serata di presentazione della sua ultima fatica organizzata da Reed Gourmet.
Lo dico subito a scanso di equivoci: non è stata la classica presentazione di un libro in cui l’autore sta dietro il tavolo e si limita a firmare autografi e dediche sul proprio libro.
In questo caso, Omar era “dietro ai fornelli” o meglio “davanti al forno” e oltre ad illustrarci passo per passo due ricette tratte dal suo libro, ci ha dato tanti spunti, consigli, astuzie da declinare in cucina ed in pasticceria. Lo sapevate ad esempio, che esistono due metodi per fare frolla? Uno italiano e l’altro francese (e sì sti francesi devono fare tutto al contrario ;-))) oppure che della vaniglia non si butta via nulla (un pò come il maiale oserei dire!) e che si può fare un ottimo zucchero a velo vanigliato homemade semplicemente immergendo il baccello di vaniglia nello zucchero a velo per qualche giorno? Questi sono solo un paio di esempi dei segreti rivelati da Omar. Ora veniamo però alla ricetta: la giambella variegata.
La giambella non è niente altro che la ciambella versione emiliana e difatti questa sua ricetta ha ottenuto il marchio di qualità dall’Assessorato all’Agricoltura della provincia di Bologna che promuove le eccellenze della tipicità felsinea. Però invece di proporcela nella classica forma rotonda, Omar ha utilizzato la moule à cake ovvero lo stampo per i plumcake: il risultato (delizioso) è identico.
Due cose da segnalare prima di passare alla ricetta.
Se passate questo weekend da Piazza dei Mercanti a Milano, troverete Omar Busi che si “esibisce” con le sue creazioni cioccolatose….e se invece, con l’arrivo della bella stagione, vi capita di fare un giro a Pieve di Cento (BO), allora fate un pit stop presso la sua pasticceria.



Ingredienti
Per l’impasto bianco:
175 gr di zucchero semolato
250 gr di farina
90 gr di burro
100 gr di uova (3 uova circa)
125 gr di latte alta qualità
12,5 gr di lievito Pan degli Angeli
un pizzico di sale
1/2 baccello di vaniglia


Per l’impasto nero:
250 gr di impasto bianco
20 gr di cacao in polvere
50 gr di uova (1 uovo circa)
25 gr di latte alta qualità


Se disponete di una planetaria, lo “sporco lavoro” lo farà la macchina….Se, invece, mancate di planetaria come circa l’80% della popolazione italiana allora vi tocca usare l’olio di gomito……Montate il burro con lo zucchero sino a quando il composto non avrà assunto un colore biancastro, poi aggiungete le uova una alla volta. Attenzione: a questo punto potrebbe sopraggiungere un attacco di panico misto ad ansia perché vedrete che il composto tenderà a sgranarsi….pas de problèmes, fa parte del gioco. Mettete metà del peso della farina e continuate ad impastare, vedrete che la farina assorbirà i liquidi in eccesso. A questo punto aggiungete il latte sempre continuando ad impastare. Alla fine aggiungete quello che resta della farina, il pizzico di sale, il lievito e la vaniglia.
Per l’impasto nero, prelevate 250 gr di impasto bianco, aggiungete l’uovo, poi il latte ed alla fine il cacao.
Come vi scrivevo sopra, potete utilizzare sia uno stampo circolare oppure  una moule à cake = uno stampo da plumcake.
Per ottenere l’effetto variegato, marbré, riempite lo stampo, preventivamente unto, di 2/3 alternando lo strato bianco a quello nero: immergete uno stuzzicadenti nell’impasto e muovetelo delicamente in modo che i due impasti si mescolino. Infornate in forno ventilato a 175° per 40 minuti circa. Vale sempre il classico metodo della nonna per vedere se il dolce è cotto: infilate uno stuzzicadenti lungo nel dolce, se esce asciutto, allora spicciatevi a tirare fuori il dolce dal forno. Lasciate raffreddare e servite. Noi l’abbiamo gustato accompagnato da un ottimo zabaione e spolverato di zucchero a velo, ma voi potete anche sbizzarrirvi con gli accompagnamenti.
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Muffin salati di barbabietola con cuore di provolone fondente





La barbabietola: questa sconosciuta……Prima della mia lunga permanenza in Francia, io la barbabietola non l’avevo mai assaggiata e non mi vergogno neppure a confessarlo. Sapevo della sua esistenza per averla studiata alle scuole elementari. 


Vi ricordate il sussidiario delle scuole elementari con dentro ogni tipo di informazione sullo scibile umano? Ecco, c’era pure il capitolo sull’estrazione dello zucchero in cui veniva spiegato, con tanto di illustrazioni a colori, che lo zucchero si può estrarre dalla canna da zucchero oppure, in Europa, dalla barbabietola e ti piazzavano lì una bella foto della fabbrica e della barbabietola….oltre a questo mucchietto di informazioni, scavate nei ricordi scolastici, le mie conoscenze sulla barbabietola non andavano…e neppure a dire che era un ortaggio che lo trovavi facilmente al mercato a Roma, forse qui al nord ero diverso, non so…ditemi voi. Fatto stà che quando sbarco in Francia, alla mensa dell’azienda per la quale lavoravo c’erano queste coppette con una “salade de betterave” dal colore rosa intenso che i miei colleghi sembravano gradire molto….figuratevi il mio stupore abituata ai carciofi alla romana….ehm, devo dire che ti cambia la vita….ora visto che siamo in tema di confessioni, ve ne devo fare un’altra: non è che mangiata in insalata la povera barbabietola mi faccia impazzire perché trovo che ci sia sempre un retrogusto di terra che però non ritrovo in altri ortaggi che pure crescono sotto terra come le carote ad esempio…..insomma per farvela breve, è stato in Francia che è avvenuta la mia iniziazione alla barbabietola non solo sotto forma di insalata ma spesso come contorno alla carne oppure come chips.Quindi questi muffin salati alla barbabietola mi evocano dei bei ricordi e poi con questo cuore fondente di provolone DOP, sono proprio appetitosi!



Ingredienti per 6 persone
180 gr di farina1 sacchetto di lievito per preparazioni salate200 gr di barbabietola3 uova80 gr di parmigiano6 cilindri di provolone piccante, saporito, DOP5 cl di olio EVO10 cl di lattesale e pepe q.b.
In un’insalatiera mescolate la farina ed il lievito. In un secondo recipiente sbattete le uova, l’olio ed il latte: aggiustate di sale e di pepe. Mescolate delicatamente questo composto alla farina. Sminuzzate finemente la barbabietola con il minipimer. Aggiungete al composto il parmigiano grattato e, solo alla fine, la fine la barbabietola sminuzzata.Rivestite una moule à muffin con la carta forno, versate il composto. Al centro di ogni muffin inserirete il cilindro di provolone: mettete in forno preriscaldato a 180° per 35-40 minuti circa. Servite i muffin tiepidi, accompagnati da una bella insalata.
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Vi ho già scritto, in un altro post, come mi piaccia la cucina sarda perché è semplice, non elaborata, utilizza materie prime facilmente reperibili (soprattutto i carciofi ;-))))) e fa largo uso di erbe aromatiche (maggiorana, mirto, timo, ecc.). La ricetta di oggi, poi, è una di quelle che tutti possono fare ed è super light perché la carne si cuoce da sola, a bassa temperatura, quasi ve la dimenticherete nel forno, e rimarrà però molto tenera: solo alla fine della cottura  si aggiunge un filo d’olio. Inoltre, visto che la Pasqua si avvicina, è anche una ricetta da proporre per il pranzo di Pasqua: al posto del maialino, potrete benissimo utilizzare l’agnello arrosto (in questo caso per 4 persone utilizzerete 1/2 agnello).  

Ingredienti per 4 persone

cosciotto di maialino oppure spalla di suino (calcolate almeno 800 gr- 1kg perché c’è sempre la cotenna e la parte grassa da togliere)
rametti di timo q.b.
sale fino q.b.
olio EVO q.b.

Mettete il maialino in una padella con l’olio e rosolate per 5-6 minuti a fuoco vivace sino a quando non si forma la crosticina.
In una teglia da forno disponete i rami di mirto ed adagiateci sopra il maialino, dopo averlo salato. Mettetelo in forno ad una temperatura di 120°: ogni 15 minuti aumentate la temperatura di 10 gradi. Complessivamente il maialino dovrà rimanere in forno per un’ora e mezza: alla fine della cottura dovrete aver raggiunto la temperatura di 180°. A metà cottura rigirate il maialino, mentre a cottura quasi ultimata aggiungete un filo d’olio e rimettete nel forno. Fate riposare 5 minuti nel forno e servite tagliato a pezzi piuttosto grossi.
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