Archivio Mensile

gennaio 2011

Minestre e Zuppe

Vellutata detox di carote e mandorle


Gennaio, tempo di buoni propositi (che durano in genere non più di una settimana) e di diete, che hanno come obiettivo innanzitutto quello di placare i nostri sensi di colpa dopo le abbuffate delle feste e, solo in seconda battuta, quello di eliminare le tante (troppe) calorie accumulate ……ecco allora una ricetta facile facile, sicuramente light (volendo esagerare con le calorie, potrei proporvi delle varianti sicuramente più saporite ma con diverse centinaia di calorie in più), adatta anche ai più piccoli (basta aggiungere dei crostini) e detox.


Ingredienti (per 2/3 persone)
2 carote grosse oppure 4 di medie dimensioni
3 patate di medie dimensioni
acqua q.b.
sedano e cipolla per soffritto
2 cucchiai di mandorle sfilettate
olio
un pugnetto di sale grosso
una grattata di parmigiano (se proprio volete esagerare)


Pulite e sbucciate le carote e le patate, tagliatele grossolanamente e mettetele da parte. Pulite e tagliate a piccoli cubetti il sedano e la cipolla da utilizzare per il soffritto. A questo punto prendete la pentola a pressione, mettete dell’olio, riscaldatelo e gettate il sedano e la cipolla, fateli rosolare un poco e poi aggiungete le carote e le patate ed un pugnetto di sale grosso. Fate insaporire il tutto per qualche minuto, poi coprite le verdure con l’acqua, chiudete la pentola a pressione e cuocete 15 minuti circa dopo che la pentola ha iniziato a fischiare. Una volta trascorsi i 15 minuti, fate sfiatare la pentola a pressione, aprite il coperchio e lasciate raffreddare prima di immergere il blender con cui frullerete il tutto direttamente nella pentola. Nel frattempo, in una piccola padella fate tostare le mandorle sfilettate.
Riscaldate la vellutata prima di consumarla, mettetela in un piatto (aggiungete del parmigiano) e guarnite con le mandorle tostate.


Considerazioni varie: al posto dell’acqua si potrebbe mettere del brodo, addirittura del latte. Per una cottura in una pentola normale, considerate che le verdure devono cuocere il doppio del tempo. E se dopo aver frullato la vellutata, vi pare troppo liquida e poco vellutata, allora mettetela sul fuoco nuovamente e fate andare ancora per una decina di minuti.
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Utilizzo alternativo dei filtri da caffé……


Se in piena crisi di shopping compulsivo avete comperato dei filtri da caffé per quella specie di maxi macchinette del caffé in uso essenzialmente nei paesi anglosassoni e non sapete come utilizzarli, visto che il caffé americano proprio non vi piace, ecco finalmente un modi di impiegarli in maniera intelligente: provate a pulire lo schermo del vostro computer o della vostra televisione. Secondo il blog Unplggd, da cui ho tratto la notizia, i piccoli coni che filtrano il caffé (come quello della fotografia sopra) sono perfetti per rimuovere lo spesso strato di polvere che ad una velocità impressionante si accumula sui nostri televisori o sui nostri pc. I filtri da caffé, infatti, catturano la polvere ed hanno la proprietà di eliminare la carica ellettrostatica che si genera sugli schermi, tutto questo senza lasciare la benché minima traccia di fibre, come potrebbe invece succedere con una qualsiasi salvietta di carta. Ora, anche se il sito non lo precisa, il buon senso di « casalinga » mi porta a suggerirvi che i filtri da caffé non devono essere stati usati prima, altrimenti non assicuro il risultato.
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I cookie di Francesca…….


Come evoca il titolo stesso, questa ricetta è della mia cara amica Francesca, siciliana trapiantata a Parigi da oltre 25 anni che, come me, ha la passione per la cucina ed è alla perenne ricerca di nuovi accostamenti in fatto gastronomico.
E’ una ricetta, questa dei cookie, che mi mette un pò di nostalgia perché mi porta inevitabilmente indietro nel tempo e mi ricorda dei momenti felici della mia vita passata. Francesca aveva (ed ha tutt’ora) l’abitudine di preparare questi cookie per i suoi amici il sabato mattina presto: poi si presentava al nostro abituale appuntamento in palestra con questo sacchettino di cookie che doveva essere la mia merenda per la settimana ma che inevitabilmente domenica sera era già finito perché nn resistevo alla tentazione di divorarmeli…..e poi dopo la palestra, andavamo insieme a fare la spesa, parlando del più e del meno, alternando considerazioni di massaie “parigini” a spetteguless tipicamente italiani….insomma questi morbidi biscottini mi rimandano immediatamente a tutti quei sabati mattina trascorsi con lei…..e la ricetta che vi metto di seguito è pari pari come me l’ha scritta lei, io ho solo aggiunto, in qualità di redattore, qualche piccola nota margine di questa ricetta che a mio avviso è adatta a tutti i tipi di pubblico e di buongustai….. 
Cookies (35/40)Forno a circa 200°Burro (morbido) 200 grZucchero vanigliato una bustinaZucchero (di preferenza di canna) 250 grUova 2Farina 300 grFarina di noccioline o mandorle (ndr come preferite) 125 grLievito 5 gr Pepite di cioccolato o noci o mandorle “effilées” (ndr sfilettate) o quello che ti fa voglia.
Mescolare il burro con lo zucchero vanigliato. Aggiungere lo zucchero a poco a poco.Quando lo zucchero è ben amalgamato, aggiungere le uova una per volta.Mescolare la farina con il lievito e la farina di noccioline o mandorle.Amalgamare a poco a poco.Finire con le pepite di cioccolato o noci sminuzzate o altre cose che ti fanno voglia.Imburrare una “plaque” (ndr teglia) e posare sopra delle palline di pasta (ogni biscotto deve corrispondere all’incirca ad un cucchiaino di pasta).Far cuocere per circa 10 mn.
PS: io per i biscotti che vedete nella foto ho usato della farina di mandorle e delle pepite di cioccolato. Per la farina di mandorle ho semplicemente messo nel mixer delle mandorle dolci e l’ho fatto andare per un minuto circa.
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Voglia di una salsiccia in pura lana…….

Credits: Clemence JolySe passate da Bruxelles, oltre a non mancare il Museo Magritte, cercate di fare un salto alla Galleria Iukbox, concept store di oggetti contemporanei, che ospita, sino al 22 gennaio prossimo, le prodezze manuali di Clemence Joly. E chi sarebbe ‘sta Clemence vi starete chiedendo in molti? Oltre ad essere una giovana grafica che lavora a Parigi, Clemence ha deciso di mettere insieme la moda e la carne riproducendo in maniera super realistica, a maglia, tutti quegli alimenti che facilmente potreste trovare in una salumeria o in una macelleria: nella sua collezione compaiono infatti salsicce e salami, piedini di porco, pancetta, insomma quasi tutto l’occorrente per fare una buona cassoeula lombarda, ma la grande differenza dagli originali è che questi modelli sono morbidissimi ed anche adatti ai vegetariani più rigidi ;-))))
 Credits : Clemence JolyL’idea di partenza di Clemence è di mostrare il contrasto tra la carne cruda e la dolcezza della lana per poi arrivare a riflessioni più profonde tra il vissuto quotidiano della moda e quello del cibo, che sono due aspetti comunque fondamentali della nostra vita. Il risultato è sotto i vostri occhi: ibridi divertenti ed artigianali che mettono insieme il lato estetico di una sfilata di moda ed il bancone di una macelleria. Credits: Clemence JolyLe creazioni di Clemence sono piaciute talmente tanto al marchio di vestiti New Look, che le ha utilizzate come campagna pubblicitaria per l’apertura di un nuovo store a Lione, ma per l’occasione Clemence ha abbandonato la morbida macelleria e si è sbizzarrita nella creazione di sushi, maki e club sandwich!
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Cake e Torte Salate

Torta salata ai porri e speck


I porri, tipico ortaggio invernale, sono stati una delle tante piacevoli scoperte, in materia culinaria, fatte in Francia. A Roma, infatti, il porro non figura nella preparazione delle ricette, diciamo che è quasi assente, mentre è ampiamente utilizzato nella cucina francese. Questa ricetta poi, l’ho tratta da un libro di ricette per bambini pubblicato recentemente in Francia da Cyril Lignac, giovane e talentuoso chef, diventato famoso grazie ad una trasmissione televisiva simpaticissima realizzata qualche anno fa in Francia, che seguivo sempre con attenzione perché il tema era proprio la cucina. Ho rimaneggiato la ricetta, aggiungendo dello speck dell’Alto Adige affinché questa torta salata diventi un pasto completo, se poi deciderete di accompagnarla con una semplice insalata, il gioco è fatto per grandi e piccini.


Ingredienti (per 4 persone)
1 rotolo di pasta sfoglia
3 porri grossi oppure 4 di medie dimensioni
100 gr. di speck a listarelle
3 uova
3 cucchiai di panna da cucina
80 gr di emmental grattuggiato
una grattata di noce moscata
una noce di burro
sale (poco)


Pulite i porri, eliminando la parte verde scuro e tagliateli a rondelle sottili. In una padella antiaderente fate sciogliere una noce di burro e versateci i porri facendoli cuocere a fuoco medio per 15 minuti circa sino a quando non diventino trasparenti; lasciate raffreddare. Nel frattempo, srotolate la pasta sfoglia, deponetela in una tortiera e punzecchiate con una forchetta il fondo della pasta, mettetela poi nel forno caldo a 180° per 10 minuti e poi tiratela fuori. Tagliate lo speck a listarelle (nei supermercati lo trovate anche in pratiche vaschette già tagliato) e  mescolatelo con i porri. Grattuggiate l’emmental. Mettete in un’insalatiera le 3 uova, sbattetele, aggiungete la panna da cucina, l’emmental, la noce moscata ed un pizzico di sale.
Alla base della pasta sfoglia mettete i porri e lo speck, poi ricoprite il tutto con la crema che avrete ottenuto. Rimettete in forno per 20-25 minuti.
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Risotto radicchio e salsiccia


Il luogo comune che vuole che ci sia sempre un certo “attrito” tra nuora e suocera è vero (altrimenti non sarebbe un luogo comune), però è altrettanto vero che spesso dalle suocere si imparano molti trucchi, astuzie, segreti che tornano prima o poi utili. Nel mio caso, questa ricetta, semplicissima, mi è stata in realtà insegnata da mia suocera che, per le sue origini mantovane, ha proprio in questa ricetta uno dei suoi cavalli di battaglia “gatronomici” (oltre ai ben più noti tortelli di zucca). La peculiarità sta tutta nella modalità di cottura del riso: semplicemente bollito – proprio come quello che si fa per i malati. Lei al posto della salsiccia (da queste parti identificata con il nome di salamella) utilizza la pasta di salame che compera sul posto ma che non è sempre reperibile altrove in Italia.
Ingredienti (x 2)
200 gr di riso Carnaroli o Vialone Nano
2 salsicce di puro suino
1 basco di radicchio rosso
1/2 cipolla
vino bianco
parmigiano grattugiato
sale e pepe q.b.

Togliere la pelle alle salsicce, sminuzzarle e farle rosolare in padella in modo da eliminare, con la cottura, il grasso della salsiccia. Lavare il radicchio e tagliarlo a listarelle sottili, rosolarlo in padella con la cipolla. Unite la salsiccia sminuzzata (avendo cura di scolarla di tutto il grasso rilasciato in fase di cottura) e lasciate insaporire il tutto unendo uno schizzo di vino bianco, salate e pepate secondo il vostro personale gusto.
Nel frattempo fate bollire l’acqua, una volta arrivata ad ebollizione, gettate il riso, giratelo di tanto in tanto. Terminata la cottura del riso, scolatelo ed unitelo all’intingolo prepararato, aggiungendo una generosa manciata di parmigiano reggiano. Coprite la pentola con il riso con uno strofinaccio e lasciate riposare per un paio di minuti: et voilà il vostro risotto Mantova style pronto per essere divorato.
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Torta di cachi e cacao


Dopo due mesi di scorpacciate di cachi biologici, ho pensato che fosse venuto il momento di farsi venire delle idee sul loro uso “diversificato” ed allora ho trovato su un vecchio libro di cucina una ricetta che ho riprodotto. Onestamente la prima versione non mi ha entusiasmato molto; ho deciso così di testare diverse variazioni sul tema e, fra tutte quelle provate, una mi è piaciuta molto: è una ricetta che non prevede l’uso delle uova che in un dolce è quasi scontato, inoltre è un modo per mangiare un pò di frutta, al di là della più tradizionale torta di mele. Insomma ne è uscita una ricetta che è piaciuta non solo a me ma è stata anche apprezzata dai miei ospiti, uno di quei dolci invernali da accompagnare con un thé o una tisana.
Ingredienti (per 6-8 persone circa):
4 cachi grossi e molto maturi
400 gr di farina
200 gr di zucchero
50 gr di mandorle e 100 gr di noci
100 gr di amaretti
2 bustine di lievito per dolci
50 gr di cacao
scorza grattugiata di arancia bio
80 gr di uvetta secca
2 dita di rhum

Sminuzzate grossolanamente le mandorle e le noci.Immergete l’uva sultanina nel rhum e lasciate che si ammorbidisca per circa 20 minuti circa, poi strizzatela ben bene.Aprite i cachi in due, togliete la polpa, mettetela in un’insalatiera e schiacciatela; unite poi la farina, lo zucchero, le mandorle e le noci sminuzzate, l’uvetta, il cacao e la scorza di arancia, ed alla fine il lievito: dovete mescolare il tutto affinché si crei un impasto omogeneo. Imburrate un contenitore per dolci e versatevi il composto.Lasciate cuocere nel forno pre-riscaldato per 45 minuti circa: per sapere se è il dolce è cotto, inserite un coltello, dovrà uscirne asciutto. Servite di preferenza tiepida.
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Amanti dei cavoletti di Bruxelles, è il vostro momento!

Credits: Burger King Dopo l’esperimento lanciato in Francia, prima di Natale, da una nota insegna di fast food, dell’hamburger al foie gras, ecco la risposta dei cugini d’oltre-Manica : l’hamburger ai cavoletti di Bruxelles !L’idea è del famoso marchio americano di fast food Burger King che ha pensato bene di proporre ai nostri amici inglesi un hamburger a dir poco originale: questo “eccentrico” hamburger oltre ai classici ingredienti quali pomodoro, cipolla, emmental e carne macinata, si presenta al consumatore su di un letto di cavoletti di Bruxelles……   I signori di Burger King giustificano la scelta spiegando che i cavoletti di Bruxelles sono parte integrante del tradizionale pasto di Natale e che il loro è stato solo un tentativo di esportare l’impiego di questo ortaggio nel fast food. Peccato che non la pensino esattamente così gli estimatori del junk food che non hanno tardato ad esprimere tutto il loro sdegno sulla pagina ufficiale di Facebook.
Tranquilli, comunque, l’offerta commerciale è limitata alle festività natalizia (e quindi destinata ad esaurirsi a breve) ed a tre città inglesi scelte come campione.
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Agrumi in città!



La scorsa settimana ero a Roma per passare le feste di Natale in famiglia ed ho approfittato delle temperature miti per portare a spasso mia figlia e per fare una bella passeggiata nei quartieri che frequento abitualmente: Garbatella, San Saba, Testaccio, Aventino….aggirandomi per le strade di questa Roma silenziosa, al di fuori dei tradizionali percorsi turistici e mezza addormentata, ho scattato molte foto. Al mio ritorno a Milano, nel rivederle, mi sono accorta che ce ne erano tantissime che hanno come soggetto un albero di agrumi: chissà, forse sarà stato il desiderio inconscio di ritrovare gli stessi “paesaggi” urbani anche qui al Nord, forse anche il fatto che un albero di agrumi con i suoi coloratissimi frutti è in grado di scaldare e di ravvivare anche le giornate più grigie….per queste e per tante altri motivi che non sto qui ad elencarvi, ecco a voi una breve selezione dei miei agrumi in città! 


Ed in questa mia passeggiata, mi sono imbattuta in una signora che portava due vassoi di struffoli e non ho potuto fare a meno di immortalarli (non lei, gli struffoli).

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