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Dolci

Clementine al miele e mandorle sfilettate


Tempo fa leggevo non so più dove che le clementine hanno grandi proprietà diuretiche e rinfrescanti, in realtà a me le clementine piacciono molto perché fra tutti gli agrumi sono i più “gentili” con il mio stomaco sofferente di reflusso gastroesofageo. Per motivi evidentemente diversi, piacciono molto anche alla Nanetta che le preferisce di gran lunga agli altri agrumi, quindi a casa nostra d’inverno le clementine non mancano mai, soprattutto se sono bio e del sud Italia J Ho provato a fare questa ricetta basandomi su di una ricetta che assaggiavo sempre in un ristorante marocchino a Parigi, dopo una porzione gigantesca di couscous royal. All’inizio non capivo il motivo per cui si chiamasse royal, poi dopo essermi ritrovata davanti una generosissima porzione di semola, verdure e carne per comporre il mio couscous, ho capito forse che l’appellazione royal andava a quel couscous che comprendeva tutto al suo interno. E per digerire il copioso pranzo, la frutta ripassata nell’acqua di fiori d’arancio aiutava enormemente. Ho rifatto la stessa cosa, utilizzando però delle clementine nostrane, con l’aggiunta di una punta di miele e di mandorle sfilettate alla fine per dare al tutto quel tocco croccante. Buono come frutta e come dolce allo stesso tempo!


Ingredienti per due persone:3 clementine1 cucchiaio di acqua di fiori d’arancio1 cucchiaio di miele1 cucchiaio di mandorle sfilettateAcqua q.b.
Sbucciate le clementine. In un pentolino fate scaldare l’acqua, il miele ed i fiori d’arancio. Otterrete uno sciroppo né liquido né denso, passate nello sciroppo le clementine, disponetele in un piattino, versate lo sciroppo rimasto e cospargete di mandorle sfilettate.
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Crema di zucca con chiodini



A metà dicembre ho ricevuto un regalo graditissimo: un’enorme zucca Violina.L’ho lasciata per un po’ nel soggiorno di casa a mo’ di soprammobile, poi con l’albero di Natale ed il presepe in giro, l’ho portata in cantina e lì è rimasta sino a quando non ho notato che da un lato si stava deteriorando. Ho messo subito al lavoro mio marito che l’ha tutta pulita, fatta a cubotti e messa nei sacchetti congelazione: è un Santo vero?  Ogni volta che apro il freezer, ho una botta di colore arancione che con questo grigiore mi mette subito di buon umore. Ecco allora che con uno dei sacchettini ho preparato una crema di zucca e ci ho poi aggiunto dei funghi chiodini per dare quel tocco di bosco che mancava alla ricetta.
Ingredienti per 4 persone+Nanetta:700 gr di zucca1 cipolla gialla300 gr di chiodini150 ml di panna da cucina1 dado 1 spicchio d’aglioPrezzemolo tritato q.b.2 cucchiai di pinoliOlio evoSale e pepe q.b.Tagliate la zucca a cubotti e la cipolla finemente. Nella pentola a pressione (se non l’avete usate naturalmente quella normale), fate scaldare l’olio, imbiondire la cipolla e poi aggiungete la zucca, rosolandola per un paio di minuti. Poi versate l’acqua in modo da ricoprire la cipolla (500 ml dovrebbero bastare) ed il dado (io uso raramente il dado, ma quando lo uso metto sempre il dado gelatinoso, non mi ricordo nemmeno più di qualche marca sia). Chiudete la pentola a pressione e da quando comincia a fischiare lasciate cuocere 6-7 minuti, poi apritela, aggiungete la panna e continuate la cottura per un paio di minuti ancora. Se non utilizzate la pentola a pressione, allora incorporate la panna subito dopo aver aggiunto il dado. Lasciate raffreddare la zucca e riducetela in crema. Nel frattempo pulite i funghi, scaldate un po’ di olio in una padella con uno spicchio di aglio ed unite i funghi che dovranno cuocere almeno una decina di minuti, poi versate i pinoli e spolverate con il prezzemolo tritato. Riempite delle ciotole con questa crema vellutata, sopra versate i funghi ed i pinoli. La versione per la Nanetta era identica, solo che alla fine invece dei funghi, le ho versato una bella manciata di crostini al forno ed un cucchiaio di parmigiano grattato.
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Hachis parmentier


In questo mese di gennaio freddo ed umido, un plat d’hiver ci sta tutto, ma non un piatto qualsiasi, qui mi riferisco ad uno dei capisaldi della cucina francese: l’hachis parmentier. I miei colleghi francesi mi hanno sempre suggerito di non mangiare l’hachis parmentier alla “cantine” perché sostenevano giustamente che venisse fatto con la carne avanzata nei giorni precedenti…..io ho sempre seguito il loro consiglio; però andando a casa di amici e conoscenti mi capitava spesso di mangiare questo piatto che va detto, sarà pure fatto con gli avanzi del giorno prima, ma è buonissimo. In buona sostanza si tratta di carne macinata cotta come si cuoce il ragù nostrano, a cui si aggiunge del puré di patate e poi si schiaffa in forno. E’ decisamente un piatto invernale: provate a mangiarlo il 15 di agosto, avrete il cinghialotto piantato sullo stomaco per 48 ore almeno!
Ingredienti per  6 persone :Per la purea di patate1 kg di patate40 cl di latte50 gr di burro5 cucchiai di parmigiano grattugiato saleNoce moscata q.b. 
Per l’hachis:600 gr di carne macinata (io ho usato manzo e maiale insieme)1  cipolla media Olio q.b. Sale e pepe 
70 gr di emmental grattugiato Pangrattato q.b.
Tagliate finemente la cipolla, in una padella fate scaldare l’olio ed unite la cipolla, lasciandola cuocere almeno 10 minuti a fuoco bassissimo. Aggiungete poi la carne macinata, alzate un pochino la fiamma e cuocete il tutto per un altro quarto d’ora. Aggiustate di sale e di pepe.
Sbucciate le patate e fatele cuocere: io utilizzo sempre la pentola a pressione ed in 10 minuti me la cavo. Passate le patate con il passa patate.  Mettetele in una pentola, aggiungete il burro e lasciate che fonda: poi versate il latte, continuando a mescolare sempre, grattate la noce moscata ed infine unite il parmigiano. Cuocete ancora il puré a fuoco lento per altri 5 minuti. Lasciate raffreddare.
In una pirofila, versate la carne macinata, livellandola bene, unite la purea di patate, livellando bene anche quest’ultima. Cospargete di emmental e di pangrattato. Infornate a 180° per 20 minuti circa e poi per 7-8 minuti al grill. Si mangia tiepido, non bollente ed è ancora più buono l’indomani!
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Risotto cime di rapa, pomodori secchi e burrata


Vi ho parlato a più riprese della passione di mio marito per il risotto: la ricetta di oggi è un’umile rivisitazione di un piatto proposto dal celeberrimo ristorante milanese Il luogo di Aimo e Nadia……forse non tutti sanno che Aimo, il fondatore, ha appeso i mestoli ed il grembiule al chiodo per sopravvenuti limiti di età, lasciando i fornelli a due giovani ma talentuosissimi chef che si sono fatti le ossa lavorando all’estero accanto a grandi chef étoilés: si tratta di Alessandro Negrini e di Fabio Pisati, l’uno del Nord, l’altro del Sud.  La loro cucina risente molto dei rispettivi influssi regionali e la ricetta di oggi ne è un esempio lampante.

Avevo assistito ad un loro show cooking in cui avevano proposto proprio questo piatto, naturalmente più elaborato, più complesso nella preparazione, più ricco di ingredienti….io l’ho notevolmente semplificato ma, soprattutto, l’ho adattato al mio gusto personale. Gli ingredienti base: le cime di rapa, la burrata ed i pomodori secchi sono rimasti….le cozze da disporre sopra il risotto così come i capperi sono spariti perché ho ritenuto, ma quest’affermazione n’engage que moi, che il sapore “marino” delle cozze ed il salato dei capperi stonassero con il risotto nella sua globalità….ho insomma alleggerito il piatto anche per poterlo proporre alla Nanetta. In un mio precedente post vi avevo raccontato la ricetta del risotto alle ortiche e stracchino che lei aveva dimostrato di gradire enormemente senza lasciarsi intimorire dal colore verde brillante del piatto; questo risotto è, se possibile, ancora più verde dell’altro ma una volta portato alla bocca risulta sorprendentemente delicato grazie soprattutto alla burrata che equilibra il salato dei pomodori secchi. 
Ingredienti200 gr di riso carnaroli200 gr di cime di rapa10 pomodorini  secchi150 gr di burrata1 cipolla mediaGrana grattugiatoBrodo vegetale q.b.Olio evo q.b.Vino bianco q.b.Pulite la cipolla e tagliatela finemente; in una padella fate scaldare un po’ di olio e poi unite la cipolla: la cottura della cipolla dovrà avvenire a fuoco bassissimo. Io l’ho tenuta circa mezz’ora sul fuoco a bassa temperatura, alla fine diventerà trasparente sino quasi a sfaldarsi. Lasciatela raffreddare e poi mixatela bene in modo da ottenere una salsina. Pulite le cime di rapa, fate scaldare in una padella un poco di olio con lo spicchio di aglio e lasciate cuocere le cime di rapa: anche in questo caso, una volta raffreddate, dovrete passarle al frullatore. Sminuzzate i pomodori secchi, se trovate quelli essiccati, reidratateli in un poco di acqua calda, poi asciugateli, strizzateli e tagliateli a listarelle.In una casseruola, tostate il riso con l’olio evo, poi sfumatelo con un mestolo di acqua calda e poi con il vino. Proseguite normalmente la cottura aggiungendo, al bisogno, del brodo. A metà cottura unite la crema di cipolla, dopo qualche minuto versate la crema di cime di rapa, e poi i pomodorini secchi. Appena prima di spegnere, versate la burrata e, a seguire, il grana grattugiato, mantecate e servite caldo. La burrata deve essere aggiunta proprio alla fine, idealmente non dovrebbe filare. Se volete potete aggiungere anche dei capperi tritati: personalmente trovo che il sapore aggressivo dei capperi, stoni con il delicato della burrata e con il dolce della cipolla, sia fuorviante rispetto ai sapori “pugliesi” di questo risotto…..poi, come per tutte le cose, è una questione di gusti…..
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Maccheroncini salsiccia, olive e pomodori


Che fare con una confezione di maccheroncini all’uovo che giaceva triste e sconsolata in frigorifero da oltre due settimane? Come prepararli per soddisfare i gusti anche della Nanetta? Tra i miei appunti disordinati di viaggio e di piatti, ho ritrovato questa ricetta che avevo assaggiato l’estate scorsa al mare: mi erano piaciuti tanto e così ho deciso di rifarli, usando però, rispetto alla versione originale, i miei maccheroncini all’uovo. Che dire? Adattissimi per fronteggiare il freddo di questi giorni!

Ingredienti250 gr di maccheroncini all’uovo
2  salsicce
15 olive verdi
5 cucchiai di passata di pomodoro
1 spicchio di aglio
Parmigiano o pecorino grattugiato q.b.
Olio evo
Sale q.b.
1 rametto di timoPrivate le salsicce della pelle, sbriciolatele e fatele cuocere in un padellino senza aggiunta di olio.
In una padella scaldate l’olio, aggiungete la passata e poi le olive verdi snocciolate e tagliate. Fate cuocere il tutto 4-5 minuti, unite poi la salsiccia sbriciolata ed il timo, continuando la cottura ancora per qualche minuto. Nel frattempo cuocete i maccheroncini, scolateli ed uniteli all’intingolo, saltateli un minuto in padella, spolverateli con una generosa manciata di parmigiano o pecorino….inutile dirvi che la Nanetta oltre alla pasta, ha fatto fuori tutti i pezzi di “ciccio” dell’intingolo……l’amore per la carne ed i suoi derivati non l’ha certo preso da me J!
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Gli accras de morue di Goretti


Oggi ricetta esotica, si fa per dire….…..gli accras de morue sono delle polpette di merluzzo che si fanno nelle Antille francesi; ne trovate di tutti i tipi perché ogni mamma, nonna, zia, amica, ha la sua personale versione: con o senza farina, piccantissime o no, con l’aglio o senza, grandi o piccole, insomma c’è solo l’imbarazzo della scelta…..
La mia amica portoghese, Goretti, prepara però una versione riveduta e corretta di queste golosissime polpette di merluzzo; in realtà, da buona portoghese, utilizza il famoso Bacalhau che si fa arrivare direttamente dal Portogallo oppure che compera al mercato portoghese vicino Parigi….e sì, perché Goretti è un’amica che ho conosciuto quando vivevo in Francia e che continuo, nonostante la distanza, a frequentare………..
Le sue polpette di merluzzo sono uno dei più buoni souvenir che ho della Francia: mi ricordo ancora che al suo rumorosissimo matrimonio ne preparò qualcosa come 1200……c’era un tavolo con una montagna di queste polpette disposte come se fossero i barattoli del supermercato. In ogni caso le sue polpette sono come le ciliegie, una tira l’altra e non riesci a smettere di mangiarle…..nel periodo delle feste quando erano a Milano i miei, mio papà è stato preso dal desiderio di mangiare queste polpette che anche lui, in diverse occasioni, aveva gustato ed io l’ho accontentato….ecco la ricetta che condivido volentieri con voi!
Io vi suggerisco di farne in quantità considerevole….nella peggiore delle ipotesi, le congelate per poi friggerle e mangiarle in un secondo momento!


Ingredienti550 gr di baccalà salato
750 gr di patate
1 uovo intero+ 1 tuorlo
Prezzemolo grattugiato q.b.
Olio evo q.b.
Sale e pepe q.b.
1 cucchiaino di peperoncino dolce
Pangrattato q.b.Se utilizzate il baccalà salato, mettetelo in acqua almeno 24 ore prima in modo da togliere il sale. Sbucciate le patate, tagliatele a dadini e mettetele in una pentola, con l’acqua, insieme al baccalà fatto a pezzi: lasciate cuocere il tutto per 40 minuti almeno. Quando le patate risulteranno morbide, scolatele e mettetele da una parte. Pulite il baccalà, eliminando la pelle e sminuzzandolo con le mani in modo da togliere tutte le spine. Con una forchetta schiacciate le patate ed il baccalà, metteteli in un’insalatiera insieme all’uovo intero ed al tuorlo, unite il prezzemolo, il peperoncino dolce, aggiungete un filo di olio, aggiustate di sale e pepe ed amalgamate bene tutti gli ingredienti. In un piatto versate il pangrattato, prendete un po’ di composto e formate delle palline, passate ogni pallina nel pangrattato. A questo punto potete friggere le polpette oppure passarle al forno a 180° per 20 minuti circa….scegliete voi: mangiatele calde!

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Crema di topinambur e nocciole


Non provateci neppure a giustificarvi, a dire che siete stati travolti dagli eventi e a negare l’evidenza…..A Natale anche voi come gli altri 65 milioni di italiani avete mangiato troppo….avete ecceduto con il cibo e l’alcol, in una parola vi siete abbuffati. Ed allora prima della prossima abbuffata in calendario, quella in programma la notte di San Silvestro, cercate di disintossicarvi un poco. Personalmente ritengo che le vellutate, le zuppe oppure le creme di verdure siano degli ottimi disintossicanti: sono buone ma non pesano sulla bilancia, sono colorate e, soprattutto, saziano anche gli appetiti più robusti. Ed eccovi quindi una vellutata delicata ma gustosissima, con quella punta di morbidezza che la panna gli conferisce. La Nanetta l’ha apprezzata moltissimo: si è mangiata il suo bel bol di crema senza batter ciglio, dicendomi: “Buonissima mamma”……Allora buona disintossicazione!
IngredientiPer 2 persone+ Nanetta- 500 gr di topinambur
– 2 cucchiai di panna liquida
– brodo di carne e/o vegetale
– una foglia di alloro
– un rametto di rosmarino
– un cucchiaio di nocciole sminuzzate
– olio evo
– sale e pepe
Sbucciate i topinambur, tagliateli a dadini e metteteli nella pentola a pressione con la foglia di alloro,  il rametto di rosmarino ed il brodo vegetale. Da quando la pentola a pressione comincia a fischiare calcolate almeno 10 minuti di cottura. Spegnete, aprite la pentola, togliete l’alloro ed il rosmarino ed immergete il frullatore nella pentola. Aggiungete la panna, mixate nuovamente, aggiustate di sale e pepe.
Sminuzzate le nocciole grossolanamente e fatele grigliare in un padellino. Versate la crema calda di topinambur nel piatto, aggiungete un filo d’olio e le nocciole grigliate.
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Goloso Natale a tutti!


Eccoci arrivati alle porte del Natale: siete distrutti, stanchi morti, sderenati per questo tour de force pre-natalizio oppure aspettate impazientemente l’arrivo del Bambino Gesù e di Babbo Natale?
Per quanto mi riguarda io sono quasi pronta: all’appello mancano solo le prove di travestimento da Babbo Natale (prove che dovrò fare con mio marito visto che è stato scelto all’unanimità come Babbo Natale) e pensare alla decorazione della tavola per la vigilia……il resto è fatto J
Ma non è Natale senza il tradizionale albero ed io allora ne ho preparato uno goloso goloso per voi.
Passate tutti un sereno Natale!
Io vi saluto, vado ad immergermi nell’atmosfera infantile e magica del Natale e vi do appuntamento alla settimana prossima. Un grosso abbraccio! 
Ingredienti1 tuorlo d’uovo160 gr di farina40 gr di zucchero fine40 gr di burro40 gr di miele1 cucchiaino di bicarbonato di sodioCannella e chiodi di garofano macinati q.b. 
Per la glassa:150 gr di zucchero a velo
3 cucchiai di acqua
diavolini colorati q.b.Il burro ed il miele dovranno essere molto morbidi. Mescolate tutti gli ingredienti e lasciate riposare l’impasto per un paio d’ore in frigorifero.  Stendete l’impasto: lo spessore del foglio non dovrebbe superare i 2/3 mm. Con gli appositi  stampi ritagliate le parti dell’albero di Natale (io ho usato l’albero di Natale della Tescoma), disponetele sulla teglia da forno che avrete ricoperto con la carta forno, infornateli a 170° per 15 minuti circa. Tirateli fuori e lasciateli raffreddare prima di disporli sull’alberello.
Per la decorazione, potrete semplicemente cospargere il vs alberello con dello zucchero a velo in modo da ottenere l’effetto neve, oppure decorarlo con i diavolini colorati. In questo caso mescolate a fuoco basso l’acqua e lo zucchero a velo sino ad ottenere una crema bianca. Spalmate su ogni biscotto e lasiate rapprendere: spolverate poi con i diavolini colorati.
Ciao!
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Marmellata di cachi e cioccolato fondente


Prima di parlarvi della mia ricetta di oggi, vi volevo segnalare al volo due idee di regali per bebés gourmands che ho visto in rete. In realtà nei giorni scorsi, stavo cercando dei grembiuli da cucina per bambini e mi sono imbattuta in questi due regali golosi…..
Credits: Ladurée
Innanzitutto le mamme fan dei celeberrimi macaron de Ladurée ora potranno sfogare questa passione sui loro bimbi: Ladurée ha infatti messo in vendita una collezione Bebé che prevede dei deliziosi bavaglini con dei piccoli macaron ricamati…..ma curiosando in rete per trovare qualcosa di meno snob e più democratico adatto alla Nanetta, ho scovato questa linea di accessori per piccoli cuochi lanciati da Thun:  dei deliziosi grembiuli da cucina e da gioco che si abbinano anche a delle sportine per fare la spesa per piccoli consumatori responsabili……

Credits: Thun
E dopo questi “consigli” per gli acquisti, eccovi la mia ricetta di oggi. Nel realizzare questa ricetta il mio obiettivo era quello di preparare una specie di crema spalmabile al cacao che però avesse anche della frutta, insomma un sostituto casalingo della Nutella…..l’abbinamento con i cachi è venuto spontaneamente perché anche qualche tempo fa vi avevo proposto una torta di cachi e cacao: ho preparato quindi una normalissima marmellata di cachi, utilizzando però poco zucchero e solo a fine cottura ho aggiunto la cioccolata fondente fatta a pezzi…….buonissima e graditissima non solo dalla Nanetta ma pure da mia suocera ;-)))))


 Ingredienti1 kg di polpa di cachi350 gr di zucchero1 bustina Fruttapec 1:3100 gr di cioccolato fondente extra  (70% di cacao)Togliete la polpa di 10 cachi maturi e mettetela in una pentola. A parte mescolate lo zucchero e Fruttapec 1:3 ed aggiungetelo poi alla polpa di cachi. Cuocete a fuoco medio mescolando, quando comincia a bollire, alzate la fiamma e sempre continuando a mescolare, lasciate cuocere ancora per altri 3-5 minuti. Spegnete ed aggiungete la cioccolata fondente fatta a pezzetti: mescolate il tutto e versate nei barattoli. Chiudete, rovesciate i barattoli e riponete in cantina.
Buona merenda!
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