Archivio Mensile

ottobre 2012

Minestre e Zuppe

Zuppa di funghi


Sono state dapprima le foglie degli alberi a diventare di mille calde tonalità, a seccarsi e poi a cadere…e poi sono arrivate le giornate ad accorciarsi dolcemente ma il caldo, lui, era sempre lì: certo meno intenso di quest’estate ma sempre caldo, soprattutto se si guardava la data sul calendario. Qualcuno, allora, ha cominciato ad invocarlo, altri hanno continuato a rifuggirlo come la peste, in ogni caso, un po’ in ritardo sul calendario, anche quest’anno è arrivato il freddo. Noi il weekend scorso abbiamo acceso il camino per la prima volta della stagione soprattutto per togliere l’umidità accumulatasi negli ultimi giorni che sono stati particolarmente bagnati da queste parte….e per scaldare le prime serate d’autunno una bella zuppa ci sta tutta. Questa poi con un assortimento di funghi, è deliziosa, non proprio dietetica, ma cosa ci importa, ai buoni propositi del nuovo anno mancano 2 mesi!

Prima di augurare un buon Ponte a tutti,  ho una breve comunicazione di servizio da farvi: se in questo lungo ponte dei Morti siete in giro per l’italia e capitate dalle parti del lago di Garda, fate un salto a DolceCasa, uno spazio interattivo creato dai signori della Cameo per avvicinare grandi ma, soprattutto piccini, al mondo dei dolci. Un vero furgoncino dei primi del ‘900, con cui i bambini possono giocare; differenti giochi con cui interagire, contenuti animati, immagini e video ludici e giochi per scoprire tante curiosità e avere utili consigli, sono solo alcuni degli elementi che più diverteranno i bimbi. Il cuore della visita è sicuramente l’esperienza in cucina: in una grande cucina attrezzata, i piccoli ospiti vestiti con grembiule e cappello da chef imparano a mettere le “mani in pasta”. Guidati da esperti pasticceri, i bimbi percorrono un viaggio alla scoperta di tutti gli ingredienti utili per creare un golosissimo dolce fatto in casa. Suggerimenti e consigli sono alla base delle spiegazioni date dai pasticceri, così come tante utili informazioni sulla qualità del cibo e il piacere della condivisione. L’altro aspetto curioso della visita è il “viaggio” virtuale all’interno di una fetta di torta: grazie ad approfondimenti, immagini e piccoli esperimenti, i bambini potranno scoprire gli ingredienti dei dolci e le varie tappe del processo di produzione. DolceCasa si trova a Desenzano del Garda (Bs) in Via Ugo La Malfa, 30: è facilmente raggiungibile dall’autostrada A4, uscita Desenzano del Garda. La visita in DolceCasa cameo può essere prenotata, al numero verde 800-829170 o attraverso il sito www.cameo.it

Per 4 persone:

150 gr di porcini250 gr di funghi misti (chiodini, pleos, champignon de Paris)1 scalognoBrodo vegetale q.b. (calcolate circa 800 ml)40 gr di burro3 tuorli d’uovo 5 cucchiai di panna liquida da cucina3 cucchiai di farina (all’occorrenza aggiungere un cucchiaio)2 cucchiaini di succo di limonePrezzemolo q.b.Sale e pepe q.b.Pulite i funghi e tagliateli a cubetti; in una padella fate rosolare nel burro lo scalogno, unite i funghi e mescolate di tanto in tanto. Aggiungete la farina e poi il brodo continuando a mescolare per evitare che si formino i grumi. A parte, in una terrina, mescolate i tuorli con la panna e versate il composto nella crema di funghi, continuate la cottura ancora per 4-5 minuti, prima di spegnere aggiungete il succo del limone ed il prezzemolo sminuzzato. Servite calda.
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In giro per….radici


 Abbiamo sfidato il maltempo ma, soprattutto, le temperature improvvisamente rigide; abbiamo preso la macchina e siamo partiti per gustare queste famose radici che da 40 anni sono le protagoniste assolute della Sagra delle Radici che si svolge a Soncino la quarta domenica di ottobre.   
Ma cosa sono queste radici amare?
 
Dalla forma simile ad una carota, le radici di Soncino appartengono alla famiglia delle Composite, di cui fanno parte anche altri tipi di insalate. Vengono raccolte in questo periodo per giungere sulle tavole dei buongustai di tutta Italia e d’Europa.
 
Ho appreso che queste radici si consumano come una verdurama fanno bene come una medicina: sono, infatti, un depurativo eccezionale contenente inulina, che produce benefici effetti sull’intestino e sul sangue. Le radici, oltre ad essere un buon contorno ricco di vitamine, attraverso la funzione clorofilliana delle foglie, producono una miscela di glucosio, fruttosio e saccarosio.
E poi si possono gustare in mille modi diversi. Ho visto delle radici sott’olio, una marmellata di radici, una grappa di radici, del vino dolce alle radici e, addirittura, un miele di radici o un caffè di radici che, manco a dirlo, è molto apprezzato dai nostri cugini d’Oltralpe……
La ricetta classica delle  radici lessateprevede che si raschino e si taglino a pezzetti o rotelline, si fanno cuocere, per circa 15 minuti, in acqua bollente con un po’ di aceto e sale. Vanno scolate e condite con un po’ di olio e limone; si può aggiungere, a piacere, del prezzemolo o dell’aglio tritato.
Ma sono deliziose anche gratinate oppure in camicia, insomma sono buone e fanno bene….cosa volere di più!

Vi lascio qualche foto della mia giornata di ieri. 
 
E alla sagra delle radici abbiamo potuto apprezzare e gustare altre specialità locali: salami e cotechini nostrani ma, inaspettatamente, anche kiwi rigorosamente bio che mi sono affrettata a comperare….bella giornata in un borgo di rara bellezza dove torneremo sicuramente visto che la pioggia di ieri non ci ha consentito di girare molto.
Buona settimana corta a voi :-))))
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Torta di riso e ricotta


Continuano i miei esperimenti di dolci preparati con la ricotta; dopo la torta di ricotta e fragole, quella di cioccolato, ricotta e nocciole, eccovi una torta che abbina due ingredienti che CI piacciono molto: il riso e la ricotta, il riso all’Uomo Goloso, la ricotta a me……con questa torta ho cercato di trovare un compromesso tra il mio desiderio di mangiare una torta morbidosa e la legittima fantasia dell’Uomo goloso di un dolce a base di riso che non fosse il riso al latte…..eccolo accontentato con questa torta che mette tutti i membri della nostra famiglia d’accordo…e sì perché non pensate che la Nanetta non abbia voce in capitolo in fatto alimentare, anzi la maggior parte delle volte, all’origine dei miei esperimenti in cucina, c’è proprio lei e c’è il mio desiderio di mamma di farla mangiare in modo equilibrato. In questa ricetta, poi, ho frullato tutti gli ingredienti con l’obiettivo di rendere la torta più invitante proprio per lei….. Anche se è giovedì, buon weekend a tutti! Io, se il tempo CI assiste, sono di sagre……..ma questo è un altro discorso e vi aggiornerò la settimana prossima!

 200 ml di latte150 gr di riso 180 gr di zucchero400 gr di ricotta3 uova1 pizzico di saleMescolate 400 ml di acqua con il latte ed un pizzico di sale: mettete sul fuoco ed aggiungete il riso. Fate cuocere il riso nell’acqua-latte sino a quando il liquido non si sarà assorbito completamente. Unite poi lo zucchero, mescolatelo e lasciate che il composto si raffreddi. Mettete il composto nel frullatore, frullatelo bene poi aggiungete la ricotta e le uova. Frullate bene il tutto, riempite una tortiera per crostate o per cake, infornate a 170° per 35 minuti. Lasciate raffreddare prima di servire.

Volendo potete aggiungere nell’impasto l’uvetta oppure la vaniglia o, ancora, la cannella: io sono andata su di una versione semplice, standard ma voi fate lavorare la fantasia!
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Il Gambero Rosso va a Milano


Sono finiti ed archiviati i tempi della Milano da bere, ora c’è la Milano da mangiare! E’ quanto si apprende sfogliando le pagine della ventesima guida Gambero Rosso 2013 sulla città meneghina. Ed il dinamismo di Milano si nota soprattutto nell’ambito della gastronomia con ristoranti al passo con i tempi e le mode, flessibili nelle formule, originali nelle loro proposte e, soprattutto, attenti alla qualità.  Mi è piaciuto molto e mi ha molto divertito sfogliare l’edizione della guida Gambero Rosso su Milano perché accanto ai nomi altisonanti e blasonati conosciuti da tutti, si trovano soprattutto una miriade di tavole interessanti, dai mille volti e dall’indiscussa originalità. Accanto ai migliori ristoranti della città, sono segnalate le migliori trattorie, i quartieri golosi di Milano che permettono di fare un viaggio da gourmet in ogni angolo della città, i posti dove vale la pena passare per l’aperitivo o quelli dove fermarsi per una pausa golosa. Personalmente ho trovato molto ben fatta tutta la sezione dedicata ai luoghi del mangiare o del bere situati fuori Milano: chi come me abita nell’hinterland milanese,  non ha sempre voglia di andare su Milano per poter mangiare bene ed allora questa sezione è ben strutturata con proposte e suggerimenti che spaziano su tutta la provincia di Milano e con delle puntate anche nelle province lombarde limitrofe. L’altra sezione che ho apprezzato è quella dedicata ai negozi dove poter comperare o approvvigionarsi senza dover fare ogni volta la caccia al tesoro per trovare quel particolare prodotto. Vengono segnalate panetterie, macellerie, drogherie, insomma tutti quei templi dell’eccellenza lombarda in materia gastronomica. A me e all’Uomo Goloso è piaciuta molto questa guida tanto che abbiamo deciso di tenerla sempre in macchina insieme ad una cartina di Milano  e a quella della Lombardia perché ci accompagni nelle nostre escursioni mangerecce. L’unico appunto che possiamo farle è di non avere purtroppo una sezione dedicata alla ristorazione per bambini….
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Pasta

Scialatielli con pomodorini, pangrattato saporito e calamari

 








Buon lunedì a tutti!Com’è andato il vostro weekend? Il mio benissimo….Oddio un po’ stancante perché la gita domenicale a Mantova non è stata poi di tutto riposo e le riunioni del parentado dell’Uomo Goloso assomigliano molto a quei raduni “meridionali” con 350 parenti, molta confusione, troppo cibo e tante chiacchiere….Comunque il tempo ci assistito, ho scattato delle belle foto della natura vestita con i colori dell’autunno e della Nanetta alle prese con i cugini e con gli animali dell’agriturismo….E poi ho mangiato di gusto due piatti di agnoli in brodo fatti in casa divini! Mentre l’Uomo Goloso ha gradito molto le tagliatelle con ragù di anatra e pancetta…….
…e dopo questi souvernir gastronomici, oggi ricettina del riciclo, mi spiego meglio: avevo preparato la settimana scorsa dei calamari ripieni e non ho utilizzato, all’interno del ripieno, i ciuffetti dei calamari che ho conservato invece nel frigo…..poi ho recuperato gli ultimissimissimi pomodorini dell’orto ed ho pensato che forse una ricetta dal sapore vagamente estivo ci poteva ancora stare….eccovi spiegato il senso della ricetta del riciclo: con quello che si ha in dispensa, nel frigorifero o nel freezer aguzziamo l’ingegno, sviluppiamo la nostra creatività in cucina per dare vita a delle ricette sane, saporite, anticrisi….…è quello che ho fatto io J

250 gr di scialatielli200 gr di ciuffetti di calamari200 gr di pomodorini canditi2 cucchiai di pangrattato2 cucchiai scarsi di parmigiano1 spicchio di aglioOlio evo q.b.2 dita di vino bianco seccoSale e pepe q.b.In una padella fate scaldare un filo di olio, unite lo spicchio d’aglio e poi i ciuffetti di calamari che avrete tritato. Cuocete il tutto 3-4 minuti, aggiungete il vino bianco secco e proseguite la  cottura sino a quando la parte alcolica del vino non sarà evaporata; aggiustate di sale e pepe. Nel frattempo lavate e tagliate in due i pomodorini, disponeteli sulla teglia da forno con un filo di olio, una spolverata di sale, pepe ed un pizzico di zucchero. Lasciateli appassire nel forno a 150° per un’ora circa (se volete la ricetta completa dei miei datterini canditi la trovate qui). Mescolate due cucchiai di pangrattato con due cucchiai di parmigiano grattugiato. Cuocete la pasta, scolatela e conditela con i ciuffetti di calamari, i pomodori canditi ed il pangrattato saporito. Servite in tavola caldi.

 
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La caponata di zucca di Ambra……



Per questa ricetta devo ringraziare la mia collega Ambra che me l’ha suggerita: onestamente da una siciliana doc non mi sarei mai aspettata un piatto a base di zucca. Saranno i pregiudizi insiti in ognuno di noi, ma quando Ambra mi ha detto che aveva una ricetta buonissima a base di zucca l’ho guardata strana: chessò da lei mi sarei aspettata un piatto a base di pesce spada o di ragusano o, ancora, di capperi ma la zucca proprio no J…..ed è quindi con un pizzico di curiosità che ho recuperato questa sua ricetta che lei chiama zucca in agrodolce, ma che io ribattezzato caponata di zucca proprio per rendere omaggio alle sue inequivocabili origini…..premesso che amo la zucca, in tutti i modi, questo piatto è uno di quelli che definirei senz’altro sfiziosi. Buon weekend a tutti! Quanto a me, per restare sempre in tema di zucca, io me ne vado a Mantova…chissà che non riesca a mangiare un bel piatto di tortelli di zucca ;-)!!!!!
500 gr di zucca1 spicchio di aglioFarina q.b.3 cucchiai di olive taggiasche½ bicchiere scarso di aceto (poi dipende dal tipo di aceto che avete, se è troppo forte, la dose va diminuita)1 cucchiaio scarso di zucchero Origano q.b.Olio arachidi q.b.Sale q.b.
Tagliate la zucca a fettine, lavatela ed asciugatela, infarinatela e friggetela appena con l’olio di arachidi.In una padella fate scaldare un po’ di olio, unite lo spicchio d’aglio le olive taggiasche, fate rosolare un paio di minuti, poi aggiungete l’aceto e lo zucchero, fate evaporare ed unite la zucca che avrete messo da parte. Finite la cottura della zucca affinché il tutto si amalgami bene. Prima di spegnere versate l’origano, mescolate il tutto e servite in tavola la vostra caponata calda.
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Riso thai con gamberi e cannellini




E’ quasi un anno che ho ripreso a lavorare e nel posto dove passo attualmente in media almeno 9 ore al giorno, la maggior parte dei miei colleghi si portano la “gamelle” o ”schischetta” da casa. C’è da dire che il mio ufficio è situato in un’area industriale decisamente sfigata dal punto di vista gastronomico, una specie di deserto dei tartari della ristorazione: se vuoi mangiare qualcosa devi prendere la macchina ed andare nel vicino centro direzionale dove c’è una mensa ed un bar, oppure allontanarti ancora, e trovare una trattoria dai prezzi abbordabili….quindi la soluzione di portare la schiscetta da casa rimane senz’altro quella più facilmente percorribile e, soprattutto, più sana. Abbiamo inoltre una stanza “ristorazione” dotata di forno a microonde, di frigorifero con freezer, di macchina automatica di bevande calde, di fontana d’acqua, di tavolo spazioso e pure di tovaglioli di carta…io sono stata ben contenta di adeguarmi al trend generale anche perché, soffrendo di reflusso gastroesofageo, non posso certo domandare al mio povero stomaco di pranzare fuori tutti i giorni. Certo però che non è sempre semplice preparare la mattina, prima di uscire da casa, con la Nanetta che vuole leggere una storia, un piatto equilibrato ed al tempo stesso nutriente per il pranzo: c’è poi da aggiungere che, nel mio caso, non riesco neppure a portarmi “les restes” della cena prima perché le due fameliche mandibole  che vivono insieme a me sistematicamente, ad ogni cena, spazzolano tutto. E così accanto ad hamburger di soia, insalatone o zuppe, ogni tanto mi invento qualche piatto appositamente concepito per questo “nobile” scopo.
Ho deciso così di inaugurare oggi una nuova sezione di ricette, che si andrà popolando nel corso dei mesi, dedicata ai piatti che mi preparo per l’ufficio. Se avete suggerimenti e ricette da mandarmi, le testerò e le pubblicherò! Non mi resta che augurare Buona schiscetta a tutti!



200 gr di riso thai Giano 200 gr di gamberoni sgusciati230 gr di cannellini 1 spicchio di aglio5/6 foglie di salviaOlio evo q.b.Sale e pepe q.b.Fate bollire il riso thai; nel frattempo in una padella scaldate l’olio, aggiungete lo spicchio d’aglio, poi i fagioli cannellini ed alla fine i gamberoni: cuocete a fuoco vivace per 5-6 minuti, un paio di minuti prima di spegnere, unite la salvia. Salate e pepate. Unite il riso thai, che avrete precedentemente scolato, ai fagioli ed ai gamberoni. Mescolate bene e se necessario, aggiungete un filo di olio.
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Le fettine alla pizzaiola della mia mamma


Il motivo per il quale la Nanetta adori le fettine alla pizzaiola della mia mamma rimane per me un mistero. Ripenso a quando ero piccola, a mia mamma mi preparava queste benedette fettine ed al fatto che, rispetto a tanti altri piatti che mi proponeva, le fettine panate tanto per fare un esempio, queste fettine alla pizzaiola non rientrassero tra i top ten…..Ora che sono grande ho imparato ad apprezzarle e mi piacciono anche perché consentono di camuffare bene il sapore della carne…..Diversamente da me, la Nanetta le divora (sarà forse perché è una carnivora convinta?) ed è per questo motivo che ho deciso di proporvele nonostante il mio periodo di astensione dalla carne perduri: se avete figli e volete variare un po’ dalla solita scaloppina, provatele perché il successo è garantito!
4 fettine di manzo o vitellone (taglio pezza, il taglio più tenero) battute200 gr di polpa di pomodoro1 spicchio di aglioOrigano q.b.Olio evo q.b.Sale e pepe q.b.  In una padella scaldate l’olio e fate rosolare l’aglio, poi prendete le fettine, una alla volta, e cuocetele a fuoco vivace: riservate in un piatto. Salate e pepate. Nello stesso olio utilizzato per cuocere le fettine, versate il pomodoro, cuocetelo per 5-6 minuti sino a farlo restringere un poco. Unite nuovamente le fettine, coprite con  il coperchio e lasciate cuocere per 20 minuti circa a fuoco bassissimo: a cottura ultimata, cospargete con una generosa manciata di origano. Servite calde.

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Cake alle more e alle mandorle


In attesa del weekend oramai alle porte, vi offro uno spicchio di cielo ed una manciata di palloncini….sono quelli con cui i bambini del paese in cui abito hanno colorato il cielo domenica scorsa. E’ un’iniziativa, questa, che si ripete ogni anno ed ogni anno propone a grandi e piccini la magia ed l’incertezza legate al lancio dei palloncini. Quando ero piccola c’era una canzone che faceva così: “dove vanno a finire i palloncini quando sfuggono di mano ai bambini”….era del mitico Renato Rascel, in ogni caso si tratta di uno di quei motivetti che ti rimangono dentro e poi un giorno riemergono dalle profondità del nostro subconscio….ma ritornando al nostro lancio di palloncini, ogni palloncino aveva un’etichetta recante l’indirizzo del bambino che l’avrebbe lanciato, se il palloncino sarà ritrovato, l’etichetta dovrà essere rispedita al mittente ed il bambino riceverà un regalo…..simpatica, vero, come iniziativa?



Ma veniamo al nostro cake che l’Uomo Goloso mi ha gentilmente preparato: lui ha utilizzato della deliziosa marmellata di more che abbiamo fatto quest’estate e che abbiamo lasciato volutamente un po’ liquida perché la usiamo per le crostate. Potete benissimo sostituire la marmellata con le more anche se oramai la stagione delle more è passata.Buon weekend a tutti e…copritevi, sembra infatti che le temperature scenderanno bruscamente. Sarà vero?



3 uova 125 gr di zucchero in polvere200 gr di farina1 bustina di lievito per dolci30 gr di burro1 vasetto di yogurt200 gr di marmellata di more80 gr di mandorle sfilettateIn una terrina mescolate le uova e lo zucchero. Incorporare poco a poco la farina, il lievito poi il burro ammorbidito.Aggiungete lo yogurt, la marmellata di more e le mandorle sfilettate. Versate il composto in una forma per cake e cuocete in forno a 180° per 45 minuti circa. Fate la prova del coltello o dello stuzzicadenti. Lasciate raffreddare prima di togliere dalla forma.

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