Archivio Mensile

giugno 2011

Libri

Piccoli chef, maghi e contadini all’Alpe di Siusi

Credits: Alpe di Siusi Marketing
Se siete appassionati della montagna e non volete rinunciarvi neppure d’estate, ma avete paura che i vostri figli si annoino a seguirvi su e giù per le valli, quest’anno c’è una doppia iniziativa a misura di bambino: dal 2 luglio al 3 settembre streghe, animali e folletti animeranno le vacanze dei più piccoli nella cornice incantata dell’Alpe di Siusi sopra Bolzano che si trasformerà in un immenso parco giochi dei miti e dei rituali, unendo grandi e piccini nel segno della tradizione e del mistero. Il primo programma si chiama “Streghe e magia all’Alpe di Siusi”: si tratta di una settimana di avventure all’insegna di magia, natura e leggende. Al lunedì si va a spasso con la strega Martha, raccogliendo erbe speciali in un percorso che si conclude alle Panche delle Streghe, da sempre ritrovo delle megere dello Sciliar. Il martedì si va alla ricerca di simboli magici a Castel Presule, mentre mercoledì ci si cimenta con il corso di cucina per aspiranti stregoni: si preparano pane, canederli, burro alle erbe e altre prelibatezze per piccoli maghi affamati. La notte domina l’ultimo giorno, il giovedì: con il solo ausilio delle torce elettriche si va a caccia di fate e folletti nei boschi avvolti dalle tenebre. Tutti riceveranno il Libretto delle Saghe, che contiene la storia di Karchler Hans, della strega Martha e di altri protagonisti magici. I bambini che parteciperanno ad almeno tre avventure potranno ritirare l’attestato di stregoneria. “Genitori e figli insieme di maso in maso” è la seconda proposta che permette di  riscoprire la cultura contadina, attraverso il mondo delle erbe o quello della trasformazione del grano in farina. Si comincia la settimana con la ferratura dei cavalli e la sellatura; martedì si va insieme al contadino nella stalla e nel fienile del maso Zerund, per capire il percorso del latte dalla mungitura al frigorifero. Mercoledì ci si sposta al maso Pfleger per passeggiare tra le erbe del giardino e i campi lavorati. Giovedì ci si addentra nel mondo delle tradizioni, passeggiando fino alle buche di ghiaccio di Castel Presule e al maso Schantl per fare merenda. Si conclude, il venerdì, al mulino Malenger, macinando la farina. Se volete saperne di più Alpe di Siusi Marketing, tel. 0471.709600, info@alpedisiusi.info, sito web: www.alpedisiusi.info
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La ciambella di Zia Checca


Non so voi, ma io appartengo alla categoria di persone che mangiano soprattutto nelle prime dodici ore della giornata. Ho sempre suddiviso gli esseri umani in quelli che preferiscono “abbuffarsi” a pranzo e quelli che, al contrario, aspettano la cena per rimpinzarsi….c’è poi una terza categoria che preferisce mangiare all day long. Sarà forse perché sono una che si sveglia presto, ma se non faccio la mia doppia colazione (una appena sveglia e l’altra a metà mattina) ho il calo di zuccheri e mi viene letteralmente il mal di testa; poi una volta pranzato, posso tirare tranquillamente sino all’ora di cena senza bisogno di merende, di aperitivi e compagnia cantando. E a colazione mi ci vuole qualcosa di dolce, di sano e di genuino, che mi apporti la giusta quantità di zuccheri: ecco, la ciambella di Zia Checca è un dolce che mi preparo quasi tutte le settimane e che mangio regolarmente a colazione. Trattasi di un normale ciambellone che ha il pregio però di non prevedere l’uso di burro ma di olio evo. Ma chi è Zia Checca? La mia amata madrina che purtroppo ora non c’è più, ma che mi ha lasciato in eredità due o tre ricettine che faccio spessissimo e che sono adattissime per i bambini: il suo ciambellone è una di quelle.

Ingredienti 4 uova
300 gr di zucchero
300 gr di farina
¾ bicchiere di latte
½ bicchiere di olio evo
1 bustina di lievito per dolci
scorza di mezzo limone grattato  non trattato

Mescolate lo zucchero con la farina, aggiungete le uova una una ad una continuando a mescolare, versate il latte a temperatura ambiente, poi l’olio evo (non è detto che ve ne occorra ½ bicchiere, se vedete che l’impasto è già morbido magari fate un po’ di meno), versate il lievito e la scorza di mezzo limone grattato.Mettete in forno a 170° per 40 minuti circa: la ciambella si dovrà gonfiare e quando assumerà un bel colore dorato è pronta.
Lasciatela raffreddare prima di mangiarla.

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Insalata di pomodorini, prosciutto croccante, grana e pinoli


Finalmente sono in vacanza: due settimane al mare con mia figlia e mio marito ma, non vi preoccupate, prima di partire ho fatto scorta di ricette e quindi anche dalla spiaggia, per altro dotata di Wi-Fi, riuscirò a postare le mie ricette……Oggi poi visto che il caldo si è installato su tutta la penisola, un’insalata fresca ci sta proprio bene e la ricetta che vi propongo è una delle mie preferite perché è veramente completa a livello nutrizionale e presenta un abbinamento di sapori, dolce-salato, che amo molto…..e poi come tutte le insalata è semplice e veloce da fare. Anche a proposito di questa insalata la Nanetta ha fatto le sue scelte: gradisce molto i pinoli, il prosciutto croccante, le scaglie di grana ed i pomodorini appassiti, un po’ meno la rucola, ma questo c’era da aspettarselo……ora vi lascio, la Nanetta ha bisogno della sua mamma per fare il suo dodo pomeridiano. Buona pennichella a tutti quelli che la fanno, agli altri, buon pranzo!


Ingredienti200 gr di pomodorini200 gr di rucola100 gr di prosciutto crudo70 gr di grana a scaglie40 gr di pinolisucco di ½ limoneuna decina di foglie di basilicoolio evo q.b.½ cucchiaino di zuccherosale e pepe q.b. 
Tagliate i pomodorini in due, adagiateli su di una pirofila con il lato tagliato verso l’alto, conditeli con un filo di olio, un pizzico di sale ed infornateli a 180° per 20 minuti circa: quando li tirerete fuori saranno appena appassiti. Nel frattempo tostate per qualche minuto i pinoli in una padella antiaderente e metteteli da parte. Nella stessa padella rosolate il prosciutto che avrete precedentemente tagliato a listarelle, dovrà diventare croccante.
Lavate la rucola ed asciugatela.
In una ciotola mettete l’olio evo, il succo di limone, mezzo cucchiaino di zucchero, sale, pepe ed il basilico tagliato a fettine sottili: emulsionate energicamente….e poi aggiustate il sapore in funzione delle vostre preferenze. Se preferite un sapore più aspro allora aggiungete ancora un po’ di succo di limone, se, al contrario, amate il dolce allora magari andrebbe bene un pizzico di zucchero in più.
A questo punto non vi resta che impiattare il tutto, costruendo una specie di millefoglie, cominciando dalla rucola, poi i pomodorini,  il prosciutto crudo, il grana, i pinoli e per finire versate l’emulsione agro-dolce. Bon appétit!








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Ricette dall’asilo……..ovvero la torta cocco-menta


Dolce con vista sulla casetta della Nanetta
Qualche tempo ho affisso sulla bacheca dell’asilo nido della Nanetta un annuncio in cui invitavo le mamme ed i papà a condividere con me le ricette “infallibili” che realizzavano per i loro figli…..Mi ha fatto piacere notare che alcuni genitori hanno risposto positivamente al mio appello aderendo alla mia iniziativa con le ricette che i loro figli adorano. 

La torta cocco-menta è la ricetta che mi ha indicato Antonella, mamma di 3 bambini. Sinceramente all’inizio la sua ricetta mi ha lasciato un po’ perplessa, forse perché non sono una grande amante della menta, quella in forma liquida intendo; forse perché il cocco, specie sotto forma di yogurt proprio non mi va giù….invece, una volta provata la torta, mi sono dovuta ricredere: il matrimonio cocco-menta è azzeccato rien à dire. Antonella mi ha anche suggerito di farcire la torta con la Nutella oppure di mettere nell’impasto delle gocce di cioccolato ma, vista la stagione, non mi pareva molto opportuno e così ho deciso di accompagnare la torta con della crema pasticcera che ho lasciato volutamente un po’ liquida: buonissima! Brava Antonella e ancora grazie!

Antonella all’opera Ingredienti per la torta2 vasetti di farina1 vasetto yogurt al cocco1 vasetto di zucchero1 vasetto di farina di cocco1 vasetto di sciroppo alla menta½ vasetto di olio d’oliva2 uova 1 bustina di lievitoUsate come unità di misura il vasetto dello yogurt. 
Ingredienti per la crema pasticcera

3 tuorli3 cucchiai di zucchero3 cucchiai di farina½ lt di lattela scorza di ½ limone non trattato
In una ciotola sbattete le uova. In una terrina mescolate nell’ordine la farina, lo zucchero, la farina di cocco, lo yogurt, la menta ed infine il lievito in polvere. Mettete il composto in una tortiera ed infornate per 50 minuti circa a 160°. Nel frattempo preparate la crema pasticcera. Sbattete bene i tuorli con lo zucchero, aggiungete la farina e la scorza del limone.
Fate bollire il latte, quando bollirà abbasserete leggermente il fuoco e verserete il composto continuando a mescolare per evitare che si formino grumi: fate cuocere sempre a fuoco basso per 4 minuti sino a quando la crema non comincia ad addensarsi. Lasciate raffreddare sia la crema che la torta.
Servite la torta accompagnandola con la crema pasticcera. Buona merenda a tutti!
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Bimbi & C. in vacanza……

Credits: Best Western
Qualche giorno fa parlavo con un’amica che lavora per una nota agenzia di comunicazione e mi ha segnalato un progetto sul quale lei ha lavorato direttamente che riguarda i bambini e le famiglie e che mi fa piacere segnalarvi visto che le vacanze sono ormai alle porte.
A partire dal 25 giugno e per tutto il periodo estivo, negli hotel Best Western KIDS che già propongono servizi dedicati alle famiglie con bambini, i più piccoli riceveranno al loro arrivo un Kit di Pittura contenente un album da colorare, una scatola di sei matite ed in omaggio, per grandi e piccini, i cerottini RespiraBene.
Se volete conoscere gli hotel coinvolti in questa iniziativa, andate su  Best Western KIDS:  scoprirete che si dormirà respirando bene da Amalfi a Milano Marittima,  da Ischia a Viareggio :-)))))
E per i genitori, segnalo un’altra  iniziativa in corso in questi giorni…….Credits: Sopexa

Non me ne vogliano i miei lettori milanesi che vanno giustamente fieri del loro aperitivo, ma sapete che ho un legame privilegiato con la Francia e per questo motivo mi permetto di segnalarvi al volo questa iniziativa che vedrà coinvolti nel corso del mese di giugno e luglio 6 locali branchés tra Milano e Roma. L’iniziativa, sostenuta da Sopexa per conto del Ministero dell’agricoltura francese, ha come obiettivo quello di promuovere i prodotti della gastronomia alimentare d’Oltralpe, appartenenti a tradizioni diverse, accostati l’uno all’altro, in forte sinergia.
Il progetto Je suis Apéritif à la française! continua per tutto il mese di giugno: una compilation contenente una selezione di musiche lounge e una guida Je suis Apéritif à la française! con idee gourmandes per una pausa tra amici, saranno distribuite in 6 locali.
I locali coinvolti saranno a Milano: Le Jardin au bord du lac (Via Circonvallazione Idroscalo, 51-  Segrate), lo Shocking Club ( Bastioni di Porta Nuova, 12) ed il Just Cavalli Caffè (Via Luigi Camoens c/o Torre Branca). A Roma, invece, trovate l’apéro à la française da Gilda (Via Mario de’ Fiori), a Spazio 900 (Piazza Guglielmo Marconi) e al Room 26 (Piazza G.Marconi 31).







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Terrina di fagiolini


Ecco arrivati sulla mia tavola anche i fagiolini dell’orto: un ortaggio che io amo ma che la Nanetta non gradisce molto, forse perché quelli che le danno all’asilo, oltre ad essere surgelati, hanno anche uno spiccato sapore di erba…..allora per cercare di farle mangiare la sua razione quotidiana di verdure, le ho preparato questa terrina di fagiolini che cucino sempre in estate perché mi consente di variare un po’ dai soliti fagiolini bolliti mangiati in insalata…..e poi come tutte le terrine, sformatini, polpettoni, ecc….è un piatto completo, che in estate è buono anche servito a temperatura ambiante. La ricetta l’avevo trovata anni fa su di un vecchio numero di Sale & Pepe: l’ho rivista un po’ (soprattutto nelle dosi dei fagiolini) adattandola ai nostri personali gusti, aumentando la dose dei pinoli e dei formaggi.


Ingredienti800 gr di fagiolini2 scalogni 3 uova60 gr di pinoli50 gr di parmigiano grattugiato60 gr di pecorino grattugiatonoce moscata q.b.pangrattato e burro q.b. per la tegliaolio evo q.b.sale q.b.
Pulite e lavate i fagiolini, sbollentateli per 8-10 minuti, scolateli. Affettate gli scalogni e metteteli in una padella con l’olio caldo, quando saranno dorati, aggiungete i fagiolini e lasciateli appassire nell’olio per qualche minuto. In un’insalatiera lavorate le uova con i formaggi ed una grattata di noce moscata. Mettete nel mixer i fagiolini, il composto uova/formaggi/nocemoscata, e ¾ dei pinoli: dovrete ottenere un composto abbastanza morbido. Prendete una pirofila da forno, ungetela leggermente, appena appena e cospargete il fondo con del pangrattato che assorbirà l’umidità del composto: versateci sopra l’impasto a base di fagiolini e decorate con i restanti pinoli che avrete precedentemente messo nell’acqua fredda perché una volta in forno non si brucino subito. Mettete nel forno caldo a 180° per 35 minuti: si formerà una crosticina dorata. Servitela tiepida non bollente: questa terrina è addirittura più buona il giorno dopo. Potete anche servirla tagliandola a cubetti come stuzzichino apri-stomaco.
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L’aceto d’uva e le zucchine


Qualche tempo fa, in occasione di uno showcooking cui ho preso parte, ho scoperto l’esistenza dell’aceto di vino da uva intera. In realtà per me l’aceto poteva essere di vino, di pomodoro, di mele, di sidro ma all’uva, intesa come frutto, proprio non avevo pensato. E soprattutto nella mia testa non riuscivo a cogliere la differenza tra un aceto di vino ed un aceto di uva: ebbene è bastato scambiare due chiacchiere con Joško Sirk per cogliere la profonda differenza tra questi due prodotti che a prima vista sembrerebbero tanto simili. Josko ha voluto recuperare la tradizione risalendo agli antichi metodi di produzione dell’aceto: l’aceto di vino da uva è prodotto con uva fermentata che dal vigneto passa direttamente nell’acetaia dove comincia da subito un’acetificazione spontanea. Per questo motivo ha un sapore forte, penetrante e si usa a gocce oppure addirittura spruzzato sulle pietanze……e seguendo le indicazioni delle nonne, in estate, un cucchiaio di miele ed aceto diluito in tanta acqua è un ottimo dissetante.
Per la mia ricetta ho usato alla base un normale aceto di vino bianco ma poi ho aggiunto un paio di gocce di questo aceto che ha conferito alle mie zucchine un gusto pungente. La Nanetta, incredibile ma vero, ha apprezzato la preparazione, semplice ma dal gusto intenso…..
Questa ricetta è un classico del Piatto d’Oro che ho rivisto ed adattato ai nostri gusti…..


Ingredienti
500 gr di zucchine dure1 spicchio di agliobasilico e prezzemolo q.b.¾ bicchiere di aceto+ qualche goccia di aceto d’uvaolio vegetale q.b.sale q.b.
Lavate le zucchine e tagliatele nel senso della lunghezza a fette. Asciugate le fettine: scaldate l’olio nella padella e friggete le zucchine. Passatele sulla carta assorbente perché l’olio in eccesso venga assorbito. In un padellino fate bollire l’aceto con un pizzico di sale. Sminuzzate basilico, il prezzemolo e l’aglio. In una fiamminga disponete le zucchine cospargendole con l’aglio tritato, il prezzemolo, il basilico ed il sale. Versate sulle zucchine l’aceto evaporato, lasciatele marinare in frigorifero per 24 ore almeno prima di gustarle…….Queste zucchine sono buonissime come antipasto sfizioso ed hanno il pregio di conservarsi in frigo per più giorni. Prima di mangiarle toglietele dal frigo e servitele a temperatura ambiente.
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Bambini trendy anche a tavola!

Credits: Richard Ginori 1735 Ho sempre amato il marchio Richard Ginori: uno dei primi regali che mi sono fatta per la mia casa è stata una bellissima zuppiera di Richard Ginori dimenticata in un angolo di Limentani, famosissimo negozio romano per la casa, una vera e propria caverna di Alì Babà per gli amanti delle cose belle…..Insomma quando ho saputo che  Richard Ginori 1735, esempio d’eccellenza nel mondo per la manifattura delle sue porcellane,  prenderà parte, per la prima volta, a Pitti Immagine Bimbo, kermesse dedicata alla moda per bambini, in programma a Firenze dal 23 al 25 giugno prossimi, con due collezioni pensate e realizzate “a misura di bambino”, ho pensato che i bambini di oggi sono trendy anche a tavola!
Il burattino più famoso del mondo, il Pinocchio di Collodi, è il protagonista della prima linea di nuove porcellane ideate per i più piccoli: i signori di Ginori hanno pensato ad un set per la pappa che trae diretta ispirazione dai protagonisti della favola di Collodi, tra le più amate dai bambini di tutto il mondo. Credits: Richard Ginori 1735
L’altra linea si ispira al mondo dei fumetti manga ma senza i colori estremi dei manga: la collezione “Tipo e Tipa” è declinata infatti nei toni del rosa e dell’azzurro, per una tavola dai colori pastello.
Entrambe le linee sono realizzate in porcellana, un materiale che caratterizza da sempre la produzione Richard Ginori 1735, e che si contraddistingue per la  facilità di lavaggio, l’atossicità e l’isolamento termico. Occhio però alle manie distruttive dei vostri piccoli…….
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Campane e salumi


Metti una calda serata di giugno a Milano (senza zanzare please), le grida dei bambini che si rincorrono nel parco accanto, le luci rosse della sera che giocano sui muri di un’antica fonderia, metti il suono delle campane e poi metti dei salumi….ecco questa è la serata a cui ho preso parte mercoledì presso la Fonderia Napoleonica Eugenia che ci ha svelato in anteprima questa nuova concezione dei salumi.



Partiamo dalla location: splendida, inaspettata, sontuosamente recuperata dall’incuria del tempo e degli uomini, insomma un’oasi di pace e di tranquillità in questa Milano “da bere” caotica e sempre in affanno. E non appena varchi l’ingresso di questa ex fabbrica ti sembra che il tempo si sia fermato, i rumori della città scompaiono e ti si materializzano davanti calchi di statue, mezzi busti, stemmi di famiglia, utensili, tutti testimoni di un’attività che non c’è più, questo è vero, ma che continua a vivere come luogo di lavoro, arte e cultura a testimonianza dell’operosità del passato e della sua originaria vocazione produttiva.


E poi la presentazione di questi nuovi salumi…devo confessare che nel momento in cui ho ricevuto l’invito un attimo di diffidenza ce l’ho avuto. Tra me e me mi dicevo come potesse essere possibile, per noi Italiani, cambiare la natura dei salumi….Da romana quale sono, per me la mortadella è quella che mangi all’interno di un pezzo di pizza bianca calda, che ti si scioglie in bocca e che ti fa fare pace con il mondo intero…. Come potessero cambiare la sua deliziosa natura rimaneva un mistero che mi è stato svelato. Dietro questo progetto ci sono i Grandi Salumifici Italiani (quelli di Casa Modena per intenderci) e c’è una joint venture con un’azienda greca, la Creta Farms, per lo sfruttamento di un processo produttivo che permette di sostituire i grassi animali naturalmente contenuti nei salumi con dell’olio extra vergine di oliva: da questo incontro nascono i Salumi del Frantoio. Ma al di là delle presentazioni e delle slide, il momento è arrivato di provarli per davvero. Personalmente ho testato il prosciutto cotto, la mortadella (e che ve lo dico a fare ;-))) ed il tacchino arrosto. Su prodotti poco sapidi come il prosciutto cotto ed il tacchino arrosto, l’aggiunta dell’olio conferisce quel tocco di “morbido” che non guasta, perché spesso, soprattutto quando mangiamo il tacchino arrosto che, non ce lo nascondiamo, sa di poco, il filo d’olio ce l’aggiungiamo d’ufficio. Il prosciutto cotto poi l’ho proposto ieri sera alla Nanetta e non ha fatto una piega: si è spazzolata le sue tre fette senza colpo ferire. Nel complesso non mi sembra che il fatto di aver sottratto della materia grassa ai salumi, sostituendola con dell’olio evo, abbia influenzato più di tanto la percezione finale al palato….saranno poi i consumatori, a partire dal prossimo mese di luglio, a giudicare ed a decretare il successo di questo nuovo prodotto che sicuramente ha il pregio di andare incontro alle esigenze di quanti, golosoni dalla nascita, non sanno rinunciare al piacere di una fetta di mortadella, ma devono fare spesso i conti con problemi di salute.
E poi dulcis in fundo, la visita alla scoperta dell’antica fonderia fatta con il proprietario, che è uno dei discendenti della famiglia Barigozzi, ci ha permesso di continuare a sognare in questa calda sera di giugno con una luna tutta rossa…..  
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