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Bistecche di renna per il cenone di Natale? Non thank!


Se avete sempre sognato di sbalordire i vostri ospiti durante il cenone di  Natale proponendogli dei piatti stravaganti ed esotici al posto della più nostrana lasagna, quest’anno sarete sicuramente accontentati:  offrite loro delle bistecche di renna che fanno tanto Natale…..La catena di hard discount Lidl propone, nei suoi 500 punti vendita inglesi, un assortimento di prodotti “alto di gamma” che si chiamano, guarda caso, Deluxe! E sin qui nulla di strano….se non il fatto che comunque anche le insegne discount cercano di andare incontro ai palati dei clienti più esigenti con prodotti ricercati. Quest’anno per Natale, accanto all’offerta delle più tradizionali aragoste, tacchini o selvaggina in genere, ecco spuntare le bistecche di renna siberiana congelate.Ma allora la magia del Natale dove la mettiamo? Le renne, imponenti ma dall’aspetto mite, non ci ricordano la patria di Babbo Natale e non solo che nell’immaginario di grandi e bambini traino la slitta con i regali? Insomma al di là dell’aspetto magico del Natale, questa iniziativa di Lidl ha avuto come conseguenza immediata quella di scatenare le rimostranze dei militanti vegetariani dell’associazione VIVA (Vegetarians International Voice for Animals), i quali sostengono che le renne sono dapprima inseguite da motoslitte o da elicotteri nelle foreste artiche e poi uccise in maniera crudele. In effetti degli studi condotti dal The Polar Research, una pubblicazione a carattere scientifico, avevano già attirato l’attenzione sul destino di questi animali, il cui numero è drammaticamente diminuito negli ultimi anni. Si stima infatti che tra il 1992 ed il 2005, nella zona occidentale della regione artica, sono scomparse circa 17.000 renne, pari all’80% della popolazione.  I signori della Lidl si difendono e, in un’intervista rilasciata al Daily Mail, affermano che gli animali vivono nel loro habitat naturale, con molto spazio a disposizione, in allevamenti certificati e riconosciuti dall’UE. A chi credere? Certo è che una bistecca di renna sulle nostre tavole natalizie non solo ci toglie quel poco di magia che oramai è rimasta al Natale, ma non accontenta sicuramente i nostri palati abituati a ben altri sapori……..
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Cos’hanno in comune la Dieta Mediterranea e la Gastronomia Francese?

Buone notizie per gli amanti (e sono tanti) della Dieta Mediterranea: da martedì  figura ufficialmente nel patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. L’ok è arrivato finalmente dal comitato intergovernativo dell’Unesco riunito a Nairobi. Già nel 2006, la dieta mediterranea era stata candidata, ma la candidatura era stata bocciata. Nel maggio scorso, un gruppo di nazioni (Spagna, Grecia, Marocco) capitanate dall’Italia ha presentato nuovamente la candidatura che questa volta è stata accettata. Ma la dieta mediterranea non è la sola new entry nel patrimonio dell’Unesco: troviamo infatti anche la Gastronomia francese. Gli esperti del comitato intergovernativo hanno considerato che anche il “pasto gastronomico francese” con i suoi rituali e la sua presentazione, è da ritenersi una pratica sociale destinata a celebrare uno dei momenti più importanti della vita degli individui e dei gruppi. La lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità è stata istituita in un convenzione siglata nel 2003. Ratificata sino ad oggi da 132 paesi, si propone come obiettivo quello di proteggere la cultura e le tradizioni popolari. Come i siti ed i monumenti sono espressione concreta, tangibile della cultura dei popoli, anche la cucina è espressione della cultura e delle tradizioni popolari. Nel caso della Francia, l’idea della candidatura era già stata sostenuta da un comitato che aveva raccolto circa 400 adesioni dei più importanti chef francesi (da Paul Bocuse ad  Alain Ducasse, da Pierre Troisgros a Marc Veyrat e Michel Guérard …).Sino ad oggi, 178 « pratiche » culturali sono state iscritte come patrimonio universale immateriale dell’umanità…..per l’Italia, accanto alla dieta mediterranea, figurano l’Opera dei pupi siciliani e il Canto a tenore sardo.
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Ladurée produrrà i suoi celebri macarons in Svizzera…….



Più di qualcuno ha storto il naso nell’apprendere che gli “Chanel” della pasticceria francese, i celeberrimi macarons, vedranno la luce in Svizzera! Ma estimatori europei state tranquilli per quanto potete, perché i macarons Ladurée che si comperano in Europa, rimarranno sempre made in Europe. Per i mercati extra europei, invece, come gli Stati Uniti o l’Estremo Oriente, Ladurée aprirà  a breve un sito di produzione in Svizzera. Con 4000m2  di laboratorio, il grande pasticcere della Rue Royale si insedierà ad Enney, nella Svizzera occidentale. Ed è proprio in Rue Royale, a due passi da piazza della Concordia, che Louis Ernest Ladurée, aprì la sua prima pasticceria nel lontano 1862. Il luogo è poi diventato, all’inizio del XX° secolo, una delle sale da thé più in voga dell’alta società parigina. Ma per ritornare alla Svizzera, questo sito di produzione sarà operativo già nel 2011, al massimo all’inizio del 2012, e rappresenta un investimento di 10,6 milioni di euro, contribuendo anche alla creazione di 90 posti di lavoro.  Secondo David Holder, Presidente della maison Ladurée, “l’obiettivo è quello di centralizzare la produzione, gli uomini ed il “savor faire” al fine di accompagnare meglio lo sviluppo internazionale. La Svizzera- prosegue sempre Holder- è stata scelta per la qualità del lavoro e la “pace sociale” che vi regna. Con un solo luogo di produzione i macarons avranno lo stesso gusto a Tokyo piuttosto che a New York o a Pechino”. I macarons venduti nelle sei boutique francesi continueranno ad essere prodotti vicino Parigi, mentre quelli che comperiamo noi in Italia, nella boutique di Milano, sono prodotti a Monaco. Allora non ci resta che affondare il dolore per questa notizia, in un delicato macaron al lampone…..e chissà che non passi.
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