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Pesce spada, peperoni, yogurt e timo


Quando ho aperto questo blog, quasi un anno fa, mi sentivo piuttosto sola  perché all’inizio non c’erano molti scambi con i miei lettori: con il passare delle settimane e dei mesi, sono cominciati ad arrivare i commenti e poi le mail con le ricette suggeritemi dai lettori. Lory è una delle mie più fedeli e dinamiche lettrici e qualche settimana fa mi ha scritto dicendo che c’era una ricetta che aveva provato e che l’aveva entusiasmata molto: il pesce spada con peperoni, yogurt e foglie di timo. Ho voluto provarla perché amo molto il pesce spada e perché, complice il caldo fuori stagione, avevo una valanga di peperoni che aspettavano in frigorifero il momento giusto per essere cucinati.
Ho un po’ rivisto la ricetta di Lory soprattutto per quanto riguarda il “trattamento” destinato ai peperoni: io li ho messi in forno al grill, li ho lasciati cuocere e poi li ho sbucciati uno ad uno perché risultassero più facilmente digeribili. Li ho fatti poi a listarelle. Calcolate per due persone un paio di peperoni.
Ho fatto a cubetti il pesce spada (circa 350 gr per due persone), l’ho infarinato con la maizena. In una pentola fate rosolare i peperoni con un filo di olio per qualche minuto, aggiungete il pesce spada e fatelo scottare un paio di minuti, poi unite  un vasetto di yogurt bianco magro e, se necessario, un cucchiaio di acqua calda per diluire il tutto. Fate andare almeno 7-8 minuti, poco prima di spegnere cospargete il tutto con le foglioline di timo.
E’ una ricetta di un piatto unico fuori del comune: io l’ho trovata gustosa e relativamente light.
Grazie Lory del tuo suggerimento e complimenti!
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Polpettine di nasello

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Da quando la Nanetta ha iniziato lo svezzamento mi sono sempre chiesta come mai i bambini istintivamente amano molto di più la carne che il pesce….sarà forse perché gli omogeneizzati di pesce che propiniamo ai nostri figli sono talmente osceni che ‘sti poveri bambini restano traumatizzati sin da piccoli?

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Seppie affogate…. nell’aceto


Questa ricetta prende spunto da una mia gita al mercato del pesce di San Benedetto del Tronto. Coloro che mi seguono abitualmente sanno che sono andata in vacanza a San Benedetto del Tronto e durante il mio soggiorno, ho voluto a tutti i costi visitare il mercato del pesce. In settimana i pescherecci rientrano nel primo pomeriggio: ho quindi mollato la Nanetta e mio marito tra le braccia di Morfeo, ho preso una bicicletta, la macchina fotografica e sfidando il caldo che a quell’ora del giorno è al suo apice, mi sono avviata, pedalando, verso il mercato del pesce. Arrivata sul molo, di barche non c’era traccia, neppure all’orizzonte, ma il fatto che ci fosse una folla di vecchiette appollaiate sulle panchine del molo, all’ombra, mi ha portato ad immaginare che il loro arrivo non dovesse essere così lontano. …..siccome sono una persona che, quando vuole, parla anche con i muri, non potevo non attaccare bottone con le autoctone e l’argomento di conversazione è stato quello della cucina. Ho rimediato un paio di ricette che hanno veramente stuzzicato la mia fantasia ed il mio palato: le seppie affogate nell’aceto è una di quelle.
Mentre le stavo preparando intorno a me regnava un clima di diffidenza (e mi riferisco a mio marito….): ci si domandava come potesse un piatto dagli ingredienti estremamente semplici trasformarsi in una prelibatezza ed invece con mia somma soddisfazione, è avvenuto proprio questo.
Il segreto per la riuscita di questa ricetta è prendere le seppie (in alternativa potete utilizzare anche i totani freschi) freschissime presso la vostra pescheria. Ho poi chiesto al signore del banco del pesce di pulirmi le seppie. Per due persone ne ho comperate 600 gr circa.
Una volta arrivata a casa ho tagliato le seppie a rondelle. Ho affettato una cipolla intera di medie dimensioni: in una padella ho fatto scaldare l’olio, ho versato la cipolla e l’ho fatta imbiondire. Ho poi versato un bicchiere con metà aceto e metà acqua. Ho lasciato che evaporasse un poco e poi ho gettato le seppie. Ho richiuso con il coperchio, lasciato a fuoco medio per 15-20 minuti. Vedrete che il sughetto si restringerà. Salate a piacimento e servite calde. Munitevi di pane perché dovrete fare la scarpetta J
Alla Nanetta questa ricetta è piaciuta molto: sarò onesta e devo dire che lei ama molto tutto quello che è calamari, totani, seppie, ecc……e poi questa è una ricetta gustosa perché il sapore forte dell’aceto evapora con la cottura e rimane un sughetto appetitoso in cui intingere non solo il pane ma anche le dita ad esempio ;-))))).

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Basilico, curry, gamberoni e riso al cocco


Per chiudere questa calda settimana che ci ha portato all’inizio di luglio, vi propongo una ricetta sicuramente “esotica”, un po’ fuori del comune per gli abbinamenti proposti, ma che non richiede ore dietro ai fornelli e che, se accompagnata da un’insalata oppure da verdure grigliate,  si trasforma facilmente  in un piatto unico che gli amanti del pesce, come lo sono io, apprezzeranno sicuramente. A coloro che si chiedono se dare del curry ai bambini non è una scelta troppo azzardata, rispondo che i bambini indiani o, più in generale, quelli asiatici, crescono a latte e curry e mi sembra che siano sani quanto i pargoli italici nei cui biberon troviamo tagliatelle, fusilli e ravioli……e poi, alla luce dell’esperienza che faccio quotidianamente con la mia Nanetta, mi sembra che i bambini non siano restii alle spezie quanto piuttosto ai cibi troppo salati o troppo saporiti che sono un’altra cosa……


Ingredienti per i gamberoni400 gr di gamberoni1 dl di panna fresca4 cucchiai di olio evo1 cucchiaio di curry10-15 foglioline di basilico sale q.b. 
Per il riso al cocco200 gr di riso Basmati 40 gr di uvetta secca1,5 dl di latte di cocco
Per prima cosa, riempite una ciotola con acqua tiepida ed immergete per 3 ore circa l’uvetta secca, poi sgocciolatela.
Mettete i gamberoni in un’insalatiera, aggiungete l’olio, il curry e metà del basilico: girate bene il tutto e lasciate nel frigo un paio d’ore a macerare.
In una casseruola fate bollire il latte di cocco e l’acqua in dosi uguali: quando bolle, gettate il riso e lasciate cuocere, facendo attenzione a non far attaccare il riso. Se necessario aggiungete un pochino di acqua: a cottura quasi ultimata versate l’uvetta e mescolate.
In una padella mettete un filo di olio (in realtà ne serve veramente poco, perché utilizzerete l’olio di “recupero” dalla marinade), versate i gamberoni e lasciateli cuocere rapidamente. Aggiungete la panna liquida, lasciate andare ancora un minuto, poi spegnete, mettete il basilico restante e salate.
Servite in tavola i gamberoni accompagnati dal riso al cocco. Nella foto ho volutamente eliminato il sughetto che c’era nella pentola, però il riso profumato al cocco, mescolato con il sughetto un po’ speziato dei gamberoni si abbina benissimo  J







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Metti una sera a cena……

una tartare di salmone, mango e cipollotti…….



Diciamocelo chiaramente: i figli sono la cosa più bella del mondo e su questo penso che non ci sia nessuno che dissenta…. però ancora prima di essere genitori in realtà noi eravamo, e continuiamo ad esserlo anche dopo la nascita del pargolo/a,  una coppia: ecco, questo semplice concetto può spesso e volentieri essere perso di vista, nel senso che, presi dalla responsabilità e dall’amore verso i nostri cuccioli, troppo spesso, soprattutto nei primi due anni di vita del bambino, trascuriamo la nostra vita di coppia ed il nostro partner…..ed allora qualche volta fa bene anche a noi genitori, a noi donne, o a noi uomini, “mollare” il pargolo ai nonni o alla baby sitter (non gli succede niente, non vi preoccupate) e ritagliarci una serata a misura di grandi…..

Ecco, questa è una ricetta di antipasto per una cenetta a due, una di quelle ricette che non vi terranno impegnati dietro ai fornelli per ore (anzi) ma che comunque rimane leggera e sfiziosa…..e poi con bicchiere di vino secco ghiacciato sta benissimo e per una sera posso anche dire: “bye bye Nanetta J!”


Ingredienti per due tartare:
200 gr di salmone fresco
100 gr di mango fresco, non in scatola
2 cipollotti piccolini
il succo di un limone (se avete del lime sarebbe ancora meglio)
sale e pepe q.b.
olio evo
glassa di aceto balsamico
Mettete il salmone nel congelatore in modo che si indurisca un pochino e così sarete agevolati nel taglio: tagliate il salmone a dadini.
Tagliate i cipollotti (solo la parte bianca) finemente, fate la stessa cosa con il mango. Mescolate il salmone con i  cipollotti, il succo di limone, il sale ed il pepe. Girate bene ed alla fine aggiungete il mango.  Per realizzare la tartare utilizzate le apposite formine.
Servite aggiungendo un filo di olio evo e della glassa di aceto balsamico: potete gustare la tartare accompagnata da una semplice insalata a base di songino ad esempio.  
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Calamari con ripieno di spinaci e scamorza


In questo periodo stiamo facendo un’abbuffata di spinaci dell’orto e quindi tra un’insalata, una vellutata, un contorno sempre a base di spinaci, ho pensato che forse li avrei potuti abbinare anche al pesce, nella fattispecie ai calamari. I calamari hanno sì un sapore di pesce, ma non così accentuato come i crostacei o altri frutti di mare come ad esempio le cozze, quindi l’abbinamento con un formaggio delicato come la scamorza ci poteva anche stare e difatti, al momento dell’assaggio fatidico, l’incontro tra il pesce ed il formaggio ci stava tutto. Ora non vorrei aprire una spinosa diatriba proponendo l’accoppiata pesce- formaggio: come per tutte le cose c’è a chi piace, a chi no…..personalmente ho optato per l’associazione pesce-formaggio, molto tempo fa davanti ad un piatto di pasta con alici e pecorino consumato in riva al mare!
Ciò detto, un matrimonio che però, con tutta la buona volontà, non riuscirò mai a mandare giù, è quello tra pesce e vino rosso: in Francia, è assolutamente normale e comincia ad essere abbastanza frequente anche da noi, ma io, umilmente, penso che il vino rosso abbinato al pesce tiri fuori quel sapore “metallico” dal pesce che proprio non sopporto, ma tant’è…….


Ingredienti per 2:
3/4 calamari di medie dimensioni a persona
150 gr di spinaci puliti e sbollentati
50 gr di scamorza dolce
2-3 cucchiai di pangrattato
sale e pepe q.b.
2 spicchi di aglio
olio EVO
un goccio di vino bianco secco

Pulite i calamari, togliete i ciuffetti che potrete sempre cuocere a parte oppure utilizzare per fare un sugo di pesce.Pulite gli spinaci e sbollentateli per un paio di minuti, lasciateli raffreddare poi ripassateli in padella con olio EVO ed uno spicchio di aglio che toglierete alla fine: sminuzzate gli spinaci. Tagliate a dadini piccoli piccoli la scamorza, unitela agli spinaci, aggiustate di sale e pepe, ed aggiungete anche il pangrattato. Otterrete un ripieno abbastanza corposo: riempite i calamari con il composto ottenuto, non mettete troppo ripieno perché poi il calamaro tende ad asciugarsi ed in quel caso tutto il ripieno trasborda…..Chiudete le due estremità del calamaro con uno stuzzicadenti. In una padella con olio d’oliva fate rosolare uno spicchio di aglio, poi aggiungete i calamari ripieni, sfumate con un goccio di vino e fate cuocere a fuoco lento per almeno 20 minuti, sino a quando il pesce non avrà assunto un bel colorito dorato. Personalmente avrei aggiunto al ripieno dei pinoli o in alternativa dell’uvetta, dipende molto dal gusto personale, io li ho lasciati molto semplici perché li ho proposti alla Nanetta che, a dire il vero, non ha molto gradito :-((((( 
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Tortino di salmone e patate


Ciaooooo, eccomi di ritorno dalla trasferta romana con un sacco di gustose ricette “kids friendly” che vi proporrò nei prossimi giorni. Confesso subito, così mi tolgo il pensiero: le vacanze romane mi sono costate, in termini di peso, un kilo e mezzo….certo poteva anche andare peggio, fatto è che sono riuscita a “contenere” i danni e a fermarmi a +1,5 kg che ora dovrò lentamente eliminare perché non so se capita anche a voi, ma a prendere i chili ci si mette pochissimo, a smaltirli impieghi minimo minimo un mese……vabbé, pazienza, vorrà dire che mi farò una mangiata di verdura, tanto con i buoni prodotti che offre l’orto in questo periodo, non è difficile cibarsi solo di verdure……Intanto, nell’attesa di selezionare le foto, trascrivere le ricette, insomma fare un lavoro di redazione, eccovi un’altra ricetta che vi aiuterà a far mangiare il pesce ai vostri figli.E’ un tortino tutto sommato abbastanza leggero perché non prevede l’uso del formaggio e delle uova. 

Ingredienti per 6 persone
1 rotolo di pasta sfoglia
400 gr di salmone fresco
800 gr di patate
1 dl di panna fresca
1 dl di panna da cucina
un pizzico di zafferano (non esagerate perché lo zafferano non è molto amato dai bambini)
un cucchiaio di bacche rosse
olio EVO
sale e pepe q.b.


Pulite e sbucciate le patate, tagliatele a julienne utilizzando una grattugia dai fori grossi, poi scolatele, asciugatele e gettatele in una padella con l’olio caldo: fatele cuocere per 5/6 minuti sino a quando alcune diventeranno croccanti.

Tagliate il filetto di salmone a fettine sottilissime: per ottenere questo risultato potete anche metterlo per un’ora nel congelatore in modo da rendere la carne più soda e quindi più facile da tagliare.

In una ciotola mescolate la panna e lo zafferano: dovrete ottenere una crema abbastanza liquida dal colore giallo, aggiustate di sale e di pepe.

Sminuzzate grossolanamente le bacche rosse.

Srotolate la pasta sfoglia in una teglia, bucate con la forchetta il fondo e cominciate a farcire: mettete dapprima uno strato di patate, poi qualche fettina di salmone e versate un paio di cucchiai di crema allo zafferano. Continuate questa specie di lasagna sino a quando gli ingredienti si saranno esauriti: normalmente dovreste avere due strati ben farciti. Dovete finire con le patate. Aggiungete un filo di olio e versate le bacche rosse. Ponete nel forno pre-riscaldato a 180° per 40 minuti circa: in un primo momento coprite con l’alluminio, poi scoprite il tortino in modo che diventi dorato. Portate in tavola tiepido, non bollente.
Al posto delle bacche rosse, potete utilizzare dell’aneto se l’abbinamento salmone- aneto vi piace di più.
Personalmente l’associazione del salmone all’aneto, la preferisco nel salmone fresco, non in quello cotto e poi salmone+aneto mi fanno tanto pensare al ristorante dell’Ikea ;-))))) che ci volete fare, è quasi freudiano :-)))))
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Filetti di merluzzo in salsa verde (non quella piemontese….)


Dilemma amletico che prima o poi tutti i genitori devono affrontare: come faccio a far mangiare il pesce a mio figlio almeno una volta a settimana? Quando sono piccoli si può sempre ricorrere all’omogeneizzato: personalmente non ho mai utilizzato gli omogeneizzati di pesce per mia figlia perché mi è bastato aprire una volta un vasetto a casa di un’amica, sentire la puzza che usciva dal vasetto e ripromettermi che mai avrei dato quella “robba” a mia figlia. Nel periodo in cui era piccola, l’omogeneizzato di pesce era rigorosamente homemade: comperavo la soglioletta fresca, la cuocevo a vapore, la sminuzzavo e la aggiungevo alle pappe…… Quando poi è cresciuta, è stato più facile perché mangiava il pesce come lo cucinavo io….Mi sono resa conto però che non sempre si ha il tempo o la possibilità di realizzare delle ricette troppo elaborate con il pesce e che a volte può anche succedere che magari l’unico tipo di pesce di cui si dispone è un merluzzo…..Come fare per rendere “sexy” ed attraente anche un filetto di merluzzo dei mari del Nord? Eccovi una ricetta che non deluderà voi innanzitutto ma soprattutto i vostri bambini perché con questa salsina verde, veloce veloce, riuscirete a mascherare quel tanto che basta il nostro merluzzo lesso. Questa ricetta, inoltre, è anche eco-compatibile perché permette di utilizzare le foglie del sedano che in cucina spesso non vengono apprezzate. Per questa ricetta mi riesce difficile darvi le quantità esatte perché dipende dal gusto personale di ognuno di noi.


Ingredienti per 2 persone + Nanetta
350 gr di filetto di merluzzo senza spine
una bella manciata di foglie di sedano
5/6 acciughe sott’olio
un cucchiaio di maionese
succo di limone q.b.
olio EVO q.b.
un pizzico di sale grosso
pepe poco poco

Fate bollire il filetto di merluzzo e mettetelo da parte al caldo. Nel minipimer mettete le foglie di sedano, le acciughe sgocciolate, l’olio, la maionese (andateci piano con la maionese perché altrimenti rovina il sapore della salsina), il succo di limone (iniziate con un mezzo cucchiaio), sale grosso (così mantiene vivo il colore del verde), pepe: frullate il tutto ed assaggiate, spetterà a voi trovare il giusto equilibrio tra i diversi sapori, non troppo acido a causa del limone, ma neppure troppo cremoso a causa della maionese. In un barattolino di vetro, la salsa si conserva un paio di giorni in frigorifero ed è ottima anche per condire delle carni alla griglia o bollite, oppure à tartiner, da spalmare sul pane come stuzzichino.
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Coda di rospo con chiodini e pomodori secchi


Avete visto che bel sole ci ha riservato questo primo weekend di aprile? Cosa avete fatto di bello, oltre al necessario cambio di stagione, perché con 25° di fuori, il piumino sarebbe stato proprio fuori luogo? Quanto a me, sapete che sono una sostenitrice del Km0 e quindi me ne sono andata all’orto a vedere come avanzano i lavori di semina e di preparazione. C’erano i ciliegi in fiore, gli alberi di albicocche pure, le piantine di melanzane erano già spuntate, come pure quelle di zucchine romanesche…e sì perché il lupo perde il pelo ma non il vizio;-))))) e quindi dall’anno scorso ho avviato una produzione casalinga di zucchine romanesche che trovo uniche ed inimitabili. Inoltre sono andata a prendere quello che la natura ha da offrirmi in questo momento: ho raccolto dell’ortica tenera tenera, del tarassaco ed i bruscandoli con cui preparerò delle ricette primaverili che vi proporrò nei prossimi giorni.
Nel frattempo beccatevi questa ricetta che ho sperimentato la settimana scorsa con grande successo perché è piaciuta sia a mio marito che a mia figlia. Io utilizzo il termine coda di rospo ma rana pescatrice è la stessa cosa….E’ un pesce che adoro perché ha un sapore delicato, non ha spine e si presta a ricette un pò più raffinate. 

Ingredienti per 2 persone
600 gr di coda di rospo
200 gr di chiodini
5/6 pomodori secchi sott’olio
olio EVO q.b.
uno  spicchio di aglio
vino bianco q.b. (due dita)
sale e pepe q.b.

Cominciate innanzitutto col pulire la coda di rospo: se c’è la spina centrale toglietela e separate i due filetti avendo cura di eliminare quella sottile pellicola che avvolge il pesce. Riuniteli utilizzando un filo da cucina affinché rimangano insieme al momento della cottura (vedete foto).
Lato funghi, i chiodini che comperate al supermercato sono praticamente quasi puliti: dovrete soltanto eliminare l’eventuale base, passarli velocemente sotto l’acqua ed asciugarli bene. Prendete i pomodori secchi, sgocciolateli e tagliateli a listarelle.
In un padella mettete l’olio e lo spicchio di aglio, fatelo rosolare ed aggiungete i filetti di coda di rospo, lasciateli cuocere per qualche minuto, poi versate il vino e lasciate che la parte alcolica evapori.
Aggiungete i chiodini ed i pomodori secchi: abbassate il fuoco e lasciate cuocere per una ventina di minuti. A metà cottura girate delicatamente il pesce, aggiustate di sale e di pepe.
Personalmente io ho l’abitudine di salare e pepare quasi a fine cottura perché mi rendo conto che gli alimenti sono sapidi di loro (in questo caso vedi i pomodori secchi) e quindi andare ad aggiungere dell’altro sale, spesso altera l’equilibrio del piatto. Mettete in un piatto e servite caldo. 
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