Archivio Mensile

dicembre 2011

Dolci

Muffin con miele e noci


Ieri a Milano era festa: i milanesi hanno festeggiato Sant’Ambrogio, questo vescovo che nell’iconografia classica viene sempre raffigurato con una grande mitra sulla testa…. io non ho lavorato, ero a casa con la Nanetta che in questo periodo è in piena regressione da distacco: ha ripreso a fare pipì dans les culottes, si rifiuta di salire le scale e vuole sempre essere presa in braccio, sta sviluppando un attaccamento morboso per il ciuccio…..insomma il periodo è sicuramente duro per lei che, dopo 26 mesi di vita simbiotica con la sua mamma, la vede improvvisamente allontanarsi per tutto il giorno….ma il periodo è duro anche per me che, oltre ai sensi di colpa a 10000, non so bene come aiutarla: cerco di starle vicino quando sono in casa, ho triplicato la dose di coccole, la coinvolgo in ogni cosa che faccio, ma penso che la Nanetta abbia fondamentalmente bisogno di tempo: tempo per interiorizzare questo cambiamento e per elaborare nella sua splendida testolina rossa (e si perché la Nanetta ha i capelli rossi ;-)))) che la mamma ogni mattina la lascia all’asilo perché va a lavorare ma che poi ritorna tutte le sere con una dose raddoppiata di baciotti e di coccole solo per lei. Ieri  quindi le ho preparato una bella merenda, golosissima, che abbiamo gustato entrambe con una tazza di thé di Natale di Mariage Frères: i muffin con miele e noci.


Ingredienti per 6/8 muffin (dipende dalla grandezza delle forme che utilizzate)
150 gr di gherigli di noci
100 gr di zucchero
110 gr di burro
3 uova
150 gr di farina
1 bustina di lievito per dolci
100 gr di miele millefiori

Sminuzzate grossolanamente i gherigli di noci. In un’insalatiera, sbattete lo zucchero ed i burro a temperatura ambiente sino ad ottenere una crema biancastra omogenea. Aggiungete le uova una ad una, poi la farina, il lievito, il miele ed i gherigli di noci: mescolate bene. Versate la pasta in una tortiera per cake leggermente imburrata. Mettete nel forno pre-riscaldato a 180° per 45 minuti circa. Per verificare se è cotto, inserite una lama di coltello nel cake, se ne esce asciutta, il vs cake è cotto. Lasciate raffreddare i muffin e toglieteli dalle formine.  Servite accompagnati da una tisana oppure da un thé.
Buona merenda!
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Insalata di avocado, indivia belga, uova ed uvetta


Ennesima scoperta alimentare fatta in Francia: l’indivia belga….ora voi magari vi starete chiedendo che cosa mangiavo io a Roma prima di emigrare a Parigi. In realtà tutte le verdure (perché mia mamma è sempre stata una quasi vegetariana), ma tutte le verdure che si potevano comperare nei mercati rionali romani e che, seguendo il ciclo naturale delle stagioni, crescevano nell’agro Pontino: cicoria a go-go, carciofi, puntarelle, barba del frate, zucchine romanesche, asparagi………una cosa è certa: l’indivia belga non rientrava e non rientra neppure ora, tra le coltivazioni abitualmente praticate nell’Agro Pontino. E’ evidente quindi che appena “sbarcata” in territorio gallico, l’approccio iniziale con l’indivia belga non sia stato dei migliori, anche perché all’inizio la mangiavo soprattutto in mensa dove la facevano sempre braisée, che è una via di mezzo tra una cottura in padella ed una con l’acqua ed il brodo….ma dopo l’iniziale freddezza, ho imparato ad apprezzare questa insalata, perché io la considero tale, forse perché si presta a tante preparazioni invernali diverse, ed ho trovato un abbinamento perfetto: si sposa benissimo con la dolcezza dell’avocado e dell’uvetta. La ricetta che vi propongo oggi è un esempio di come, anche nei mesi invernali, si possano preparare delle insalate appetitose ed equilibrate dal punto di vista nutrizionale. La Nanetta l’ha apprezzata forse attirata anche dai colori nel piatto: il giallo delle uova sode, il verde dell’avocado, il marrone dell’uvetta ed il bianco dell’indivia!


Ingredienti per 2 persone:1 basco grande di indivia belga1 avocado1 cucchiaio di uvetta secca extra large2 uova sodaOlio evo e sale q.b. 
Tagliate a lamelle l’indivia e un avocado maturo; bollite le uova, lasciatele raffreddare e tagliate a lamelle anche le uova: io ho questo piccolo affetta uovo della Tescoma che mi semplifica parecchio la vita e mi consente di avere delle fettine di dimensioni uguali. Nel frattempo lasciate rinvenire per una mezz’ora circa, in una ciotola con dell’acqua calda, l’uvetta secca, poi scolatela ed asciugatela con uno scottex. In un’insalatiera mettete tutti gli ingredienti, aggiustate di sale e di olio (poco perché l’avocado è già di per se molto oleoso) e portate in tavola!
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Gamberoni tandoori


C’è stato un periodo della mia vita in cui mi ero presa una “cotta” per la cucina indiana: adoravo il pollo tandoori, cotto in questo particolarissimo forno in argilla; mi piacevano da morire i naan con il formaggio ed ingurgitavo litri di lassi, una piacevolissima bevanda a base di acqua, yogurt, acqua di rose e frutta….Il  mio amore è arrivato al punto che ho deciso, insieme a Francesca, la mia amica di scorribande culinarie, di seguire anche un corso di cucina indiana che all’epoca ci aveva molto appassionato.
Oggi, a qualche anno di distanza, ho preso un po’ le distanze (perdonatemi il gioco di parole) dalla cucina indiana: mi sono resa conto che l’uso abbondante e quotidiano delle spezie, a lungo andare stufa, soprattutto per un palato italiano che è abituato più all’olio ed alle erbe aromatiche che alle spezie…..e poi se c’è una cosa che non ho mai potuto soffrire nella cucina indiana è l’impiego del coriandolo fresco: proprio non lo sopporto, mentre invece adoro i semi di coriandolo, soprattutto se abbinati alla carne. Ma di questa mia passione di gioventù mi è rimasta qualche ricetta che preparo un paio di volte l’anno (non di più) e che riscuote sempre un grande successo perché, non ce lo nascondiamo, la cucina indiana, se presa a piccole dosi, è deliziosa: i gamberoni tandoori sono una di quelle ricette che compaiono improvvisamente sulla mia tavola una sera a casa quando je veux me faire plaisir e, soprattutto, voglio far piacere a mio marito che dei gamberoni tandoori ama quel delizioso sughetto che si forma e nel quale inzuppa un panino intero ;-)))). Naturalmente la ricetta che vi propongo non contempla l’uso del tandoori, anche perché la vedo dura costruire un forno in argilla nelle nostre case super moderne, però gli ingredienti sono gli stessi ed il risultato è ugualmente appetitoso.
L’ultima volta che li ho preparati, qualche giorno fa, al posto del burro, ho utilizzato un nuovo tipo di olio che solo da poco è commercializzato sul mercato italiano e che in Francia, invece, è uno degli olii più venduti: si tratta di Isio4, un olio  che presenta una combinazione unica e bilanciata di 4 oli complementari (girasole, colza, Oleisol®, Vinacciolo), rispettando il sapore naturale degli alimenti. L’utilizzo dell’olio d’oliva nella cucina indiana e, più in generale, in quella esotica è assolutamente da bandire: è stato questo il messaggio che all’epoca del mio corso, la mia insegnante mi disse senza mezzi termini rispondendo alla mia domanda se potevo preparare un tikka masala con l’olio d’oliva…..in pratica mi incenerì con lo sguardo J ed io capii, una volta per tutte, che l’olio d’oliva lo devo usare nella cucina italiana, appena cambio continente, mi conviene piuttosto passare ad un olio dal sapore più neutro.
Ora dopo tutta ‘sta pappardella, eccovi gli ingredienti per due persone con un grande appetito:
500 gr di gamberoni sgusciati (io ho usato delle jumbo mazzancolle)burro oppure di olio neutro (girasole, colza, vinacciolo) q.b.1 cipolla tritata2 teste di aglio schiacciate1 cucchiaio di pasta tandoori2 cucchiai di succo di limoneSale q.b.Se non avete comprato dei gamberoni già sgusciati, allora puliteli e metteteli da parte. In una padella fate fondere un po’ di burro oppure scaldate un po’ di olio, fate dorare le cipolle e l’aglio sino a quando le cipolle non diventino tenere. Aggiungete la polvere di tandoori e continuate la cottura per un paio di minuti circa. Aggiungete il succo di limone e coprite la padella: fate cuocere 5 minuti circa poi unite i gamberoni e lasciateli sul fuoco sino a quando non siano cotti. Salate.
Fate bollire del riso basmati e servite i gamberoni accompagnati dal riso basmati; in mancanza di riso, munitevi di un pezzo di pane per fare  la scarpetta J
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News

L’olio giocando…..



Lo sapevate che il nostro pianeta ospita 1628 varietà di olivi e che solo in Italia ne abbiamo 638?Che non c’è olio nelle olive? Che le olive verdi e le olive nere non sono due diverse varietà…..o ancora che la spremitura a freddo non esiste?Se non eravate al corrente di tutte queste cose, nessun problema….neppure io lo ero sino alla scorsa settimana quando ho avuto la fortuna di partecipare ad un’interessante serata organizzata dai Salumi del Frantoio presso il Frantoio Celletti.L’obiettivo della serata era ad un tempo quello di presentare ai foodblogger una nuova tipologia di prodotti che trovate già nei supermercati: dei nuovi salumi a cui, grazie ad un esclusivo brevetto alimentare, viene tolto il grasso animale, sostituito da olio extra vergine d’oliva…..e quello di proporre un viaggio sensoriale nel mondo dorato (è proprio il caso di dirlo) dell’olio d’oliva accompagnati da Gino Celletti

La serata è incominciata con i seguenti suggerimenti: l’olio si gusta con il naso, l’olio dolce va abbinato con i sapori dolci, quello amaro con i sapori amari, last but not least, l’olio più pizzica e meglio è….dopo queste dritte di base, le cose si sono fatte serie ;-))): abbiamo scaldato i bicchierini che avevamo di fronte un paio di minuti tra le mani e poi via con il gioco……Nel primo assaggio, l’odore arrivato al naso e poi alla bocca è stato quello sorprendente del pomodoro, delle foglie di pomodoro associate ad un pizzico di basilico: si trattava di un olio dolce della tonda Iblea, varietà siciliana, un olio che abbiamo abbinato alla dolcezza ed alla morbidezza del prosciutto cotto e della ricotta.Il secondo assaggio ha spiazzato tutti: dal bicchierino si sentiva un forte odore di erba, di amaro che poi è stato confermato dal sapore che si è sprigionato in bocca…..in questo caso avevamo un olio della Coratina, Puglia, che ci è stato proposto accompagnato da un sapore deciso e forte come può esserlo quello della mortadella e del pepe nero.

Il nostro viaggio è poi continuato con tutta una serie di piatti sempre a base di Salumi del Frantoi accompagnati da olii di diverse varietà: pizza napoletana all’olio campano, foglie d’olivo toscano agli spinaci con julienne di tacchino arrosto, tagliata di wurstel in crema di gorgonzola, scaglie di parmigiano croccante e olivo sardo e per finire un delizioso sorbetto di limone all’olio….. E mentre ero in macchina e ritornavo a casa, riflettevo sul fatto che forse per alcuni piatti e per certe ricette, usare un olio neutro (di semi oppure di girasole) permette di “scoprire” il sapore della preparazione stessa, ma che mai nessun tipo di condimento riuscirà a sposarsi bene con i sapori come l’olio d’oliva nostrano!Buon weekend!
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Minestre e Zuppe

Vellutata aromatica di lenticchie, timo, finocchio ed alloro


I legumi costituiscono un capitolo a parte nella storia delle relazioni con il cibo della Nanetta: non riesco ancora a capire per quale misterioso ed inspiegabile motivo, la Nanetta nutra una consolidata avversione nei confronti dei legumi. Piselli, lenticchie, fagioli, non fanno decisamente per lei, li rifiuta dicendomi: “Mamma, nocciolo” come se all’interno dei legumi ci fosse chissà quale sorpresa……ed io che però non demordo, perché adoro i legumi e perché sono fermamente convinta che costituiscano una validissima alternativa alle proteine di origine animale, ho deciso che d’inverno debba mangiarli almeno una volta alla settimana e mi sono messa di buzzo buono, come si dice, a proporle ogni volta delle vellutate o delle puree camuffate.Volendo prepararle una vellutata di lenticchie sono partita dalle lenticchie decorticate che hanno un colore decisamente più “rosa” e meno marrone rispetto alle lenticchie normali, in modo da confonderle le idee….. Poi ci ho aggiunto della passata di pomodoro che ha fatto risaltare ancora di più il rosa delle lenticchie ed infine ho camuffato il tutto mettendoci delle erbe aromatiche……naturalmente gliel’ho servita accompagnata dagli immancabili crostini, che lei adora e che metterebbe pure sulla purea di frutta: insomma per farvela breve, si è sbafata i suoi due mestoli di vellutata mentre io gongolavo che mi sembravo uno dei 7 Nani (e sì perché ho dimenticato di scrivervi che siamo in pieno trip da Biancaneve e i 7 Nani…..ma di questo vi parlerò in un altro post).Oggi, colgo anche l’occasione per segnalarvi il contest Lenticchia Pedina: ai primi venti che pubblicheranno una ricetta sarà spedito in omaggio una confezione di Lenticchia Pedina ed un grembiule da cucina con ricettario stampato. Iscrivetevi e pubblicate la vs ricetta con una foto del piatto alla pagina http://www.pedina.it/Contest-lenticchia-manda-tua-ricetta-con-lenticchie-pedina, potreste vincere un weekend enogastronomico oppure buoni di acquisto.Inoltre con l’acquisto delle lenticchie Pedina, per ogni confezione 15 centesimi saranno devoluti al progetto del CESVI “Casa del Sorriso” in Brasile. Guardate la campagna alla pagina http://www.pedina.it/valori-pedina-campagne-etiche
Ingredienti 250 gr lenticchie decorticate1 cipolla 2 cucchiai di olio evo1 cucchiaino di semi di finocchio12 rametti di timo1 foglia di alloro½ barattolo di passata di pomodoro

sale Tagliate finemente la cipolla. Nella pentola a pressione, fate scaldare l’olio, aggiungete la cipolla, poi le lenticchie e le erbe aromatiche (alloro, timo e finocchio), infine la passata di pomodoro. Lasciate insaporire per 5 minuti, poi coprite di acqua, chiudete la pentola a pressione e lasciate cuocere. Da quando comincia a fischiare, calcolate 20 minuti di cottura. Togliete la foglia di alloro. Immergete il frullatore e frullate bene il tutto. Servite la vellutata calda con un filo di olio d’oliva ed una spolverata di parmigiano.
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