Archivio Mensile

aprile 2011

Libri

Navigli Golosi……


Da oggi e sino a domenica 1° maggio, sarà possibile fare la spesa di prodotti tipici lombardi sul corso del Naviglio Grande: questa simpatica iniziativa, voluta dalla Coldiretti, si inserisce nell’ambito della seconda edizione di NavigaMI, il Salone Nautico di Milano, ed ha come obiettivo di promuovere i prodotti a km0 e quelli stagionali.
Tra torte, marmellate, vini, salumi e formaggi, gli oltre 50mila visitatori, attesi per la manifestazione, non avranno che l’imbarazzo della scelta: si potranno acquistare, direttamente dalle mani dei produttori,  cibi sani e genuini, coltivati sul territorio lombardo, secondo lo spirito che caratterizza il percorso della filiera corta. Troverete quindi formaggi di capra e di mucca, riso e derivati, torte fatte in casa, miele, prodotti a base di carne di struzzo, per altro digeribilissima,  salumi, marmellate e, per finire, anche vini.  
Questa edizione di NavigaMi è collegata a “Navigli Golosi”, una serie di iniziative eno-gastronomiche volte a valorizzare, nei ristoranti e nelle osterie, i sapori della cucina lombarda. I Ristoranti che aderiscono alla manifestazione, offrono alla propria clientela, con uno sconto del 20% sul prezzo normalmente praticato, uno o due Menu tipicamente Meneghini…una buona occasione soprattutto per le famiglie di degustare i piatti della tradizione.


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Tagliolini con bruscandoli


I bruscandoli: e cosa sono? E’ stata questa la mia prima reazione quando un paio di anni fa mio suocero mi chiedeva se volessi dei bruscandoli…..conoscendo l’amore di mio suocero per i salumi e gli affettati in genere, all’inizio, ingenuamente, pensavo che fossero dei salumi particolari….ed invece ho fatto una delle più belle scoperte degli ultimi anni in fatto di alimentazione. Allora per chi, come me sino al 2009, viveva nell’ignoranza, i bruscandoli sono i getti primaverili della pianta del luppolo selvatico (il nome luppolo vi evoca sicuramente la birra…) e crescono spontaneamente nel Nord Italia in questa stagione nei pressi di radure, siepi o fossati. Ho scoperto che qui al Nord vengono definiti con nomi diversi: in Lombardia li chiamano asparagina, a Mantova e a Cremona luartis, in Piemonte luvertìn, in Emilia-Romagna vartis…insomma anche in questo caso, regione che vai, nome che trovi.

Io li trovo buonissimi, hanno un sapore molto delicato che si presta a numerose preparazioni. In genere li sbollento per 3-4 minuti e poi me li mangio conditi con olio e limone, ma ho voluto fare una frittata che mi è riuscita bene e poi preparare questi tagliolini che hanno avuto successo presso mio marito e la Nanetta. Si, ma dove comperarli? A me i bruscandoli li porta mio suocero che, molto generosamente, li raccoglie e me li regala…..sono stata anch’io a raccoglierli ma si fa una fatica e poi ci vuole comunque molto tempo. Non li ho trovati all’Esselunga ma immagino che nei Farmer’s Market di Coldiretti non avrete difficoltà a trovarli.



Ingredienti per 2 persone+ Nanetta
220 gr di tagliolini all’uovo
un mazzetto di bruscandoli
30 gr di burro
30 gr di parmigiano grattato
sale e pepe q.b.

Sbollentate i bruscandoli per 3-4 minuti e poi scolateli. In una padella mettete il burro, quando diventa caldo versate i bruscandoli e fateli insaporire per 4-5 minuti: come sempre, aggiustate di sale e pepe. Fate cuocere i tagliolini, scolateli, ma lasciate da parte un poco di acqua di cottura della pasta. Versate nella padella i tagliolini e fateli mantecare con i bruscandoli, aggiungete una bella manciata di parmigiano e, se vi sembrano troppo secchi, un pò di acqua di cottura della pasta. Servite in tavola caldi.

Ho provato a farli invece che ripassati con il burro, ripassati con aglio, olio e peperoncino, sono buoni ma ritengo che l’abbinamento con il burro, nel caso dei bruscandoli, esalti meglio il sapore della verdura. Mio marito li ama in entrambi i modi, io li preferisco con il burro.
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Toto-menù per il royal wedding!

Credits: Afp.com
Pollo ripieno con mousse di agnello e poi crema di mais dolce, aragosta in salsa, condensato di crema: no, non sono i vostri incubi da indigestione alimentare post pasquale, si tratta semplicemente di una parte del menù servito in occasione del pranzo di nozze per Carlo e Diana nel 1981.Il protocollo vuole infatti che i pranzi reali siano composti da non meno di 10 portate anche se negli ultimi anni anche questo aspetto del rigido protocollo di corte sembra essere stato superato…..Nel 1999, infatti, il Principe Edward e la Contessa di Wessex hanno operato una scelta a dir poco audace optando per un buffet self-service, mentre il Principe Carlo ha fatto un ulteriore passo avanti, proponendo del finger food in occasione del  suo secondo matrimonio, quello con Camilla, nel 2005.A questo punto la domanda sorge spontanea: Kate e William, promessi sposi il 29 aprile prossimo, si atterranno scrupolosamente alla tradizione reale che vuole per le nozze di un futuro re un pranzo a dir poco faraonico oppure opereranno una scelta più giovane ed in linea con lo stile fresco della promessa sposa?In attesa di conoscere tutti i dettagli delle nozze del decennio, le illazioni si sprecano:  l’unica certezza è che il menù sarà rigorosamente british.
“Cerchiamo sempre di utilizzare ciò che è inglese” spiega Mark Flanagan, capo cuoco della Regina Elisabetta II, che però non si sbottona oltre su quello che mangeranno i 600 e passa ospiti.”Penso che avranno un blocco di Gleneagles, una terrina di trota, salmone e sgombro affumicato”, si sbilancia invece Darren McGrady, soprannominato “The Royal Chef” poiché è stato il cuoco personale della Regina Elisabetta II e della principessa Diana fino alla sua morte nel 1997.

“Poi vedrei bene una bistecca flambée con whisky, dell’agnello bio, proveniente direttamente dalla fattoria del principe Carlo, padre di William. Nel 1986, dell’agnello con salsa alla menta era stato servito alle nozze del principe Andrea e Sarah Ferguson”. Per quanto riguarda il dessert, lo chef si sbilancia dando per certa la presenza del flan di banana, uno dei dolci preferiti del principe William.
Ma sappiamo per certo che la mega torta di frutta farà il suo regale ingresso alla fine del pasto: è già stata ordinata alla celebre pasticcera Fiona Cairns, che annovera fra i suoi clienti anche l’ex Beatle Paul McCartney. Kate Middleton ha chiesto che la torta sia decorata con fiori e piante che simboleggiano la felicità (la rosa), la tenerezza (il giglio), ed il matrimonio (l’edera).Il menù sarà pure ispirato alla tradizione gastronomica inglese ma, come di consueto, sarà scritto interamente in francese……si tratta infatti di una tradizione che risale al tempo in cui in cucina tutti erano francesi……
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Pasta

Fusilli con carciofi, guanciale e pecorino romano


Pasqua si avvicina ed io mi sto preparando alla mia trasferta romana: già sogno montagne di carciofi alla giudia, cascate di fave fresche da abbinare al saporito pecorino romano, fiumi di fragole di Terracina….insomma tutto quello che meglio rappresenta la cucina romana in questo periodo dell’anno…ed allora per allenare i muscoli (però solo quelli delle mandibole) mi sono inventata una ricetta che è una rivisitazione in chiaro, senza pomodoro, dell’amatriciana perché prevede l’uso del guanciale e del pecorino ed è un omaggio ad uno degli ortaggi che amo di più, i carciofi. 
L’ho testata su mia figlia che ha moooolto gradito e difatti l’uso dei fusilli è dettato soprattutto dall’esigenza di utilizzare un formato di pasta che potesse andare bene anche a lei. Io avrei usato un formato ancora più grosso, uno di quei formati speciali come dei pennoni oppure dei fusilli giganti ma sarebbe poi stato complicato farle mangiare alla Nanetta da sola. Ritengo inoltre sia un modo alternativo per far mangiare le verdure di stagione ai nostri bimbi.



Ingredienti per 2 persone + Nanetta
250 gr di fusilli
3 carciofi
40 gr di guanciale
30-40 gr di pecorino romano
olio EVO q.b.
1 spicchio di aglio
sale q.b.

Pulite i carciofi, eliminate il fieno interno, strofinateli bene con il limone perché non diventino neri e poi tagliateli a spicchi sottili.
Tagliate a dadini piccoli il guanciale. In una padella con poco olio, mettete il guanciale a cuocere: quando comincerà a sfrigolare, versate i carciofi, alzate un pò il fuoco e lasciate cuocere per 10 minuti.
Attenzione che i carciofi potrebbero bruciacchiarsi un pò: io li adoro un pò croccantini, però nel caso in cui non foste fan dei carciofi croccanti, allora aggiungete un filo di acqua e proseguite la cottura. Aggiustate di sale: non c’è bisogno di aggiungere del pepe perché normalmente il guanciale è abbastanza pepato di suo. Grattugiate il pecorino.

Fate bollire i fusilli, scolateli e versateli nella padella con i carciofi ed il guanciale, mettete il pecorino, mescolate bene il tutto e servite in tavola caldi.
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Soufflé di asparagi


Et voilà una nuova ricetta a base di asparagi. Non sapevo bene quale etichetta attribuire a questa ricetta. Si tratta di verdura? Sì, ma non solo. Potrebbe essere un antipasto? Volendo si….Però potrebbe anche essere un piatto unico se accompagnato da un contorno di verdure..insomma vedete voi quando farla. Per me il soufflé di asparagi è una di quelle ricette da domenica sera, quando non si ha molta volta di cucinare ma, al tempo stesso, uno magari ha voglia di qualcosa di sfizioso da mettere sotto i denti, un pò come i bauletti di asparagi e scamorza che vi avevo proposto qualche settimana fa.
Anche questa è una ricetta adattissima ai bambini perché con il suo ripieno morbido ed il suo involucro saporito riesce sempre ad attirarli.



Ingredienti per 6 persone

600 gr di asparagi
80 gr di burro
1/2 di latte
100 gr di farina
1 spicchio d’aglio
3 tuorli d’uovo
5 albumi
120 gr di parmigiano grattugiato
olio EVO q.b.
noce moscata q.b.
sale e pepe q.b.

Pulite gli asparagi, fateli a rondelle e rosolateli in una padella con l’olio e lo spicchio d’aglio: spolverateli poi con la farina per legarli.

In una terrina mescolate il burro morbido e la farina; portate il latte ad ebollizione e grattugiateci dentro la noce moscata. Aggiungete il composto burro/farina al latte, continuate a far bollire il tutto per qualche minuto affinché il composto si addensi un poco. Togliete dal fuoco e lasciate raffreddare, poi unite gli asparagi.

A questo punto aggiungete i tuorli al composto, uno alla volta. Montate a neve le chiare e versatele al composto mescolando delicatamente dal basso verso l’alto. Versate il tutto in uno stampo (io ho usato uno di vetro ma se ne avete uno di porcellana va ugualmente bene) che avrete precedentemente imburrato e cosparso con la metà del parmigiano grattato. Ricoprite il composto con l’altra metà del parmigiano, mettete in forno a 190° per mezz’ora circa. Servite tiepido, non bollente, perché altrimenti non riuscireste ad apprezzare nulla.
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Pesce

Filetti di merluzzo in salsa verde (non quella piemontese….)


Dilemma amletico che prima o poi tutti i genitori devono affrontare: come faccio a far mangiare il pesce a mio figlio almeno una volta a settimana? Quando sono piccoli si può sempre ricorrere all’omogeneizzato: personalmente non ho mai utilizzato gli omogeneizzati di pesce per mia figlia perché mi è bastato aprire una volta un vasetto a casa di un’amica, sentire la puzza che usciva dal vasetto e ripromettermi che mai avrei dato quella “robba” a mia figlia. Nel periodo in cui era piccola, l’omogeneizzato di pesce era rigorosamente homemade: comperavo la soglioletta fresca, la cuocevo a vapore, la sminuzzavo e la aggiungevo alle pappe…… Quando poi è cresciuta, è stato più facile perché mangiava il pesce come lo cucinavo io….Mi sono resa conto però che non sempre si ha il tempo o la possibilità di realizzare delle ricette troppo elaborate con il pesce e che a volte può anche succedere che magari l’unico tipo di pesce di cui si dispone è un merluzzo…..Come fare per rendere “sexy” ed attraente anche un filetto di merluzzo dei mari del Nord? Eccovi una ricetta che non deluderà voi innanzitutto ma soprattutto i vostri bambini perché con questa salsina verde, veloce veloce, riuscirete a mascherare quel tanto che basta il nostro merluzzo lesso. Questa ricetta, inoltre, è anche eco-compatibile perché permette di utilizzare le foglie del sedano che in cucina spesso non vengono apprezzate. Per questa ricetta mi riesce difficile darvi le quantità esatte perché dipende dal gusto personale di ognuno di noi.


Ingredienti per 2 persone + Nanetta
350 gr di filetto di merluzzo senza spine
una bella manciata di foglie di sedano
5/6 acciughe sott’olio
un cucchiaio di maionese
succo di limone q.b.
olio EVO q.b.
un pizzico di sale grosso
pepe poco poco

Fate bollire il filetto di merluzzo e mettetelo da parte al caldo. Nel minipimer mettete le foglie di sedano, le acciughe sgocciolate, l’olio, la maionese (andateci piano con la maionese perché altrimenti rovina il sapore della salsina), il succo di limone (iniziate con un mezzo cucchiaio), sale grosso (così mantiene vivo il colore del verde), pepe: frullate il tutto ed assaggiate, spetterà a voi trovare il giusto equilibrio tra i diversi sapori, non troppo acido a causa del limone, ma neppure troppo cremoso a causa della maionese. In un barattolino di vetro, la salsa si conserva un paio di giorni in frigorifero ed è ottima anche per condire delle carni alla griglia o bollite, oppure à tartiner, da spalmare sul pane come stuzzichino.
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Tofu strapazzato con verdurine primaverili


Eccomi di ritorno dal giro al FuoriSalone: ad essere sinceri, il mio giro è stato molto all’insegna del food e poco all’insegna del design e del mobile, ma che ci volete fare, è deformazione professionale.
Ero ieri all’incontro promosso da BioAppetì con la globetrotter Claudia Biondini (andate a vedere il suo blog Il palato del cuore troverete tante ricette sfiziose anche per i bambini) che, oltre a viaggiare, è anche una chef vegana e che ieri ci ha preparato un delizioso tofu strapazzato con verdurine di stagione.

Ora non cominciate ad arricciare il naso dicendo “ma che è ’sta robba”, non si deve per forza essere vegani o vegetariani per apprezzare il tofu. Io lo mangio, certo mai da solo, sempre in abbinamento con altri ingredienti e devo confessare che è un alimento gradevole e gustoso da provare in molte preparazioni.

Claudia ci ha proposto una ricetta primaverile, fresca, veloce e di semplice esecuzione ma a livello nutritivo ben equilibrata. Il tofu fornisce le proteine vegetali; il topinambur, oltre a svolgere una funzione depurativa, ha zuccheri facilmente assimilabili ed è  adatto a chi soffre di diabete; le mandorle apportano gli Omega3, insomma abbiamo convenuto insieme che questo piatto costituiva un valido sostituto alle tradizionali uova strapazzate.


Ingredienti per 3 persone
1 panetto di tofu da 250 gr
3 topinambur
2 carote
un mazzetto di agretti/barba del frate
un mazzetto di rucola
1 cipolla
2 cucchiai di uvetta
1 cucchiaio di mandorle sfilettate
il succo di mezzo limone
olio EVO
sale q.b.


Preparare tutti gli ingredienti:
– lavorare il tofu con le mani per ottenere l’effetto strapazzato
– grattugiare a julienne il topinambur e le carote
– tagliare la cipolla
– pulire gli agretti e la rucola
– mettere nell’acqua tiepida l’uvetta in ammollo per 20 minuti circa
– sminuzzare le mandorle se non le avete comperate già sfilettate

A questo punto direi che il grosso è fatto.
In una padella piuttosto grande fate appassire nell’olio caldo la cipolla: dovrete farla cuocere 10 minuti abbondanti a fuoco bassissimo. Aggiungete il succo di limone, non esagerate con il succo di limone: iniziate con poco, in seguito potrete sempre metterne dell’altro.
Aggiungete il topinambur e la carota: lasciate cuocere per altri 5 minuti. Poi mettete gli agretti, le mandorle e l’uvetta, lasciate cuocere ancora un paio di minuti ed alla fine aggiungete il tofu, continuando la cottura per altri 5 minuti circa avendo cura di girare bene perché tutti gli ingredienti si mescolino insieme.
Aggiustare di sale. In una pirofila, disponete un letto di rucola: versate il tofu strapazzato insieme alle verdure ancora calde, girate il tutto e servite in tavola. 
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Risotto con barbabietola e chips croccanti di topinambur


Ancora risotto direte voi ed ancora a parlare di Identità Golose dopo oltre due mesi dall’evento! Ma dovete rassegnarvi….questo blog è amico del riso e dei risotti in tutte le loro forme e poi la ricetta di oggi è una di quelle che ho assaggiato ad Identità Golose e delle quali ho assistito alla preparazione. Vi avevo scritto che avevo seguito un workshop dal titolo Identità di Riso e che uno degli interventi era stato fatto da Cesare Battisti…..no, non il martire della Prima Guerra Mondiale e neppure il terrorista in attesa di estradizione (spero che avvenga presto….) in Brasile, in questo caso si tratta dello chef del
ristorante Ratanà, dove, secondo gli utenti di TripAdvisor, si mangia uno dei migliori risotti di Milano e una cotoletta come Dio comanda…..fatto è che Cesare Battisti e la sua équipe hanno portato ad Identità Golose due ricette a base di riso: una è questo risotto alle barbabietole e l’altra è un dolce, delle tartellette di riso, nella più pura tradizione lombarda……le tartellette ancora non le ho provate ma chissà che non mi venga lo schiribizzo di rifarle un giorno o l’altro…..

Cesare Battisti ha insistito molto, nel corso del suo show cooking, sull’importanza della materia prima: riso Carnaroli innanzitutto, da preferire ad altri tipi di riso, burro doppia panna che ancora non ho capito dove comperarlo, visto che quando ho chiesto del burro doppia panna alla mia solita cascina, il padrone mi ha risposto: “signora, il burro doppia panna penso sia quello da affioramento ma oramai, tranne in casi rari, non se ne produce più”…e poi ancora Grana Padano stagionato 14 mesi e crescione crudo per aggiungere quella nota di freschezza al piatto…..insomma tutti suggerimenti validissimi ma che poi, nella vita frenetica di tutti i giorni, io personalmente ho avuto qualche difficoltà ad attuare ed allora bisogna inevitabilmente scendere a compromessi e bisogna fare con quello che si ha e con quello che il supermercato sotto casa ci offre.

All’inizio del post vi ho messo la foto del risotto come l’ho fatto io, prima della spiegazione della ricetta troverete la foto del risotto fatto dallo chef in cui il piatto era servito anche con del crescione crudo ma che io non ho trovato e quindi ho dovuto fare senza…….in ogni caso, vi assicuro che questo risotto è delicatissimo e dal sapore che non ti aspetti. Non ho messo per questa ricetta l’etichetta “Bambini” perché mia figlia non l’ha gradito molto (giusto un paio di cucchiai), in compenso però si è fatta fuori tutte le chips di topinambur e visto che avevo ancora dei topinambur che mi erano avanzati, la sera dopo gliel’ho rifatti e se li è spazzolati tutti :-)))))) comme quoi, i bambini riescono sempre a stupirci con i loro comportamenti!




Ingredienti per 2 persone
250 gr di riso Carnaroli
200 gr di barbabietole
1 lt di brodo vegetale composto da: carota, sedano, cipolla, salvia, alloro, rosmarino ed uno spicchio di aglio, ma se non riuscite un brodo vegetale “normale” va bene
1/2 cipolla
3 topinambur
30 gr di burro
grana grattugiato q.b.
olio EVO
olio di girasole q.b. per le chips
sale, pepe q.b.

Prendete la barbabietola, cuocetela in acqua salata per un paio di ore, pelatela e sminuzzatela: ad onor del vero, io ho comperato la barbabietola già cotta al supermercato e poi l’ho messa nel minipimer ;-))))))

Per il brodo, sapete che lo faccio spesso perché tra i risotti e qualche minestra che preparo ancora la sera per mia figlia, a casa mia non manca mai. Questa volta, però l’ho voluto preparare con gli ingredienti che mi erano stati indicati dallo chef e devo dire che la differenza si vede: innanzitutto perché il colore del brodo è diverso e poi perché questo brodo è molto aromatico e dal sapore intenso in virtù di tutte le erbe che ci sono dentro. E’ un brodo che, secondo me, non è molto adatto per i bambini perché il sapore è troppo accentuato rispetto ad un normale brodo vegetale, però vale la pena prepararlo per capire le differenze.

Ripulite bene il topinambur dalla terra, io l’ho passato appena sotto l’acqua e poi l’ho asciugato subito. L’ho fatto a fettine sottili come se facessi delle patatine fritte e poi l’ho fritto nell’olio di girasole per qualche minuto.
A questo punto, in un tegame mettete l’olio e fate soffriggere la cipolla tagliata a fettine. Cesare Battisti suggeriva di mettere una cipolla intera, di farla dorare e poi di toglierla perché il sapore della cipolla non coprisse quello della barbabietola, personalmente ho fatto un semplice soffritto utilizzando soltanto poca cipolla.
Versate il riso e fatelo tostare, poi cominciate ad aggiungere i mestoli di brodo man mano che il riso si asciuga.
La barbabietola sminuzzata andrà aggiunta non subito ma a metà cottura e gradatamente.
Quando il riso è cotto, spegnete, e mantecate con burro e grana, aggiustate di sale e pepe.
Mettete nei piatti il riso e disponete al centro le chips di topinambur che avrete precedentemente salato.
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Il lato Food del Salone del Mobile

Da oggi sino a domenica, Milano diventa la capitale mondiale del design e del mobile con uno degli appuntamenti più importanti a livello mondiale. Non starò qui a farvi la lista di tutti gli eventi, aperitivi, vernissage, mostre con cui la città si prepara ad accogliere questo evento, c’è un sito, Fuorisalone, in cui potrete trovare tutte le info ed appagare la vostra voglia di movida. Scrivo soltanto che vale la pena, almeno una volta, andare a vedere il Salone del Mobile perché ci si rende conto di quanto il made in Italy, in fatto di design, sia apprezzato nel resto del mondo. Io ho visitato il Salone del Mobile nel 2008 e non vi nascondo che spesso mi sono fermata incantata ad ammirare mobili, accessori, oggetti di design nati dall’estro e dalla creatività italiana…..Su questo blog, volevo però segnalarvi delle iniziative che si svolgono a latere del Salone del Mobile e che hanno come tema quello del food.




Innanzitutto Econtamination: si tratta di un progetto che intende promuovere uno stile di vita rispettoso dell’ambiente. La Natura ispira in questo modo il design degli oggetti della quotidianità, prodotti da aziende che mettono in primo piano l’etica e la solidarietà ambientale.Allo Spazio Botta (via Botta, 8) da oggi e sino a domenica 17 aprile troverete numerose iniziative che ruotano intorno al concetto di bio ed eco.BioAppetì On Stage è un evento in cui gli chef di Veganblog.it, sponsorizzati da Con.Bio. cucineranno al momento ricette insolite, inedite e soprattutto gustose a base di proteine vegetali, come ad esempio il seitan o il tofu. Ogni sessione può ospitare 15 persone: se siete interessati potete prenotarvi scrivendo a contatti@econtamination.it. Anch’io partecipo ad uno di questi mini corsi e vi saprò dire.Sempre durante l’evento Eco-ntamination, ogni giorno potrete degustare vini di produzione nazionale di Centopassi di Libera Terra. I vitigni vengono coltivati in Sicilia sui terreni sequestrati alla mafia. L’impegno e la ricerca dell’eccellenza, hanno fatto meritare a queste etichette l’ambito riconoscimento nella short list Wine Award 2010.Inoltre per gli amanti degli animali, dalle 18.00 ci sarà l’Happy Pet Hour per cani e gatti con ricette 100% biologiche e vegetali.

 Alla Fabbrica del Vapore (via Luigi Nono, 7) troverete invece il Food Terminal: i visitatori potranno vivere e provare in anteprima approcci che l’alimentazione affronterà presto, in varie declinazioni come fruibilità, formati e interfacce di prodotto. Il format tocca tematiche legate al biologico inteso come attenzione verso il livello di energia ausiliaria e all’intero ecosistema agricolo.
E per concludere questa breve carrellata segnalo un’iniziativa destinata ai bambini: Kids Room-Zoom! Design for Kids. Si tratta di una casa dedicata interamente ai bambini, che presenta le ultime tendenze e le ricerche più originali di giovani brand internazionali che si occupano esclusivamente di design per l’infanzia. Scoverete quindi soluzioni innovative e materiali studiati appositamente per stimolare la creatività e l’autonomia dei bambini e per accompagnarli nelle tappe fondamentali della loro crescita, per giocare ma anche per iniziarli al design e all’arte. Da oggi e sino al 19 aprile in via Sandro Sandri 2, Milano (MM Turati). E siccome il tempo è bello e la voglia di picnic tanta, vi segnalo un’ultimissima chicca scovata per caso: in occasione del salone, il concept store Verger (via Varese,1) presenta un progetto di PIC-NIC-ING urbano, invitando sei diversi designer a ideare, uno al giorno, dei lunch box che li rappresentino culinariamente.Così il duo danese-giapponese Inoda Sveje sintetizzerà il doppio influsso nordico e orientale che caratterizza il loro lavoro di designer anche in tavola; Jessica Stenta trasformerà le variazioni sul titanio della collezione JeS grazie alla food designer Sabrina Felli; Matteo Cibic lavorerà sul rito urbano del pic nic, Sam Baron e Markus Benesch….I lunch box avranno un prezzo di 20 euro e conterranno cibo di qualità ed un tocco di design da portarsi in giro per mangiare bene anche durante la caotica settimana del Salone del Mobile.mart 12 Matteo Cibic merc 13 Inoda Svejegio 14 Markus Beneschven 15 Jessica Stenta con JeSsab 16 Elisabeth Vidal & Huub Ubbens
Allora non mi resta che augurarvi buon Salone del Mobile a tutti!
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