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Primo giorno di asilo: mi consolerò con un cake ai Baci Perugina……


Oggi primo giorno di asilo nido per mia figlia ed anche se oramai è bella che svezzata, cammina e mangia da sola, per una mamma resta pur sempre un distacco difficile da digerire e duro da accettare. La Nanetta, come succede spesso ai bambini, sembra non aver risentito di nulla….era lì che giocava con gli altri bimbi e di certo non le passavano per la testa tutte quelle problematiche relative alla separazione, al cordone ombelicale che si deve rescindere, ecc…ecc…ecc…mentre io pensavo che oramai la sua marcia verso l’indipendenza e l’autonomia è già incominciata…..ma che ci volete fare….i figli so’ piezz’ e core ed io riconosco di essere una “maman poule” (mamma chioccia ndr) nei suoi confronti. Allora per rimediare a questa improvvisa ed inconsolabile carenza affettiva ho pensato bene di buttarmi su di un dolce al cioccolato, poi mi sono detta che, accidentalmente, era anche San Valentino e che forse un dolce al Bacio Perugina avrebbe curato il mio animo provato senza tralasciare il mio fisico….eccovi dunque una ricettina da provare oggi, subito, right now, dans la foulée…..
Ingredienti
110 gr di burro a temperatura ambiente/morbido
una tavoletta di cioccolato ai Baci Perugina
1/2 bicchiere di latte
30 gr di nocciole sminuzzate grossolanamente
una decina di nocciole intere
100 gr di zucchero
3 uova
200 gr di farina
1/2 sacchetto di lievito


Spezzettate la tavoletta di cioccolato, mettete i pezzi in un pentolino con il latte e fate fondere, lasciate raffreddare. In una terrina, unite il burro e lo zucchero sino ad ottenere una sorta di crema. Incorporate il cioccolato fuso, poi le uova continuando a sbattere. Aggiungete la farina ed il lievito ed alla fine le nocciole sminuzzate. Versate il preparato in una forma per cake, guarnite con le nocciole intere e cuocete nel forno preriscaldato a 180° per 45 min.Togliete dalla forma e servite freddo…..Ah dimenticavo, Buon San Valentino a tutti, sempre che voi lo festeggiate….
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Marmellata di agrumi e zenzero candito


Lo confesso:  la ricetta di questa marmellata è tratta dal libro “Mes confitures” di Christine Ferber. Christine Ferber vive e lavora in Alsazia, è la fata turchina delle marmellate ed ha saputo conquistare con le sue marmellate e composte dagli abbinamenti originali, chef del calibro di Ducasse o della maison Troisgros. In Francia le sue marmellate sono conosciutissime, ma vi capiterà di trovarle anche sugli scaffali di negozi di prelibatezze in Germania, in Belgio ed ora anche in Giappone; in Italia, le ho trovate da Comptoir de France a Milano e a Roma.
A gennaio ho voluto provare il servizio Premium di Amazon, mi sono iscritta ed ho ordinato un pò di libri che mi sono stati puntualmente recapitati nel giro di 72 ore (wwwwoooooooowwww!), tra questi c’era quello di Christine Ferber e devo dire che mi si è aperto un mondo. Il libro è ripartito secondo l’alternarsi delle stagioni e per ogni stagioni le dolci prelibatezze proposte sono strabilianti, roba da far venire l’acquolina in bocca al solo leggerle…..Mi sono così cimentata in una ricetta tipicamente invernale che ha però nello zenzero quel tocco esotico che non guasta ed è buonissima insieme ad uno yogurt bianco cremoso. Un’ultima cosa: lo zenzero candito l’avevo già nella mia dispensa, ma voi lo trovate facilmente nei negozi di alimentari asiatici. Lo sapevate che lo zenzero è un efficace anti nausea? Io lo usavo sempre in gravidanza ed è forse per questo che ora mi è venuto un pò a noia…..


Ingredienti
800 gr di arance, 500 gr senza buccia
800 gr di pompelmi, 500 gr senza buccia
2 limoni bio non trattati
800 gr di zucchero
300 gr di zenzero candito

Sbucciate le arance ed i pompelmi, tagliateli a fettine e poi tagliate le fettine in 4. Tagliate i due limoni a fettine molto sottili. Tagliate lo zenzero candito a cubetti. In una pentola mettete la frutta, lo zenzero e lo zucchero, fate cuocere sino a quando il composto non comincia a bollire, a quel punto versate il composto in un’insalatiera, coprite bene con della carta forno e lasciate riposare in un luogo fresco (sul balcone va bene, purché faccia freddo) per una notte. L’indomani versate nuovamente il composto nella pentola e portate ad ebollizione continuando a mescolare delicatamente. Togliete la schiuma, lasciate cuocere a fuoco vivace per almeno altri 15 minuti. Verificate la texture, mettete la marmellata nei vasetti, chiudeteli bene e rovesciateli. Riponeteli in un luogo buio.
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Crostata di ricotta per grandi e piccini



Sono quasi le 11 di mattina e l’ora del cappuccino è passata da un pò, però questa ricetta di crostata alla ricotta si può gustare in qualsiasi momento della giornata dalla prima colazione alla merenda pomeridiana: con il suo ripieno morbidoso di ricotta e la sua frolla homemade, è uno di quei dolci che mettono d’accordo grandi e piccini. Preciso che sono una consumatrice accanita della ricotta, quella di pecora naturalmente, e che da quando vivo a Milano mi sono anche convertita all’impiego della ricotta di mucca che riesco a trovare una volta alla settimana nella mia famosa cascina Papetti di Liscate che produce formaggi e stracchino a Km0. La ricotta, oltre ad essere digeribile, è indicata anche nelle diete, segno che, evidentemente, l’apporto calorico non è certo da paragonarsi a quello del gorgonzola; si presta inoltre ad essere abbinata a quasi tutti gli altri alimenti proprio per il suo sapore delicato e per la sua texture cremosa….e poi mescolata semplicemente con lo zucchero, le scagliette di cioccolato ed un goccio di maraschino, è un dessert semplice semplice ma sano.
Ingredienti Per la frolla250 gr di farina
125 gr di zucchero125 gr di burro morbido, a temperatura ambiente2 tuorliun pizzico di sale
un pizzico di lievito (5 gr non di più)1 cucchiaio di fiori d’arancio
Per la crema di ricotta400 gr di ricotta
70 gr di zucchero
2 tuorli
2 chiare
50 gr di pinoli
50 gr di uvetta
1 cucchiaino di cannella
1 goccio di limoncello


Lavorate il burro con lo zucchero sino ad ottenere un composto spumoso, aggiungete i due rossi di uovo e poi la farina. In ultimo mettete il lievito ed il sale. Dell’impasto ottenuto, fatene una palla con le mani, avvolgetela nella pellicola di alluminio e mettetela in frigorifero a riposare per almeno un’ora. Tiratela fuori dal frigo, stendetela con le mani nella tortiera imburrata.


Mettete a bagno l’uvetta in acqua tiepida per 20 minuti, poi sgocciolatela e strizzatela. Passate al colino la ricotta affinché risulti senza grumi, più cremosa e poi lavoratela molto bene con lo zucchero, i due tuorli, i pinoli, l’uvetta, la cannella ed il limoncello. Montate a neve le due chiare ed unitele al composto di ricotta delicatamente, dal basso verso l’alto. Foderate lo stampo con questa crema, mettete nel forno caldo a 180° per mezz’ora circa. Volendo potete decorarla con lo zucchero a velo.
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Crema di mascarpone al profumo di clementine (bio)


Dopo la ricetta detox dell’altro giorno, mi sono detta che non bisognava esagerare con le diete (ecco arenarsi sulla spiaggia della pigrizia i buoni propositi di diete e quant’altro…) e quindi ho pensato di proporvi una ricetta inventata da poco, già molto sperimentata che certamente si adatta alla stagione in corso. In un’ottica di cucina a km0, ho utilizzato il mascarpone prodotto dal Caseificio Papetti di Liscate (circa 15 km ad est di Milano, che figura tra l’altro tra quei caseifici che producuno il taleggio DOP) che è assolutamente artigianale ed il cui gusto ça n’a rien à voir con i mascarpone comperati al supermercato…ciò detto e dopo aver fatto un pò di sana pubblicità a questa azienda a conduzione familiare, che ha il pregio di proporre pochi formaggi ma assolutamente da non perdere (stracchino, ricotta di mucca e taleggio sono il top della loro produzione…), vi espongo la mia ricetta:

Ingredienti (per 6 coppette di crema)
500 gr di mascarpone
4 tuorli di uova
150 gr zucchero
scorza grattata di 2 clementine (bio, rigorosamente non trattate)
succo delle 2 clementine
2 clementine a spicchi
1 schizzo di rhum


In un’insalatiera lavorate i tuorli e lo zucchero (la quantità di zucchero è estremamente soggettiva, c’è a chi più dolcissima, a chi meno dolci ed io sono tra  quelle a cui piace poco sino ad ottenere una crema soffice, incorporate poi il mascarpone, la scorza delle clementine grattuggiata e lo schizzo di rhum (ora se ci sono bambini, io il rhum lo eviterei). Amalgamate bene il tutto. Prendete delle coppette in vetro, disponete sul fondo gli spicchi di clementine tagliati a cubetti, versate la crema di mascarpone, lasciate riposare in frigo per 2 ore almeno. Servite fredda. Ora questa crema io l’ho utilizzata molto anche sopra il panettone, il gusto cambia dal solito zabaione/mascarponato che va tanto di moda, perché il poco zucchero e, soprattutto, le clementine gli conferiscono un profumo ed un’aroma unico.
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I cookie di Francesca…….


Come evoca il titolo stesso, questa ricetta è della mia cara amica Francesca, siciliana trapiantata a Parigi da oltre 25 anni che, come me, ha la passione per la cucina ed è alla perenne ricerca di nuovi accostamenti in fatto gastronomico.
E’ una ricetta, questa dei cookie, che mi mette un pò di nostalgia perché mi porta inevitabilmente indietro nel tempo e mi ricorda dei momenti felici della mia vita passata. Francesca aveva (ed ha tutt’ora) l’abitudine di preparare questi cookie per i suoi amici il sabato mattina presto: poi si presentava al nostro abituale appuntamento in palestra con questo sacchettino di cookie che doveva essere la mia merenda per la settimana ma che inevitabilmente domenica sera era già finito perché nn resistevo alla tentazione di divorarmeli…..e poi dopo la palestra, andavamo insieme a fare la spesa, parlando del più e del meno, alternando considerazioni di massaie “parigini” a spetteguless tipicamente italiani….insomma questi morbidi biscottini mi rimandano immediatamente a tutti quei sabati mattina trascorsi con lei…..e la ricetta che vi metto di seguito è pari pari come me l’ha scritta lei, io ho solo aggiunto, in qualità di redattore, qualche piccola nota margine di questa ricetta che a mio avviso è adatta a tutti i tipi di pubblico e di buongustai….. 
Cookies (35/40)Forno a circa 200°Burro (morbido) 200 grZucchero vanigliato una bustinaZucchero (di preferenza di canna) 250 grUova 2Farina 300 grFarina di noccioline o mandorle (ndr come preferite) 125 grLievito 5 gr Pepite di cioccolato o noci o mandorle “effilées” (ndr sfilettate) o quello che ti fa voglia.
Mescolare il burro con lo zucchero vanigliato. Aggiungere lo zucchero a poco a poco.Quando lo zucchero è ben amalgamato, aggiungere le uova una per volta.Mescolare la farina con il lievito e la farina di noccioline o mandorle.Amalgamare a poco a poco.Finire con le pepite di cioccolato o noci sminuzzate o altre cose che ti fanno voglia.Imburrare una “plaque” (ndr teglia) e posare sopra delle palline di pasta (ogni biscotto deve corrispondere all’incirca ad un cucchiaino di pasta).Far cuocere per circa 10 mn.
PS: io per i biscotti che vedete nella foto ho usato della farina di mandorle e delle pepite di cioccolato. Per la farina di mandorle ho semplicemente messo nel mixer delle mandorle dolci e l’ho fatto andare per un minuto circa.
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Torta di cachi e cacao


Dopo due mesi di scorpacciate di cachi biologici, ho pensato che fosse venuto il momento di farsi venire delle idee sul loro uso “diversificato” ed allora ho trovato su un vecchio libro di cucina una ricetta che ho riprodotto. Onestamente la prima versione non mi ha entusiasmato molto; ho deciso così di testare diverse variazioni sul tema e, fra tutte quelle provate, una mi è piaciuta molto: è una ricetta che non prevede l’uso delle uova che in un dolce è quasi scontato, inoltre è un modo per mangiare un pò di frutta, al di là della più tradizionale torta di mele. Insomma ne è uscita una ricetta che è piaciuta non solo a me ma è stata anche apprezzata dai miei ospiti, uno di quei dolci invernali da accompagnare con un thé o una tisana.
Ingredienti (per 6-8 persone circa):
4 cachi grossi e molto maturi
400 gr di farina
200 gr di zucchero
50 gr di mandorle e 100 gr di noci
100 gr di amaretti
2 bustine di lievito per dolci
50 gr di cacao
scorza grattugiata di arancia bio
80 gr di uvetta secca
2 dita di rhum

Sminuzzate grossolanamente le mandorle e le noci.Immergete l’uva sultanina nel rhum e lasciate che si ammorbidisca per circa 20 minuti circa, poi strizzatela ben bene.Aprite i cachi in due, togliete la polpa, mettetela in un’insalatiera e schiacciatela; unite poi la farina, lo zucchero, le mandorle e le noci sminuzzate, l’uvetta, il cacao e la scorza di arancia, ed alla fine il lievito: dovete mescolare il tutto affinché si crei un impasto omogeneo. Imburrate un contenitore per dolci e versatevi il composto.Lasciate cuocere nel forno pre-riscaldato per 45 minuti circa: per sapere se è il dolce è cotto, inserite un coltello, dovrà uscirne asciutto. Servite di preferenza tiepida.
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Omaggio alla Sardegna (episodio 1): i Papassini


Recentemente ho scoperto che questi biscotti (che in famiglia facciamo sempre non perché abbiamo origini sarde ma semplicemente perché li adoriamo) vengono fatti appositamente per le feste, soprattutto quelle di Natale e quale momento migliore allora se non questa settimana pre-natalizia per invitarvi a farli e a gustarli? Personalmente li trovo buonissimi: morbidi, con un impasto ricco ricco di frutta secca ed uvetta e poi sono graditissimi ai bambini che li mangiano sempre volentieri (provate a chiedere a mia figlia). Eccovi allora la ricetta che è la prima di una breve serie di ricette sarde delle quali mi sono “invaghita” e che vi propongo volentieri: buona degustazione a tutti.

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Panna cotta alla crema di castagne




Ho ricevuto dalla Francia una crema di castagne vanillée tradition ovvero preparata in modo tradizionale ma con l’aggiunta della vaniglia: ora questo tipo di prodotti, diffusissimi presso i nostri cugini d’Oltralpe, in Italia non si presta a 1000 utilizzi. E’ vero, si potrebbe mangiare questa crema spalmata sul pane come fosse marmellata, oppure accompagnata da panna montata, oppure ancora mescolata con dello yogurt bianco cremoso, ma nessuna di queste “ricette” solleticava il mio stomaco e il mio palato. Dopo qualche riflessione sul possibile uso di questa crema, ho trovato tra i tanti appunti/ritagli di giornale/pagine con ricette strappate dal parrucchiere, una proposta di panna cotta che mi intrigava e che ora condivido con voi. Il risultato è una panna cotta dal gusto originale ma delicato, sicuramente ipercalorica, da fare in questa stagione.

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Cake alle pesche ed al miele



Vi starete domandando che cosa c’entra il requiem con le pesche, nel mio caso c’entra eccome……in realtà avevo quattro pesche gialle che vivacchiavano nel frigo di casa e che ogni volta che aprivo la porta del frigo mi mandavano segnali di fumo, quasi a supplicarmi di tirarle fuori di là.  E così ho preso il coraggio a 4 mani e mi sono detta che queste mie compagne di avventura da circa 3 settimane, potevano anche trasformarsi in qualcos’altro……Ne è uscita una ricetta delicata, che piace molto ai bambini (ho fatto il test su mia figlia) ed utilizzabile come accompagnamento ad una fumante tazza di thé in questi grigi pomeriggi d’autunno. D’accordo, penserete voi, ma le pesche con la stagionalità dei prodotti, sono decisamente fuori tema, però per avere un comportamento eco-compatibile, è sempre meglio utilizzare quello che abbiamo nel nostro frigo sino all’ultimo piuttosto che gettare tutto nel sacchetto dell’umido, come ci insegna sul suo blog, Ecocucina, Lisa Casali che della filosofia degli avanzi ne ha fatto una corrente di pensiero gastronomico.
Ed ecco a voi la ricetta, semplice semplice (da mettere in archivio e da tirare fuori per quando le pesche saranno di attualità).

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