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Carne

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Polpettine di carne e ricotta


Alzi la mano chi non ama le polpette: io devo ancora trovarla una persona a cui non piacciono le polpette, soprattutto se sono quelle della mamma! Inoltre, per le mamme sempre di fretta ma che si preoccupano, al tempo stesso, di quello che danno da mangiare ai figli, le polpette costituiscono una soluzione validissima: ne parlavo non più tardi di qualche giorno fa, con le altre mamme dell’asilo, dicendo che con le polpette o con i polpettoni si risolvono tanti problemi di alimentazione con i figli. Le polpette si preparano in mille modi sempre appetitosi, aiutano ad utilizzare “diversamente” quello che rimane nel frigorifero, in genere sono sane e, particolare essenziale, risultano graditissime ai bambini! Recentemente ho voluto provare questa ricetta di polpette con carne e ricotta che non prevede l’uso delle uova: l’ho tratta direttamente dal libro Bolli bolli pentolino, di cui vi ho parlato a lungo in un mio post di qualche tempo fa, e che continua ad essere una fonte di ispirazione preziosa per tutto quello che riguarda l’alimentazione dei più piccoli. 
Ingredienti per 5 porzioni500 gr di carne macinata di manzo200 gr di ricotta di mucca40 gr di parmigiano grattugiato80 gr di pangrattato¾ scatola  di passata di pomodoriOlio evo q.b.SaleNoce moscata q.b.Amalgamate bene la carne macinata, la ricotta, il parmigiano, la noce moscata, i 50 gr di pangrattato ed il sale: formate delle palline che passerete poi nel pangrattato rimasto. Mettete la passata di pomodoro in una pirofila, adagiateci sopra le polpette e spolverate con il parmigiano avanzato. Cuocete in forno a 200° per 25-30 minuti circa: a metà cottura mescolate le polpette e 5 minuti prima della fine, scoprite la teglia. A cottura ultimata, versate un filo di olio. Potete anche farne di più e poi congelarle: quando ne avrete bisogno, non vi resterà che passarle nel forno.
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Bocconcini di pollo di zia Checca


In un mio post di giugno vi avevo parlato di zia Checca: eccomi di nuovo sempre con una sua ricetta ancora una volta adattissima per i bambini e di una semplicità estrema. La Nanetta è carnivora (purtroppo aggiungo io, perché avevo tanto sperato che fosse pescivora come me ed invece la Pupa è tutta suo papà…..anche in questo ;-)))) e tra i diversi tipi di carne predilige in modo particolare  il pollo….ora personalmente io non ho nulla contro il povero pollo però oggettivamente non è che sappia di molto, oltre a rimanere abbastanza stoppaccioso. Visto che a mia figlia propongo due volte a settimana la carne, una volta bianca ed una volta rossa, ogni settimana mi si presenta lo spinoso problema di come prepararle ‘sto pollo o ‘sto tacchino peu importe. D’estate c’era la soluzione comodissima della marinade+ grigliata che mi risolveva il problema, anche perché sulla carne alla griglia lei adora la senape (:-D…..e si! la senape è un condimento alimentare che ho imparato a mangiare in Francia e che adesso apprezzo moltissimo….diciamola tutta, la senape per me è un modo anche per camuffare il sapore della carne non essendo io una grande fanatica di carne)…con l’arrivo dei primi freddi, fine della grigliata ed allora ho voluto provare questa ricetta di zia Checca che prevede l’uso del forno che adesso fa pure piacere accendere. La Nanetta l’ha gradita molto- non è stata la sola-  e poi è una ricetta che si prepara veramente in 10 minuti.
La sera prima, prendete un petto di pollo, fatelo a tocchetti e conditelo con sale grosso e succo di limone (considerate almeno il succo di un limone): lasciatelo marinare tutta la notte nel frigorifero. L’indomani scolatelo un po’, poi preparate del pangrattato con l’aggiunta di un cucchiaio di parmigiano ed un pizzico di sale. Passate il pollo nel pangrattato, disponetelo su di una teglia e metteteci dei fiocchetti di burro: andrà nel forno caldo a 180°-200° per una ventina di minuti. Mangiate caldo caldo.
Buon weekend a tutti!
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Involtini di carne con prugne e mandorle


L’altro ieri ho ricevuto un comunicato stampa da parte di Coldiretti Lombardia in cui si parlava delle pagnotte a km0 e che mi fa piacere segnalarvi. La semina del grano partirà a giorni e l’anno prossimo Milano avrà finalmente il suo “pan rustegh”, il primo pane prodotto grazie a una filiera corta, trasparente in ogni suo passaggio e a km zero con materia prima del territorio. Verranno infatti seminati oltre cento ettari di campi a Milano, Abbiategrasso, Cuggiono e Magenta per una produzione di frumento che secondo le stime arriverà a oltre 7 mila quintali da raccogliere fra giugno e luglio dell’anno prossimo; il grano verrà poi portato in un mulino di Abbiategrasso dove verrà macinato a pietra e la farina ottenuta servirà a produrre oltre un milione e 300 mila pagnotte, il “pan rustegh” di Milano. Il progetto è frutto della collaborazione fra gli agricoltori di Milano e Lodi ed i panificatori di Milano e Provincia. Quindi preparatevi a comperare il pane a km0 della provincia di Milano!
Per ritornare invece alla ricetta di oggi, questa mi è stata segnalata dalla mia amica Diana che l’aveva assaggiata a casa di amici….insomma sulla base delle indicazioni di Diana, interpretate a modo mio, ho cercato di risalire alla ricetta ed il risultato non è niente male. Nella mia sperimentazione ho coinvolto la Nanetta che ha attivamente preso parte alla realizzazione di questa ricetta, soprattutto quando si è trattato di battere la carne con il batticarne…..il divertimento è assicurato anche se io temevo che si potesse schiacciare le dita!
Oggi non vi sto ad elencare gli ingredienti anche perché la ricetta è semplicissima e poi perché sono di fretta: devo portare la Nanetta dal dermatologo :-((((Prendete delle fettine magre di vitella o di manzo e battetele in modo da renderle più sottili, passatele nella farina e salatele leggermente. All’interno di ogni fettina mettete una prugna secca denocciolata e, all’interno della prugna, una o due mandorle dolci spellate. Arrotolate la fettina e fatene un involtino.In una padella scaldate un poco di olio, unite gli involtini, spruzzate con un goccio di vino bianco, salate, pepate e cuocete per 4-5 minuti. Servite caldi! Buon fine settimana a tutti!





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Straccetti di manzo con fave e scaglie di pecorino


Ecco l’ennesima primizia dell’orto: le fave…..Per i romani doc (che oramai sono mosche rare) e per quelli acquisiti, le fave vanno sempre rigorosamente mangiate crude, accompagnate da una fetta di pecorino romano (quello con la crosta nera e la goccia per intenderci) ed una fetta di pane: è un piatto di una semplicità estrema, tipico della tradizione popolare e che la tradizione stessa vuole si mangi il 1° maggio in occasione della Festa dei Lavoratori.
Io dopo aver fatto una scorpacciata di fave fresche, ho pensato che forse potevo anche variare un po’, magari cuocendole ed azzardando abbinamenti con altri ingredienti…..inoltre la mia amica Francesca (non quella di Parigi ma quella di Mestre ;-))) mi aveva parlato una volta di favolosi straccetti con le fave…ed ecco improvvisata questa ricetta che poi alla fine si è rivelata essere buonissima e graditissima. Mio marito ha apprezzato la ricetta in toto, mentre la Nanetta si è focalizzata sugli straccetti, il formaggio fuso e l’invitante sughetto che né è scaturito J
Un’ultima raccomandazione: le fave non devono essere né grosse né dure, se è possibile utilizzate fave dalle dimensioni abbastanza ridotte, vi assicuro che il sapore cambia.


Ingredienti per 2 persone+ Nanetta 250 gr di carne di manzo tagliata sottile200 gr di fave sbucciate2 scalogniolio evo50 gr di formaggio di pecora oppure, in alternativa, del pecorino non stagionato, morbidosale e pepe q.b.


In una pentola mettete l’olio a riscaldare, aggiungete lo scalogno, tagliato finemente, e quando è ben dorato, gettate le fave: lasciate cuocere per 8-10 minuti circa a fuoco medio. Se le fave sono piccole, occorreranno anche meno di 10 minuti (nel mio caso in 5 minuti erano già cotte), inoltre non sarà neppure necessario privarle della pellicola che le avvolge.
Tagliate le fettine di manzo a striscioline. Tagliate a scaglie il formaggio. Quando le fave sono cotte, aggiungete gli straccetti e fateli cuocere 4-5 minuti a fuoco vivace, girandoli spesso per mescolarli bene alla carne. Aggiustate di sale e di pepe. A cottura ultimata, spegnete e cospargete di formaggio di pecora/pecorino: richiudete con il coperchio, lasciate fondere il formaggio 1 minuto e servite subito caldi caldi.
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Poulet Yassa du Sénégal


Se un po’ masticate il francese avrete già capito di cosa si tratta….per coloro che invece nutrono una sana avversione nei confronti della lingua di Molière e prediligono, invece, quella di Shakespeare, trattasi di una ricetta di pollo tipica del Senegal….perché del Senegal vi starete chiedendo voi ?
Quella di oggi è una ricetta che dedico al mio caro amico Khalifà, che veniva da Dakar, un omone grande grande che adorava i bambini e che aveva veramente il dono della cucina: è lui che, con le sue ricette, mi ha avvicinato alla cucina senegalese, che mi ha spalancato le porte di una cucina fatta di ingredienti “poveri” ma gustosa e sana, di un mangiare che è poi soprattutto condivisione. Khalifà purtroppo non c’è più, è venuto a mancare inspiegabilmente e prematuramente più di un anno fa ma il ricordo di lui, ci accompagna ancora e ci troviamo spesso a parlare delle sue ricette, a sognare il suo divino “riz au poisson” o le sue polpette di barracuda…….
Per concludere prima di passare alla ricetta, niente paura, non ci sono ingredienti esotici, anzi si trovano tutti molto facilmente nel negozio sotto casa!

Ingredienti per 2 persone+ Nanetta:
– 3 sottocosce di pollo+ 1 petto di pollo (200 gr circa)
– 3 limoni bio
– 3 grosse cipolle
– 5 cucchiai di olio di arachidi o di olio di palma
– sale e pepe q.b.
– 1 peperoncino dolce
– 1 bicchiere di acqua
– 1 dado (io ho usato cuore di brodo)
– 200 gr riso tipo basmati


Togliete la pelle alle sotto-cosce e tagliate il petto di pollo in pezzi, mettetelo in una teglia e fatelo marinare in frigorifero per almeno 4 ore (potete anche lasciarlo tutta la notte) con: l’olio, il succo e le scorze dei limoni, le cipolle tagliate a pezzi grossi, il sale ed il pepe. Ogni tanto girate il tutto affinché il pollo si impregni bene della marinade.
Sgocciolate il pollo e cuocetelo semplicemente in una padella in modo che diventi croccante e dorato.

Prendete le cipolle presenti nella marinade, sgocciolatele appena e mettetele in un tegame a fuoco lento con un cucchiaio di olio: quando vedrete che le cipolle sono diventate trasparenti, aggiungete il pollo, il dado, ½ bicchiere di acqua, il peperoncino dolce e lasciate cuocere a fuoco lento per 45 minuti, aggiustate di sale e di pepe se necessario. Nel frattempo fate bollire il riso. Quando il pollo sarà pronto servitelo in tavola accompagnato dal riso.



E’ un piatto veramente buono: innanzitutto il gusto di cipolla dopo una cottura così prolungata, evapora e rimane forte l’aroma del limone, mentre le cipolle stesse finiscono quasi per dissolversi nel sughetto che si forma….è per questo che si mangia con il riso bollito, perché il riso svolge la funzione del pane ed evita di dover fare la scarpetta!
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Filetto di maiale in crosta di spezie


Il filetto di maiale è un’altra di quelle “scoperte” quasi lapalissiane che ho fatto in Francia. In realtà la carne di maiale se non è cucinata più che bene rischia di risultare un po’ stoppacciosa, difficile da mandare giù: il filetto di maiale invece rimane molto morbido come carne, inoltre è molto molto versatile perché si presta a 1000 interpretazioni sul tema.
Ricordo che quando era in Francia avrò mangiato il “filet mignon” in almeno 20 modi diversi ed ogni volta lo trovavo buono ed appetitoso. La ricetta di oggi è molto orientaleggiante negli ingredienti, però semplice nella realizzazione e il risultato finale è sorprendente: vi dico solo che la Nanetta, che certo è abituata a mangiare spezie nelle ricette, ne ha divorate tre fette e con il ditino andava a cercare nel piatto i pezzettini di crosta perché evidentemente li trovava gustosi.
Ingredienti per 2 persone+ Nanetta500 gr di filetto di maiale
3 cucchiai di polvere tandoori
3 cucchiai di olio EVO ma in questo caso va bene anche un olio di semi
1 cucchiaino di cumino in polvere
1 cucchiaio di paprika
1 cucchiaio di miele
2 cucchiai di semi di coriandolo
peperoncino in polvere q.b.
sale e pepe q.b.

Prendete i semi di coriandolo e schiacciateli grossolanamente con il cucchiaio; in un recipiente mescolate la polvere di tandoori, il cumino, la paprika, il miele, i semi di coriandolo, l’olio, il peperoncino, il sale ed il pepe: otterrete una pasta rossa. Disponete il filetto di maiale su di una teglia rivestita di carta forno, rimboccatevi le maniche, prendete un po’ di pasta e spalmatela sul filetto di maiale, dovrete ricoprire il filetto il pezzo di carne in maniera uniforme, aggiungete un po’ di acqua. Richiudete la carta forno intorno al filetto di carne e mettete in forno pre-riscaldato a 200°, la carne dovrà cuocere 45 minuti circa: per evitare che si secchi troppo, aggiungete eventualmente dell’altra acqua durante la cottura, girate sull’altro lato il filetto di carne e richiudete.
Tirate fuori dal forno, aspettate che diventi tiepida prima di tagliarla a fette. Potete consumare questo filetto sia caldo che freddo: io l’ho mangiato anche “freddo” e devo dire che è ottimo anche freddo magari in questo caso tagliato a listarelle ed aggiunto all’insalata.
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Fagottini golosi di verza


Lo so che con le temperature di questi ultimi giorni avrei dovuto proporvi solo gelati e granite, però anche con questo inaspettato caldo bisogna pur mangiare e, soprattutto, far mangiare i nostri figli e la ricetta di oggi è una di quelle che riescono a riunire insieme diversi ingredienti e a farne un piatto completo: carne, verdure, derivati del latte…..inoltre c’è da considerare l’aspetto estetico e psicologico: un fagottino invoglia sempre chi se lo trova davanti ad andare a vedere cosa c’è dentro e questo vale per i grandi così come per i bambini….quindi beccatevi questa ricetta che vi farà riappacificare con la verza se l’avevate scoperta da piccoli e non vi era piaciuta oppure ve la farà amare se, al contrario, non avevate mai osato avvicinarvi a questo ortaggio “raggrinzito”.


Ingredienti per 4 persone
12 foglie di verza grandi
400 gr di carne di manzo macinata
1 cipolla media
4/5 cucchiai di besciamella
4 cucchiai di pangrattato
passata di pomodoro q.b.
olio EVO
sale e pepe q.b.

Se avete comperato una verza grande, staccate solo le foglie più larghe, lavatele delicatamente e sbollentatele: dovete farle cuocere 2/3 minuti non di più. Adagiatele su di uno strofinaccio ed asciugatele tamponandole.

Affettate la cipolla, fatela soffriggere in una padella, quando comincerà a diventare dorata, versate la carne e lasciate cuocere per 5/6 minuti. A cottura quasi ultimata, aggiungete la besciamella ed il pangrattato, aggiustate di sale e pepe e lasciate cuocere ancora un paio di minuti affinché tutti gli ingredienti si mescolino insieme. Lasciate raffreddare.

In un’altra padella preparate un sugo leggero leggero con la passata. Ora la quantità del sugo è molto soggettiva, a me gli involtini di solito piacciono con poco sugo, poi vedete voi….c’è chi li preferisce galleggianti nel sugo…..insomma de gustibus…..

Riempite ogni foglia di verza con il composto a base di carne (attenzione non gonfiate troppo il fagottino perché poi la foglia di verza rischia di lacerarsi e di lasciar fuoriuscire il contenuto), richiudete il fagottino e ponetelo nella padella dove starà cuocendo il sughetto. Lasciate insaporire per una decina di minuti a fuoco bassissimo. Spegnete e servite caldi in tavola.
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Omaggio alla Sardegna (episodio 2): maialino al mirto


Vi ho già scritto, in un altro post, come mi piaccia la cucina sarda perché è semplice, non elaborata, utilizza materie prime facilmente reperibili (soprattutto i carciofi ;-))))) e fa largo uso di erbe aromatiche (maggiorana, mirto, timo, ecc.). La ricetta di oggi, poi, è una di quelle che tutti possono fare ed è super light perché la carne si cuoce da sola, a bassa temperatura, quasi ve la dimenticherete nel forno, e rimarrà però molto tenera: solo alla fine della cottura  si aggiunge un filo d’olio. Inoltre, visto che la Pasqua si avvicina, è anche una ricetta da proporre per il pranzo di Pasqua: al posto del maialino, potrete benissimo utilizzare l’agnello arrosto (in questo caso per 4 persone utilizzerete 1/2 agnello).  

Ingredienti per 4 persone

cosciotto di maialino oppure spalla di suino (calcolate almeno 800 gr- 1kg perché c’è sempre la cotenna e la parte grassa da togliere)
rametti di timo q.b.
sale fino q.b.
olio EVO q.b.

Mettete il maialino in una padella con l’olio e rosolate per 5-6 minuti a fuoco vivace sino a quando non si forma la crosticina.
In una teglia da forno disponete i rami di mirto ed adagiateci sopra il maialino, dopo averlo salato. Mettetelo in forno ad una temperatura di 120°: ogni 15 minuti aumentate la temperatura di 10 gradi. Complessivamente il maialino dovrà rimanere in forno per un’ora e mezza: alla fine della cottura dovrete aver raggiunto la temperatura di 180°. A metà cottura rigirate il maialino, mentre a cottura quasi ultimata aggiungete un filo d’olio e rimettete nel forno. Fate riposare 5 minuti nel forno e servite tagliato a pezzi piuttosto grossi.
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Vitello in fricassea by Diana


Forse l’avrete già intuito leggendo i miei post, ma io non sono un’amante della carne. Certo, nell’ambito di un’alimentazione equilibrata la mangio, ma non più di una volta a settimana, a dir tanto due e, soprattutto, cerco sempre di “camuffarla”, di trovare dei modi per rendermela simpatica ed appetibile. Anche durante la mia permanenza in Francia dove pure la carne, specie quella di tipo Charolaise (avete presente quelle mucche bianco-crema gigantesche che vi guardano con un’aria un pò torva, sono proprio loro les Charolaises :-))))), o Limousine è veramente buona ed infatti viene esportata anche in Italia, insomma neppure la vita in Francia e la “vicinanza” con i francesi, che sono per tradizione dei grandi carnivori, hanno modificato sostanzialmente le mie abitudini alimentari e resto una “pescivora” convinta. La ricetta che sto per proporvi però è uno dei tanti modi che ho trovato per mangiare la carne appunto camuffandola.  Innanzitutto c’è da dire che la ricetta non è mia, ma della mia amica Diana che me l’ha gentilmente “prestata” e che, diversamente da me, è mooooolto più carnivora. E’ però una ricetta completa perché oltre all’ingrediente base, la carne appunto, ha al suo interno le cipolle, l’uovo, la panna……insomma un piatto sostanzioso.


Ingredienti per 4 persone:

600 gr di polpa di vitello
1 cipolla media
1 cucchiaio abbondante di pan grattato
1 cucchiaio di farina
3 cucchiai di olio EVO
Sale q.b.
½ bicchiere di vino bianco secco
1 bicchiere scarso di acqua

Per la fricassea:
1 tuorlo
1 confezione di panna liquida da 200cl
sale q.b.
il succo di un limone spremuto
1 cucchiaio di prezzemolo tritato


2 belle fette di pane

Tritate la cipolla e fatela dorare nel tegame con l’olio; nel frattempo tagliate la polpa di vitello a cubetti,  infarinate i cubetti e metteteli nella padella: fate dorare la carne, salatela, poi spolveratela con il pane grattugiato e lasciate tostare la carne. Unite il vino bianco, lasciate evaporare la parte alcolica del vino ed aggiungete l’acqua. Coprite e fate cuocere a fuoco lento sino a quando i bocconcini non si saranno ammorbiditi (20 minuti in genere dovrebbero bastare). Preparate la fricassea mescolando gli ingredienti in una tazza in quest’ordine: tuorlo, panna, sale, limone e prezzemolo. Aggiungete la fricassea alla carne e cuocete insieme il tutto a fuoco lento sino a quando la fricassea non si sarà consumata e non si sarà trasformata in una cremina densa.  Servite la carne….alla fine non potrete fare a meno di fare la scarpetta perché la cremina della fricassea è così buona che dovretet per forza “pucciare” il pane e pazienza per il galateo ;-))))))
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