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Metti il design in tavola….

Comunicazione di servizio: prima di parlarvi del tema di oggi, desidero segnalarvi un’intervista di Quaderni Golosi andata in onda ieri su Ciao Como Radio all’interno della trasmissione Buonissimo!
Buon ascolto a tutti!

Credits: AFP
Lo scorso fine settimana in Francia, si sono svolte due manifestazioni importanti a livello mondiale. Innanzitutto il Sirha a Lione che è l’appuntamento mondiale della ristorazione e che ha visto il team spagnolo guardagnarsi faticosamente sul campo il prestigioso titolo di Campione del Mondo della Pasticceria con una creazione ispirata al romanzo Il giro del Mondo in 80 giorni.

Questa competizione è assolutamente unica nel suo genere e si ispira al più celebre e celebrato Bocuse d’Or: 19 team in rappresentanza di altrettante nazioni si sfidano per circa 10 ore davanti ad un pubblico da stadio e creano delle sculture magnifiche che oltretutto sono anche buonissime. Tutte le équipe sono composte da tre persone (un pasticcere, un mastro cioccolataio ed un “gelataio”) che devono dare prova di una grande creatività ma anche di un grande affitamento. Vince la squadra che realizza l’opera più creativa ma in realtà il punteggio viene attribuito soprattutto in relazione al sapore. E poi c’è sempre la suspence dell’ultimo minuto perché sino a quando queste dolci opere d’arte non sono montate davanti alla giuria c’è sempre in agguato il rischio di una rovinosa caduta. Al secondo posto quest’anno abbiamo trovato la squadra italiana ed al terzo i Belgi.

A Lione avevamo il Sirha, a Parigi invece si è svolta l’esposizione intitolata Maison et Objet 2011 in cui troviamo le novità in fatto di design per l’anno appena cominciato….ed andando a curiosare tra le novità che le centinaia di espositori hanno proposto ai visitatori di tutti il mondo ci sono delle simpatiche ed originali proposte che riguardano proprio la cucina.

Credits: AlessiCominciamo con questa trottola dagli psdichedelici colori che è utilizzabile senz’altro come svuota tasche ma che starà benissimo sulla nostra tavola soprattutto in estate per contenere noccioline e piccoli sfizietti come aperitivo…è di Alessi e sarà in vendita dalla prossima primavera.


Credits: Konstantin SlawinskiE poi ancora un’impugnatura in silicone morbidosa e dai colori pop all’interno della quale infilare due posate trasformarsi così in pinza dalle mille funzioni…..è di Konstantin Slawinski

Credits: Magissoed il “Servi dolce” ideato dalla designer scandinava Maria Kivijärvide e proposto da Magisso : è in grado di tagliare e servire un pezzo di torta, in acciaio oppure in 4 differenti colori.

Credits: Royal VKBE per finire uno spremi agrumi praticissimo da utilizzare direttamente nel bicchiere oppure fuori dal bicchiere, si chiama Citrange, sarà in vendita a partire da marzo 2011 e lo trovate qui Royal VKB.
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Ogni riferimento a loghi reali è puramente voluto…..

Credits: StarbucksE’ di qualche giorno fa la notizia che il famosissimo marchio americano di caffé, cappuccino e quant’altro, Starbucks, modificherà il suo logo quest’anno in occasione dei suoi 40 anni di attività. Concretamente quello che cambierà, sarà la scomparsa del logo Starbucks che prima compariva sopra la sirena:  ora, invece, sul nuovo logo, sempre verdeggiante, comparirà solamente la sirena stilizzata. Vi lascio immaginare i commenti in rete degli amanti di Starbucks; più che commenti ho letto delle vere e proprie dichiarazioni di guerra con gente che minaccia di fare scorta di bicchieri con il vecchio logo perché non vuole cedere al nuovo.
E sempre facendo un giro in rete, ho visto che, come accade per tutti i marchi conosciutissimi, ci sono stati numerosi tentativi di “contraffazione” o di plagio. Ne ho selezionati alcuni che vi propongo di seguito perché mi sembrano divertenti.

Credits: AtyliaIn questo caso, il logo di Starbuck è stato preso in prestito per una linea di cestini della spazzatura (Atylia).

Credits: ZazzleE poi ancora una simpatica spilletta in cui compare una sirena stordita dalla caffeina (Zazzle.fr) oppure l’interpretazione sexy-manga del logo fatta dal disegnatore giapponese Kayu…..


Credits: Kayuma non mancano neppure i tentativi di imitazione in giro per il mondo, primo fra tutti quello cinese……

Credits: Thepiratedilemma
e poi quello iracheno…..(Thepiratedilemma.com).

Credits: Thepiratedilemma
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E se la vera alternativa fosse la cucina del “sottobosco”?


E’ di ieri la notizia, pubblicata da Reuters Lifestyle, secondo cui in effetti l’unica vera alternativa per fronteggiare la futura carenza di cibo e di acqua potabile e ridurre concretamente le emissioni di ossido di carbonio sarebbe proprio una cucina a base di vermi, cavallette ed altre gustosissime creature croccanti. Secondo lo studioso olandese Arnold van Huis, infatti, sostenitore di questa tesi, gli insetti contengono più proteine della carne, sono meno costosi da allevare, consumano meno acqua ed hanno l’innegabile vantaggio di produrre una quantità di emissioni dannose di gran lunga inferiore ai normali allevamenti di bestiame. L’esimio professore van Huis  riconosce però che ci sono delle evidenti problematiche legate al consumo quotidiano e stabile di insetti: “I bambini non avrebbero nessun tipo di problema a mangiare insetti”- sostiene il professore- “sono gli adulti, con delle abitudini alimentari sviluppate e ben radicate, ad essere i più recalcitranti (lo credo bene……ndr) a questa alternativa forma di alimentazione e solo attraverso la sperimentazione di questa cucina diversa, il pubblico adulto potrebbe cambiare idea”. Van Huis ha addirittura organizzato delle sessioni di lettura, dei percorsi di degustazione e dei corsi di cucina per adulti con l’obiettivo dichiarato di accrescere il numero di proseliti della sua teoria; inoltre, lavorando a stretto contatto con una scuola di cucina, ha elaborato delle succulente ricette a base di insetti: perché non provare allora la torta realizzata con i vermi della farina (quei deliziosi vermetti bianchi che compaiono nei ns barattoli di farina se ci dimentichiamo di utilizzarla….ndr) oppure le praline di cioccolato fatte con i vermi dei bufali…..mmmmmm…..già vi vedo piuttosto restii….ma state calmi, “è solo un problema psicologico” afferma van Huis. Il professore aggiunge che gli insetti dovrebbero essere considerati una valida fonte alternativa di proteine da preferire alla carne perché contengono sino al 90% di proteine contro il 40-70% della carne del manzo.
Insomma se vogliamo attivamente dare il nostro contributo per salvare le foreste pluviali e siamo intenzionati a ridurre le emissioni di carbonio, se ci interessa la nostra salute e puntiamo a mantenerci giovani, mettetevi l’anima in pace e cominciate già a pensare ad un bel panino con un prosciutto di cavallette!
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Voglia di una salsiccia in pura lana…….

Credits: Clemence JolySe passate da Bruxelles, oltre a non mancare il Museo Magritte, cercate di fare un salto alla Galleria Iukbox, concept store di oggetti contemporanei, che ospita, sino al 22 gennaio prossimo, le prodezze manuali di Clemence Joly. E chi sarebbe ‘sta Clemence vi starete chiedendo in molti? Oltre ad essere una giovana grafica che lavora a Parigi, Clemence ha deciso di mettere insieme la moda e la carne riproducendo in maniera super realistica, a maglia, tutti quegli alimenti che facilmente potreste trovare in una salumeria o in una macelleria: nella sua collezione compaiono infatti salsicce e salami, piedini di porco, pancetta, insomma quasi tutto l’occorrente per fare una buona cassoeula lombarda, ma la grande differenza dagli originali è che questi modelli sono morbidissimi ed anche adatti ai vegetariani più rigidi ;-))))
 Credits : Clemence JolyL’idea di partenza di Clemence è di mostrare il contrasto tra la carne cruda e la dolcezza della lana per poi arrivare a riflessioni più profonde tra il vissuto quotidiano della moda e quello del cibo, che sono due aspetti comunque fondamentali della nostra vita. Il risultato è sotto i vostri occhi: ibridi divertenti ed artigianali che mettono insieme il lato estetico di una sfilata di moda ed il bancone di una macelleria. Credits: Clemence JolyLe creazioni di Clemence sono piaciute talmente tanto al marchio di vestiti New Look, che le ha utilizzate come campagna pubblicitaria per l’apertura di un nuovo store a Lione, ma per l’occasione Clemence ha abbandonato la morbida macelleria e si è sbizzarrita nella creazione di sushi, maki e club sandwich!
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Amanti dei cavoletti di Bruxelles, è il vostro momento!

Credits: Burger King Dopo l’esperimento lanciato in Francia, prima di Natale, da una nota insegna di fast food, dell’hamburger al foie gras, ecco la risposta dei cugini d’oltre-Manica : l’hamburger ai cavoletti di Bruxelles !L’idea è del famoso marchio americano di fast food Burger King che ha pensato bene di proporre ai nostri amici inglesi un hamburger a dir poco originale: questo “eccentrico” hamburger oltre ai classici ingredienti quali pomodoro, cipolla, emmental e carne macinata, si presenta al consumatore su di un letto di cavoletti di Bruxelles……   I signori di Burger King giustificano la scelta spiegando che i cavoletti di Bruxelles sono parte integrante del tradizionale pasto di Natale e che il loro è stato solo un tentativo di esportare l’impiego di questo ortaggio nel fast food. Peccato che non la pensino esattamente così gli estimatori del junk food che non hanno tardato ad esprimere tutto il loro sdegno sulla pagina ufficiale di Facebook.
Tranquilli, comunque, l’offerta commerciale è limitata alle festività natalizia (e quindi destinata ad esaurirsi a breve) ed a tre città inglesi scelte come campione.
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Agrumi in città!



La scorsa settimana ero a Roma per passare le feste di Natale in famiglia ed ho approfittato delle temperature miti per portare a spasso mia figlia e per fare una bella passeggiata nei quartieri che frequento abitualmente: Garbatella, San Saba, Testaccio, Aventino….aggirandomi per le strade di questa Roma silenziosa, al di fuori dei tradizionali percorsi turistici e mezza addormentata, ho scattato molte foto. Al mio ritorno a Milano, nel rivederle, mi sono accorta che ce ne erano tantissime che hanno come soggetto un albero di agrumi: chissà, forse sarà stato il desiderio inconscio di ritrovare gli stessi “paesaggi” urbani anche qui al Nord, forse anche il fatto che un albero di agrumi con i suoi coloratissimi frutti è in grado di scaldare e di ravvivare anche le giornate più grigie….per queste e per tante altri motivi che non sto qui ad elencarvi, ecco a voi una breve selezione dei miei agrumi in città! 


Ed in questa mia passeggiata, mi sono imbattuta in una signora che portava due vassoi di struffoli e non ho potuto fare a meno di immortalarli (non lei, gli struffoli).

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No, non è una macchina del pane come le altre……

Credits: Sanyo
Sicuramente non è una macchina del pane come le altre, neppure per le dimensioni, perché con i suoi 11 kg la Sanyo’s Gopan (da gohan, riso in giapponese, e pan, pane) non è certo un utensile che può essere piazzato in una qualsiasi cucina. Ma cos’ha di così innovativo la Sanyo Gopan? Si tratta di una macchina che produce il pane macinando direttamente i chicchi di riso. Le tradizionali macchine del pane realizzano dell’ottimo pane, partendo però sempre dalla farina: la Gopan, invece, è in grado di cuocere dei deliziosi panetti di riso utilizzando semplicemente la materia prima non lavorata, ed in 4 ore, con la sola aggiunta di acqua, sale, e lievito ottenere del pane di riso. Visto che l’idea viene dal Giappone non ci dovrebbe stupire più di tanto: laggiù la Sanyo Gopan va letteralmente a ruba, tanto che si prevede un esaurimento delle scorte prima delle festività natalizie e la Sanyo sta seriamente pensando ad una riedizione nel 2011. Il prodotto è stato inoltre promosso e sostenuto dal Ministero dell’Agricoltura che sta portando avanti una campagna di sensibilizzazione a favore del riso, il cui consumo, presso la popolazione giapponese, si è praticamente dimezzato nell’arco di 40 anni, passando dai 118 kg/anno pro capite dei primi anni 60’ agli attuali 59kg/anno pro capite. Inoltre la Gopan risponde perfettamente alle esigenze delle persone malate di celiachia che non possono mangiare il grano ma che amano comunque il pane fresco……l’unico problema è che al momento la Sanyo Gopan non è commercializzata in Europa quindi farsela spedire dal Giappone costerebbero un pò caro. 
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Per la serie “Famolo strano” (episodio 1): hamburger al foie gras


Se transitate per la Francia tra il 17 ed il 19 dicembre, non potete mancare questo appuntamento gastronomico con l’hamburger al foie gras ;-))))) L’idea non è neppure nuovissima ed originale: su molti siti di cucina, trovate la ricetta e, se proprio siete presi dalla curiosità, nessuno vi vieta di cimentarvi nell’impresa. Anche diversi ristoranti di chef rinomati hanno proposto nel loro menù questo insolito abbinamento, ma nessuna catena di fast food aveva mai osato tanto. Ci ha pensato Quick, catena di fast food attiva in Francia e non solo (sono un po’ la risposta francofona a Mc Donald’s), che dopo l’hamburger halal, destinato ai clienti di religione musulmana, e quello BIO per i clienti attenti alla qualità del cibo anche in un fast food, ora ci ha stupiti con questo hamburger al foie gras. Il prodotto in questione si chiama “Suprème Foie Gras” e sarà in vendita per la modica somma di 5 euro; non male – sembrerebbe- per quello che viene descritto come una delizia da provare, anzi da non mancare: un hamburger tradizionale, rughetta adagiata su di un letto di composta di cipolle e cubetti fumanti di foie gras…..sarò all’antica ma l’idea di mangiare del foie gras con delle patatine fritte proprio non mi va giù (in tutti i sensi). E mi domando- rabbrividendo- quale sarà la risposta commerciale di Mc Donald’s: forse un delizioso Big Mac al caviale?
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L’arte sposa il frigorifero………..





                         NICOLAS VIAL
                HOMO HOMINI LUPUS, 2009
Non si tratta delle solite stravaganze di un gruppo di artisti contemporanei che, stanchi  di esprimersi sulle solite tele, hanno cominciato a dipingere sui frigoriferi; qui c’è qualcosa in più e quel qualcosa in più è a sfondo benefico. Il Banco Alimentare, che dal 1966 lotta contro la fame nel mondo, ha scelto l’arte come strumento al servizio di coloro che mancano di tutto al fine di soddisfare il più elementare dei bisogni: quello di nutrirsi.MISS-TIC  
FAME DI NON RICEVERE, 2009L’obiettivo è stato quello di mobilitare dei nomi conosciuti in ambito artistico ed utilizzare un terreno di espressione fuori del comune per sviluppare delle tematiche legate all’alimentazione. Circa 30 artisti hanno risposto positivamente all’appello, creando delle opere d’arte intorno ad un oggetto simbolo della società dei consumi: il frigorifero.
JEROME MESNAGER- FANTOMAS E ARSENIO LUPIN ATTACCANO LA FAME, 2009Ne è nata una collezione di frigoriferi che, con l’originale elettrodomestico, hanno ben poco in comune ma che hanno saputo attirare tantissimi acquirenti in occasione della vendita all’asta che è stata organizzata a Parigi nei giorni passati.  Il ricavato della vendita è stato poi interamente destinato al Banco Alimentare di Parigi.        JEAN BAPTISTE MUZIOTTI aka JONBUZZ
        GINZA, RAGAZZA CON I LITCHI, 2009Breve comunicazione di servizio: domani, quando andate a fare la spesa, ricordatevi di partecipare alla Colletta Alimentare 2010. Fuori dai supermercati troverete i volontari del Banco Alimentare a cui lasciare il vostro sacchetto di derrate. Cosa mettere nel sacchetto? Potete spaziare dall’olio, agli omogeneizzati, dagli alimenti per l´infanzia, al tonno,  carne e legumi in scatola, ai pelati e sughi. Prima di acquistare un prodotto, però, controllate la data di scadenza.

Credits: catalogue de Frigo Arts 
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